tag:blogger.com,1999:blog-39686319296010007322024-03-13T05:11:10.373+01:00Seguimi sulla mia pagina del profilo Facebook: https://www.facebook.com/andrea.arena.315428
Il mio spazio sul WEB.
Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.comBlogger735125tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-55706960959571390502023-12-04T19:31:00.001+01:002023-12-04T19:31:32.228+01:00Scoperto un pianeta troppo grande per la sua stella<iframe width="480" height="270" src="https://youtube.com/embed/Ab7sRgg_Atk?si=ra-yVCouRhuzUZ8A" frameborder="0"></iframe>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-54323304988596290072023-11-06T11:07:00.002+01:002023-11-06T11:07:45.001+01:00CERASUOLO DI VITTORIA.<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6gjxR-Sfck1xm4TDl6x1ZLytVv2CNY-dh1WagYtDvaUhQ9_LeIcpiaMJ7bqIgYivIGl81lQRwnCSyHFvgoCiCGjAOR9J8GGnXrL3pwgpziXiDiGCJjOQT5-3F0KFW1KSIlVlbPUyeZIUwEWqPGMIjqrfseHEFteh8YGNoIRKTqIldbxyx9Z8dN6NPdpGy/s500/vinoazienda.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="375" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6gjxR-Sfck1xm4TDl6x1ZLytVv2CNY-dh1WagYtDvaUhQ9_LeIcpiaMJ7bqIgYivIGl81lQRwnCSyHFvgoCiCGjAOR9J8GGnXrL3pwgpziXiDiGCJjOQT5-3F0KFW1KSIlVlbPUyeZIUwEWqPGMIjqrfseHEFteh8YGNoIRKTqIldbxyx9Z8dN6NPdpGy/s320/vinoazienda.jpg" width="240" /></a></div><br /><p></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-outline-level: 4; text-align: center; vertical-align: baseline;"><b><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 16pt;">Cerasuolo di Vittoria D.O.C.G.<o:p></o:p></span></b></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: center; vertical-align: baseline;"><i><span style="font-family: adobe-caslon-pro, "serif"; font-size: 16.5pt;">60% Nero d’Avola<br />
40% Frappato<o:p></o:p></span></i></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 12.0pt; text-align: center; vertical-align: baseline;"><i><span style="font-family: adobe-caslon-pro, "serif"; font-size: 16.5pt;"> </span></i></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Dalle campagne di Dorilli, tra il mare e i monti Iblei,
conosciuti come luogo di eccellenza del <i>food </i>in Sicilia, nasce
il Cerasuolo di Vittoria. Il nome dell’unica DOCG di Sicilia deriva da
“cerasa”, la ciliegia in dialetto siciliano. È ottenuto dalle varietà autoctone
Nero d’Avola e Frappato. Un vino unico, riconoscibile e indimenticabile per i
suoi sapori giovanili e i profumi di ciliegia, fragola e melograno, dovuti alla
particolarità dei suoli e del clima in cui sono coltivate le uve. Un vino che
come pochi coniuga tradizione e piacevolezza del vino.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Diraspapigiatura seguita da 14 giorni di permanenza sulle
bucce, fermentazione a 23 °C. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Cerasuolo, Frappato e Nero d’Avola: l’essenza dei vini di
Vittoria<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Seppur circoscritta a sole tre
aziende (quattro se aggiungiamo la recente recensione di Valle dell’Acate),
l’immagine dei vini dell’area di Vittoria esce ben delineata: nessuna presenza
di toni surmaturi, estrazioni tanniche calibrate e gradi alcolici
contenuti. Al di là delle momentanea prevalenza di una tipologia rispetto
all’altra, si riesce quindi a ricavare l’impressione di un’enologia precisa e
ben curata che preserva l’integrità del frutto e privilegia l’equilibrio,
rinunciando probabilmente, ma consapevolmente, a qualche aspetto caratteriale
meno controllabile.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il <b>CERASUOLO DI VITTORIA</b> è un rosso di
forte ed antica tradizione, che gioca la sua identità sul connubio fra la forza
del Nero d’Avola e la gentilezza del Frappato, vitigno diffuso principalmente
nell’area di Denominazione, la prima ed al momento <b>unica DOCG siciliana</b>. <b>LA
VINIFICAZIONE</b>: Le uve, vendemmiate dopo la metà di settembre, vengono
vinificate in acciaio con breve macerazione a temperatura controllata. Dopo la
fermentazione malolattica in acciaio, il vino viene imbottigliato ed immesso in
commercio circa un anno dopo la vendemmia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Fondata da coloni greci nel 734 a.C., Siracusa era
nell’VIII secolo a.C. una delle città più importanti dell’intera area
mediterranea, solo qualche anno dopo sorsero Roma e Napoli, mentre in Grecia si
istituivano le polis. Si tratta di uno dei momenti più alti della nostra civiltà.
Alla città sicula si è sempre accostata la presenza del mitico Biblino, un vino
dolce che, fno a qualche anno fa, si pensava fosse l’antenato dell’odierno
Moscato di Siracusa, mentre recenti ricerche lo mettono in relazione con
Gaglioppo e Frappato. In effetti si tratta presumibilmente di un vino dolce
rosso originario del Libano, prodotto anche in Grecia e poi, appunto, nel
siracusano. Dunque, la Sicilia sud orientale già allora aveva assunto una certa
rilevanza nel panorama vitivinicolo. Sulle coste dell’area iblea i coloni
siracusani fondarono, nel 598 a.C., Camarina, oggi sito archeologico alla foce
del fume Ippari. La complessa disputa siciliana tra Fenici e Greci è annoverata
nelle guerre greco-puniche tra il 600 e il 265 a.C., anno dell’arrivo dei
Romani sull’Isola. Secondo Michajl Rostovcev, storico russo tra i massimi
esperti di storia greca, romana e persiana, l’interesse dal punto di vista
agricolo era distribuito in base alla differente vocazione dei popoli: i
cartaginesi puntavano alla coltivazione del grano, i siracusani e i camarinesi
continuavano un’intensa attività vitivinicola e olivicola. A Roma, intorno al
500 a.C., agli albori dell’età Repubblicana, i vini greci provenienti da Lesbo,
dalla Grecia orientale e dalle coste turche erano considerati il meglio
dell’enologia dell’epoca, allo stesso modo non tardarono a farsi conoscere
quelli della Magna Grecia e, in particolare, della Sicilia sud orientale. I
reperti archeologici di epoche successive documentano la grande attività di
produzione del vino nelle aree aretusa e iblea, proprio in quelle zone furono
ritrovate delle monete sulle quali erano impresse immagini di anfore per il
trasporto del vino. A largo di Camarina e di Scoglitti (lo scalo marittimo di
Vittoria), furono ritrovate delle anfore vinarie che testimoniano la produzione
e il commercio del liquido verso Roma, la Gallia e la Spagna. A Pompei, sono
stati reperiti alcuni contenitori di terracotta risalenti al II secolo a.C.,
sui quali era impressa la scritta Mesopotanium, “la terra compresa tra i due
fumi”, l’Ippari e il Dirillo che segnano i confni dell’odierna zona del
Cerasuolo di Vittoria. Non solo il vino ibleo, ma anche quello proveniente da
tutta la provincia orientale, da Messina a Catania fno al Val di Noto (è
maschile perché “Vallo”), era menzionato dai grandi storiograf e letterati dell’epoca,
da Catone a Plinio, a Strabone, di quest’ultimo le entusiastiche testimonianze
sul Mamertino e le motivazioni della bontà di tutti i vini della zona
orientale: «Il fatto che tale regione è ricca di viti si potrebbe congetturare
che dipenda dall’agro di Catania che, ricoperto di ceneri (vulcaniche), produce
buon vino in abbondanza». Verso la fne dell’Impero Romano, in uno dei periodi
più turbolenti della sua storia, durante il dominio vandalo, ostrogoto e
bizantino, l’agricoltura subì un decadimento sostanziale, in particolare la
viticoltura non vide progressi a differenza di quel che si verifcava nel resto
d’Europa, dove il vino costituiva una delle migliori merci di scambio. Intorno
all’800 d.C. arrivarono le conquiste arabe, uno dei momenti più importanti per
la storia dell’Isola. Le innovazioni nel settore agricolo, in primis l’uso
dell’acqua, sono ampiamente conosciute anche se la viticoltura non fu l’ambito
favorito. Michele Amari, storico palermitano e Ministro della pubblica
istruzione del Regno dal 1862 al 1864, studioso della Sicilia musulmana,
scrisse: «I vigneti scemarono sotto la dominazione musulmana; e sì lentamente
si rifornirono in due secoli, che la Sicilia faceva venir vini da Napoli verso
la fne del XII». Nonostante la lungimirante politica agricola di Federico II
(basti pensare alla distribuzione di terre incolte ai contadini per la
coltivazione del grano), la situazione non migliorò, complicata dalla
centralità del suo potere. Dal 1200 la viticoltura siciliana rimane in una posizione
subalterna per almeno tre secoli, in particolare nella parte sud orientale, a
causa della sua funzione di fornitrice di grano, la cui redditività era
piuttosto bassa. La dominazione spagnola, col suo rapace fscalismo, fu incapace
di risolvere il problema delle fnanze pubbliche e di far avanzare l’Isola da
uno stato di forte arretratezza. Mentre in Europa si gettavano le basi delle
grandi industrie vinicole francesi e spagnole, la Sicilia restava in una
posizione di svantaggio. Le testimonianze del tempo sui vini siciliani sono
scarse, ma se ne sancisce la bontà. Ne scrive Andrea Bacci nel suo De naturali
vinorum historia (1596) riferendosi alla qualità dei vini dell’Etna, del
siracusano e di Noto. Siamo nel punto nevralgico del nostro percorso storico.
Nel 1606, la nobildonna Vittoria Colonna Henriquez, contessa di Modica, fondò
Vittoria e immediatamente incentivò la produzione del vino concedendo privilegi
a coloro i quali avessero piantato vigne: in quell’anno regalò, ai primi
settantacinque coloni, un ettaro di terreno ciascuno a condizione che ne
coltivassero un altro a vigneto, favorendo così un’enorme espansione nelle
varie contrade del territorio. Per tutto il Seicento il vigneto vittoriese
crebbe a dismisura. Il vino veniva esportato prima nelle altre città della
contea di Modica e poi, attraverso il porto di Scoglitti e grazie alle navi
trapanesi e mazaresi, anche a Malta e Marsiglia. La qualità dei vini del sud
est è ampiamente trattata da Paolo Balsamo nel suoi appunti di viaggio
attraverso la Contea di Modica (1808). L’abate asserisce che dalla campagna di
Vittoria, ricca di vigneti, si produce un vino che considera il migliore tra
quelli da pasto di tutta la Sicilia. Inoltre ci fornisce importanti
informazioni sull’uvaggio del tempo: «Non è composto quasi di altre viti che di
grossonero, di calabrese ed incomparabilmente più da frappato». Il forentino
Domenico Sestini, trasferitosi a Catania come bibliotecario al servizio del
principe di Biscari, fornì un’importante testimonianza sulla vitivinicoltura
del ragusano nella lezione che tenne nel 1812 all’Accademia dei Georgofli sui
vini di Vittoria, elogiandone la qualità e descrivendo i vitigni, il sistema di
impianto e di coltivazione, la fertilità dei terreni, le modalità di vendemmia
e vinifcazione. Dunque, da più parti, i vini di Vittoria e di Avola erano
considerati tra i migliori, insieme ai Marsala. Tra l’altro, nella seconda metà
dell’Ottocento si verifcò un ulteriore sviluppo economico e la città di
Vittoria divenne una delle più foride e produttive della Sicilia. In questo
periodo ci fu un massiccio processo di riconversione di migliaia di ettari,
prima coltivati a grano, trasformati a frutteto e vigneto. A tale
trasformazione contribuì la crescita della domanda di vino e il relativo
aumento dei prezzi, complice il progresso tecnologico che rese più facile e
redditizia la coltivazione. Il porto di Scoglitti fu potenziato per fare fronte
alle richieste dei vini; nel 1860 l’esportazione dall’agro di Vittoria toccò i
300mila ettolitri (oggi ne vengono prodotti circa 15mila), in particolare verso
la Francia che, nel frattempo, aveva subito i terribili danni della fllossera.
La domanda aveva stimolato la creazione di nuovi impianti, al punto che vennero
sradicati anche oliveti secolari. La fllossera non tardò ad arrivare: comparve
in SSicilia nel 1880 in provincia di Caltanissetta, due anni dopo in provincia
di Messina. Nel 1898 apparve anche a Salemi e Marsala, causando un forte
periodo di crisi. A Catania, fu fondata, nel 1881, una scuola di viticoltura ed
enologia, cui fecero seguito le Regie Cantine e i Regi Vivai di Viti americane.
Un’utilissima attività di ricerca e sperimentazione fu svolta anche dalla Regia
Cantina Sperimentale di Noto che sorse nel 1889. La Cantina gestiva gli stessi
vivai di Noto, di Siracusa e Vittoria e si occupò di ricostruire i vigneti
distrutti dall’afde, coadiuvando l’attività con conferenze, corsi pratici,
distribuzione gratuita e vendita sotto costo di barbatelle innestate. Vittoria
pagò a caro prezzo la scelta monocolturale; migliaia di piccoli proprietari
caddero in rovina, totalmente privi di capitale per procedere ai reimpianti, la
ricostruzione avvenne soprattutto grazie alle grandi famiglie proprietarie
terriere. Dopo il 1891 la caduta della domanda di vini da taglio rese
antieconomico il ripristino dei vigneti danneggiati e la superfcie subì un
decremento, i vigneti francesi, austriaci, ungheresi erano stati ricostruiti, i
mercati si chiusero e le esportazioni diminuirono toccando il punto più basso
nel 1907. Da quel momento, la Sicilia strutturò la sua produzione sui vini da
taglio e mezzo taglio, togliendo spazio a zone vocate e a vitigni adatti (nelle
contrade di Vittoria il Frappato in particolare) a dare vini fni da pasto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Ho fatto cenno alla crescente esportazione vinicola
siciliana, quintuplicata tra il 1870 e il 1882. L’eccezionale impennata — i cui
centri principali erano Messina, Siracusa, Catania e Trapani — aveva carattere
essenzialmente congiunturale. Era guidata dallo straordinario incremento della
domanda proveniente dal mercato internazionale e, in particolare, da quello
francese. La crescente dipendenza del settore dai passeggeri andamenti del
mercato estero, nonostante il ruolo non secondario di quello nazionale,
sollecitava gli osservatori più attenti ad avanzare critiche, perplessità e
denunce sul tema della qualità del prodotto. Le preoccupazioni erano
manifestate dallo stesso Ministero dell’Agricoltura circa la composizione della
produzione vinicola, formata in gran parte da vini da taglio diretti
specialmente in Francia. Nella provincia di Siracusa tre erano i principali
vini da taglio prodotti: il Siracusa considerato uno dei migliori, di grande
corpo, profumato, vellutato, il Pachino, sotto il quale nome andavano tutti i
vini prodotti nel territorio di Noto, Avola e Pachino, lo Scoglitti prodotto
nella piana di Vittoria, tra i comuni di Chiaramonte, Comiso e Scoglitti. Si
prediligevano le zone più calde, vicine al mare. I vini da pasto, nonostante
non fossero determinanti nell’economia isolana, mostravano qualità che ancora
oggi li rendono famosi nel mondo. Basti pensare all’Etna, al Faro e, appunto,
al Cerasuolo di Vittoria. Negli anni cinquanta i vini forti erano ancora
destinati a rimpolpare quelli prodotti nel Nord Italia e in Francia. I
produttori si mossero verso il potenziamento della produzione che sembrava
essere l’unica possibilità di mercato. Questa scelta condizionò la ripresa del
settore vitivinicolo, travagliato da problemi la cui portata si era fatta negli
anni del Fascismo e della Guerra, sempre più grave. In ogni caso, per
incremento di impianti, Vittoria si collocava tra le prime zone, insieme alla
piana di Catania, a Milazzo, e all’Etna. Per reazione, negli anni settanta, si
è arrivati a pensare che la salvezza fosse rappresentata dalle Cantine Sociali,
pulite, raffreddate, enologicamente a norma, rispetto ai Bagli poco attrezzati,
legati a una fattura dozzinale di vini da taglio. Si era posta la necessità di
orientare la produzione ma anche i consumi. L’export di sfuso è passato da
quasi due milioni di ettolitri del 1999 a poco più di 150 mila del 2009, con
una perdita del 90%. La Francia (dove lo sfuso è ancora oggi usato per
correggere la gradazione alcolica e il colore, in particolare nel bordolese),
che era il mercato principale fno agli anni novanta, oggi compra vino spagnolo,
più economico di quello italiano. E anche se nel frattempo è più che
raddoppiato l’export siciliano in bottiglia, la crisi è evidente. Soprattutto
nel trapanese, che con una superfcie vitata di quasi 60mila ettari è il secondo
distretto vinicolo in Europa per dimensioni, dopo quello di Bordeaux, e da solo
copre la metà della produzione siciliana. Soldati affronta la questione vini da
taglio con la sua sagacia quando, in occasione del primo viaggio di Vino al
Vino del 1968 si reca nelle province di Catania, Siracusa e Palermo. Riporta
aneddoti spassosi alla ricerca di vini che non avessero un’alcolicità – lui, da
bravo piemontese ci tiene a segnalarlo – così elevata, e comunque ci fornisce
avvincenti testimonianze di carattere socio-politico-culturale. Ecco la parte
più incalzante del suo intervento: «Lo scopo della legge sul non zuccheraggio
dei vini era ben altro, era molto semplicemente quello di aiutare i baroni
viticoltori dell’Italia meridionale in particolar modo di Puglia e Sicilia a
vendere i loro mosti, provenienti da terre bruciate dal sole e non irrigate,
ricchi di zucchero generatore di alcool. Nacque così lo scongiurato
“meridionale” come lo chiama il De Marchi, che cita prima sul romanzo “Giacomo
l’idealista” del 1897. Nacque il famoso taglio che tanta parte ha nella
decadenza dei nostri vini e soprattutto delle nostre capacità di gustare il
vino. Una vera rovina, sia per i vini settentrionali e centrali, che nel taglio
si alteravano, sia per gli stessi vini meridionali che fatalmente cominciarono
ad essere conosciuti dai consumatori del nord solo attraverso l’impiego che se
ne faceva nel taglio, mentre vinifcati sui loro posti e con uve vendemmiate non
così tardi avevano tutt’altro sapore. La tradizione meridionale infatti voleva
che le uve fossero raccolte non come accade dopo la promulgazione della legge e
cioè preoccupandosi prima di tutto del raggiunto grado di dolcezza, ma
vendemmiate prima, a tempo giusto, quando non sono ancora così cariche di
zucchero». Tra l’altro, ancora oggi, il grado Babo delle uve e dei mosti e il
grado alcolico nei vini sono ancora parametri fondamentali per stabilirne il
prezzo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Rispetto ai precedenti approfondimenti sul Meridione
vitivinicolo, abbiamo considerato (almeno) due vitigni. Nelle altre occasioni
abbiamo cercato di rilevare la relazione tra una varietà e uno o più territori
per provare a comprenderne il temperamento. La bellezza del vino del sud est
siculo è legata a questo straordinario equilibrio delle parti, una congiunzione
astrale: Nero d’Avola e Frappato, così sovraesposto il primo tanto da divenire “simbolo”,
quanto esclusivo e rivelatorio il secondo. Il nero d’Avola trae benefcio da
questi luoghi, le condizioni pedoclimatiche gli conferiscono un’eleganza tutta
particolare. Ho spesso sentito dire: «Il nero d’Avola, qui, sta bene sul
calcare». Limitandoci al nostro luogo d’interesse, il vittoriese, i 190 ettari
delle denominazioni “Cerasuolo” e “Cerasuolo classico” vedono prevalente il
Nero d’Avola seguito di poco dal Frappato. Questa situazione rispecchia la
proporzione come da disciplinare (60% Nero d’Avola e 40% Frappato, che può
arrivare al 50%). L’origine del Frappato è riconducibile al vittoriese dove è
coltivato dal 1600, tuttavia alcuni ampelograf gli conferiscono una derivazione
spagnola. Nella zona calatina è conosciuto come Nerocapitano. È presente quasi
esclusivamente a Vittoria e nella valle dell’Acate, ma si trova anche in altre
zone, tra cui Noto. Dopo un periodo di trascuratezza è in forte rivalutazione.
Il grappolo è medio-grande, l’acino rotondo e dalla buccia spessa e pruinosa,
blu violacea; è una varietà piuttosto tardiva. Il Frappato produce un vino di
un colore mediamente più chiaro rispetto al Nero d’Avola. Da sempre ha
rappresentato l’archetipo del vino da pasto, dalla fnezza peculiare. Il nome
riporta alle foglie particolarmente dentellate. Matura intorno alla fne di
settembre. L’etimologia del Nero d’Avola basterebbe già a rendere avvincente la
sua storia: compare in alcuni scritti del 1500 ed è registrato nel Catalogo
Nazionale delle Varietà della Vite come Calabrese. Si tratta di una di quelle
situazioni linguistiche complicate dalle incursioni dialettali, ovvero
l’italianizzazione del termine calavrisi, poi calabrese: calavrisi, uva di
Avola oppure “calata, venuta da Aurisi” da Avola (Aurisi è il vecchio termine
per defnire Avola); nel 1800 viene associato al paese costiero in provincia di
Siracusa. È senza dubbio il vitigno più rappresentativo della Sicilia, ha la
capacità di concentrare grandi quantità di zucchero. Riscuoteva molto successo
come vino da taglio o da bere giovane: fno a qualche decennio fa, dal porto di
Marzamemi partivano enormi cisterne di vino verso Toscana, Piemonte e Francia
(dove era noto come vin medecine). Il grappolo è medio-grande, alato, non molto
compatto, l’acino ha una forma leggermente allungata e una buccia di medio
spessore di colore bluastro con poca pruina. Il succo diventa subito violaceo,
molto zuccherino e conserva buona acidità. A Vittoria matura nella seconda
decade di settembre. Durante le visite è emerso un aspetto peculiare: l’età
media del vigneto vittoriese è piuttosto bassa, poche vigne superano i
cinquant’anni e, inoltre, un numero esiguo di produttori si preoccupa di
praticare gli innesti in campo e la selezione massale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Senza dubbio l’areale di Vittoria è uno dei più
interessanti terroir del bacino del Mediterraneo. I motivi sono: la terra,
rossa e bruna, il calcare bianco, la scarsa profondità dei suoli, un clima
mitigato dal mare, sempre ventilato, con estati certamente caldissime ma con
una discreta riserva d’acqua legata proprio al principale componente del
sottosuolo. Ricordo chiaramente l’umidità di un frammento di calcare bianco
scintillante prelevato durante lo scasso di un vigneto, nella famosa contrada
Bastonaca, in compagnia di Guglielmo Manenti, tra i più promettenti produttori
di Vittoria. Il segreto risiede proprio nella capacità di cedere l’acqua da
parte della pietra, in una zona dominata da un sottile e soffice strato di
terra rossa. Per confrontare il temperamento del Nero d’Avola e del Frappato
nelle zone adiacenti, ho visitato alcuni produttori tra San Michele di Ganzaria,
Caltagirone e il Val di Noto. Prima di defnire il plateau ibleo, compresa la
stessa Vittoria, guardiamo da vicino i Monti Iblei, la cui energia è la vera
forza di questa terra. Stiamo parlando del più importante altopiano della
Sicilia sud orientale, compreso tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania.
Il monte Lauro, la cima più alta con quasi mille metri di altezza, segna il
confne tra il siracusano e il ragusano. Si tratta di un massiccio
calcareo-marnoso bianco conchiglifero del Miocene (tra 23 e 5 milioni di anni
fa), l’altopiano è stato inciso da numerosi fumi e torrenti che hanno
generato le cosiddette “cave” degli Iblei. È evidente il profondo fenomeno
carsico, specialmente nella parte orientale dell’area, data la presenza di
stalattiti e stalagmiti. La zona iblea, come quella maltese e quella pugliese,
fanno parte della placca africana, che proprio qui ha il suo punto di scontro
con la placca euroasiatica. Le “lastre” calcaree affioranti, tra l’altro, sono
un leitmotiv comune a tutte queste zone, compresa quella istriana. La
micro-placca denominata siculo-iblea, intrappolata tra quella africana e quella
euroasiatica, sarebbe la responsabile dei forti terremoti verifcatisi nella
parte orientale dell’isola. A est, nelle vicinanze di Siracusa, nei fondali del
mar Ionio, il plateau degli Iblei continua fno alla scarpata Ibleo-Maltese che
delimita la piana abissale più profonda del Mediterraneo. In origine gli Iblei
erano un complesso vulcanico sottomarino la cui attività risale a milioni di
anni fa e si è ormai estinta, più antica di quella del monte Etna che dista
solo una cinquantina di chilometri. Le testimonianze dell’attività eruttiva si
trovano oggi nella roccia magmatica di colore scuro depositata soprattutto
nella parte settentrionale e orientale della catena. Nelle zone costiere si
trova una roccia sedimentaria più recente, un’arenaria calcarea che viene
denominata pietra bianca di Siracusa, detta nel sud-est della Sicilia petra
giuggiulena, ovvero pietra-sesamo, perché è facile che si sgretoli in granuli
di dimensioni simili ai semi della pianta omonima. Altrove, in Sicilia, la
stessa roccia è chiamata generalmente “tufo” e spostandosi tra gli Iblei assume
la denominazione del luogo in cui viene estratta, come la pietra di Modica e la
pietra di Comiso. A Ragusa, e in generale nell’altopiano ragusano, è nota la
“pietra pece”, di colore scuro, quasi nero, dovuto al calcare bituminoso.
Vittoria è, dopo Ragusa, il comune più popolato della provincia; è anche la
città più giovane, presenta una moderna struttura a scacchiera, con strade
larghe e rettilinee. Il suo territorio si sviluppa sull’omonima piana,
affacciata sul Canale di Sicilia. La città fu fondata su una pianura molto
fertile nota come “Boscopiano”. L’attività principale è, da secoli,
l’agricoltura, in particolare quella in serra che, nel corso degli anni, ha
caratterizzato totalmente il paesaggio: la lunga distesa di capannoni lungo la
costa è un’immagine “forte”, rappresentativa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">D’altronde a Vittoria, città delle primizie, è stato
edifcato il più grande mercato ortofrutticolo d’Italia. Nella parte più
interna, le campagne sono disseminate di bagli e palmenti e testimoniano la
grande diffusione della vite, come illustrato nella trattazione storica. Il
territorio più importante è la media collina nella quale i vigneti sono situati
a un’altitudine compresa tra 200 e 350 metri. Si tratta dell’areale Classico
del Cerasuolo di Vittoria, a forte dominante calcarea: oltre la metà dei suoli
è caratterizzata dalla famosa terra rossa, formatasi in prevalenza su substrato
calcarenitico e ricca di ferro. Un altro settore, che include Vittoria, è
compreso tra l’Ippari e il Dirillo e poggia su terreni fuviali, ciottolosi. Le
condizioni medie del comprensorio sono quelle tipiche del clima mediterraneo
caldo-arido. Rarissima la nebbia, così come il ristagno di umidità, forti le
escursioni termiche tra giorno e notte. Le contrade storiche più importanti per
la produzione sono Pettineo, Fossa del Lupo, Bastonaca, Bombolieri, Santa
Teresa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;"> </span> </p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-35803265789259894842023-09-29T11:23:00.001+02:002023-09-29T11:23:23.921+02:00La sonda Voyager 1 compie 45 anni, missione da record.<p><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX3g06hEJDAU4RoTlo3eyrs6iTWjmw2A8r_Fj7ma3VL0eLu7aTDXsbTtGOVXYoTH6rm3rlqi0WJYeo0WnbexVoyV-AZ68Sr3twiMw2mgEIuayI-LVYKpfZCN995va-lErl5-cqJG4j75S_4HdtIw8ywtgkhorJlpoPNzaorS4q96fsLAPB0kmY1IhVGbz-/s774/99f5c12a062ce2b5b12379ef24b11026.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="516" data-original-width="774" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX3g06hEJDAU4RoTlo3eyrs6iTWjmw2A8r_Fj7ma3VL0eLu7aTDXsbTtGOVXYoTH6rm3rlqi0WJYeo0WnbexVoyV-AZ68Sr3twiMw2mgEIuayI-LVYKpfZCN995va-lErl5-cqJG4j75S_4HdtIw8ywtgkhorJlpoPNzaorS4q96fsLAPB0kmY1IhVGbz-/s320/99f5c12a062ce2b5b12379ef24b11026.png" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJFm4kVDDQoVJbdfsqHCaGze3S4unHXdJlMwAYluT-zeok4Ob5tp3R-f-2UAZxsdcqso_pjYVI2tS4x2-VznNGpPWZHD445JfXIuB0ICn0rsTZmp15tiG3pr_fkqidPrdEAwyserAWv3LBQ5TNfBodBhd7U54nHnGIXEUj0X7D-q6BkK0fFu1Bs2mNmzzZ/s460/f360327538d0423c5df22f2365502074.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="242" data-original-width="460" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJFm4kVDDQoVJbdfsqHCaGze3S4unHXdJlMwAYluT-zeok4Ob5tp3R-f-2UAZxsdcqso_pjYVI2tS4x2-VznNGpPWZHD445JfXIuB0ICn0rsTZmp15tiG3pr_fkqidPrdEAwyserAWv3LBQ5TNfBodBhd7U54nHnGIXEUj0X7D-q6BkK0fFu1Bs2mNmzzZ/s320/f360327538d0423c5df22f2365502074.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">E’ stato il primo e unico veicolo spaziale a
guardare da vicino Urano e Nettuno e poi ha attraversato i confini del Sistema
Solare, tuffandosi nello spazio interstellare, da dove continua a inviare dati
sulla Terra: la Voyager 1 è una missione da record, che con i suoi</span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;"> 45
anni</b><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;"> di attività detiene un primato unico nella storia dell’era spaziale. </span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Lanciata il <b>20 agosto 1977</b>, è <b>il più
longevo dei veicoli spaziali</b> e con la sua gemella Voyager 2, lanciata
15 giorni più tardi, è la protagonista di una missione davvero unica: entrambe
“continuano a fare scoperte sorprendenti”, ha detto la responsabile della
missione Suzanne Dodd, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Nella sua corsa attraverso il Sistema Solare la Voyager 1
ha toccato <b>traguardi storici</b>: nel 1979 il saluto a Giove e alle sue
lune; nel 1981 si è tuffata in un anello di Saturno allora sconosciuto e ha
fotografato la luna Febo; nel 1986 ha 'annusato' l'atmosfera di Urano,
'ascoltato' il campo magnetico del pianeta e scoperto alcune delle sue lune.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Ancora oggi i suoi dati continuano a stupire. E' del
2016, per esempio, la scoperta di altre due lune di Urano, oltre alle 27
già note, possibile grazie ai dati che la sonda aveva catturato nel 1986,
durante il passaggio ravvicinato al pianeta.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Una corsa nella quale le due sonde gemelle di sono
rincorse e sfidate continuamente, con la Voyager 1 che ha raggiunto Giove e
Saturno prima della sua compagna, mentre la Voyager 2 è stata la prima ad
avvicinarsi a Urano e Nettuno, inviando a Terra le immagini più
dettagliate di quei pianeti lontani, Nel 2013 la Voyager 1 è stata anche la
prima a inoltrarsi nello spazio interstellare; la sua gemella l’ha seguita
sei anni dopo, il 5 novembre 2018. Nel 2019 ii dati della Voyager 2 hanno
permesso di scoprire una zona fino ad allora sconosciuta: quella in cui il
vento di particelle proveniente dal Sole incontra il vento interstellare. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Se dalle distanze straordinarie che hanno raggiunto con
una tecnologia nata negli anni '70 le sonde Voyager non hanno mai smesso di
inviare dati alla Terra, il merito è del sistema di comunicazione realizzato
dalla Nasa per le missioni interplanetarie, il Deep Space Network. Se non ci
saranno imprevisti, dovrebbero viaggiare così anche le prime informazioni sulla
composizione delle polveri interstellari. A spingerle sempre più lontano dalla
Terra è un generatore al plutonio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Le due sonde sono anche messaggeri molto speciali, che
stanno portando nello spazio interstellare un biglietto da visita della Terra e
dei suoi abitanti: un disco placcato in oro progettato per durare oltre un
miliardo di anni, che contiene le immagini e suoni della vita sul nostro
pianeta, diagrammi di leggi scientifiche fondamentali e saluti in molte lingue.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> </span><span style="background: white; color: #393745; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11.5pt; letter-spacing: -.25pt; line-height: 115%;"> “Non sappiamo per quanto tempo ancora la missione
proseguirà, ma – ha osservato Dodd - siamo sicuri che continueranno a regalarci
ancora molte sorprese scientifiche”.</span><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: #393745; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11.5pt; letter-spacing: -.25pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: #393745; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11.5pt; letter-spacing: -.25pt; line-height: 115%;">Seconda
immagine<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: #393745; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 11.5pt; letter-spacing: -.25pt; line-height: 115%;">Il
disco placcato in oro, messaggero della Terra nello spazio interstellare
(fonte: NASA, JPL)</span><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-37775289967872963062023-09-25T12:19:00.001+02:002023-09-25T12:19:29.238+02:00CLIMATIZZATORE<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy8uMi6COb4iq-N8A678kOLOd9RFo2Q9S_y8AnUmJ2F1W8BbOXPL2rUdH-Th26LkxulC_7A63ovKBT4Y1L8B_7PI-Bfn5q4aDa-kpwzWpw2Cwzy9FPzQ8-Q1r20altLv2z3VIm7dYuOxX-9s04_yYw7P9usk4lLQsq6Sz90cUvewtC05e5hJ_TpYmWDLrB/s500/accendi-il-condizionatore-500x334-1.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="334" data-original-width="500" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy8uMi6COb4iq-N8A678kOLOd9RFo2Q9S_y8AnUmJ2F1W8BbOXPL2rUdH-Th26LkxulC_7A63ovKBT4Y1L8B_7PI-Bfn5q4aDa-kpwzWpw2Cwzy9FPzQ8-Q1r20altLv2z3VIm7dYuOxX-9s04_yYw7P9usk4lLQsq6Sz90cUvewtC05e5hJ_TpYmWDLrB/s320/accendi-il-condizionatore-500x334-1.webp" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Cosa influenza la bolletta elettrica?<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Rispondere a questa domanda con un riferimento generico
ai “consumi del climatizzatore” sarebbe davvero riduttivo, in quanto a loro
volta i consumi sono determinati da un complesso equilibrio di variabili
tecnologiche, installative e anche climatiche.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Cosa
influenza, quindi, la bolletta?<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Sappiamo tutti che i migliori elettrodomestici sono in
classe A e maggiori, come A++ proprio perché consumano meno rispetto ai modelli
in classi inferiori di efficienza.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Nella tecnologia rientrano, a seconda del modello di
climatizzatore scelto, anche tutte le sue funzionalità. Normalmente, sui
dispositivi che si trovano in commercio, ci sono funzioni di deumidificazione,
funzioni “Eco” oppure programmi notturni che prevedono lo spegnimento
automatico dopo un tot di ore. Tutte queste funzionalità permettono di
risparmiare elettricità.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Dimensionamento e potenza<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il dimensionamento è una procedura che va effettuata da
un tecnico ed è finalizzata a definire la potenza necessaria a raffrescare
efficacemente le stanze. È una valutazione che dipende dai volumi delle stanze
e da altri parametri che gli installatori conoscono bene, tra i quali la
disposizione interna delle stanze, la presenza o meno di vani scala aperti, le
condizioni di isolamento dell’edificio e l’esposizione delle pareti al sole.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il dimensionamento deve essere corretto ai fini
dell’ottimizzazione dei consumi. Questo perché, se venisse installato un
condizionatore sottodimensionato, sarebbe costretto a lavorare continuamente al
massimo per ottenere un risultato confortevole. Un climatizzatore
sovradimensionato determinerebbe invece uno spreco di risorse.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Quindi, dimensionamento e potenza ben calibrati sono
alleati del risparmio.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Tempi di utilizzo<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il consumo ovviamente è proporzionale al numero di ore in
cui la tecnologia è in funzione. Se a casa ci siete poco e rientrate solo la
sera, il climatizzatore dovrà funzionare solo per alcune ore. Se invece la
famiglia necessità di un comfort costante, allora deve funzionare per molte
ore. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Spegnere e riaccendere il condizionatore
consuma più energia?<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Si parla tanto di risparmio energetico, ma sappiamo
davvero come applicarlo in casa? Scoprite perché non è consigliabile spegnere e
riaccendere l'aria condizionata.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Ogni volta che accendiamo il condizionatore, il suo
funzionamento riparte con una certa accelerazione e notevole consumo di energia
elettrica. È proprio in questo picco che si verifica il maggior consumo.
Insomma, se lo accendiamo una volta, questo si verificherà solo questa volta,
mentre se lo facciamo ripetutamente, il consumo si ripete.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Raggiunta la temperatura impostata è meglio mantenere
acceso il condizionatore invece di spegnerlo per riaccenderlo poco dopo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-49243821792720971822023-09-13T11:51:00.001+02:002023-09-13T11:51:07.716+02:00LE UNITA’ DI MISURA ‘ARBITRARIE’.<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz3JpqnR_CJKcE6Co_uEKlcQZj_33PRJMLGO-SbmwjA7jCDj-BDGxMtfB78RLNkn33wph3EX6BsGERenY4S5PS2Uz7p4M0CkEwSa8Pnf1RZliyGbI8yRZpzLJxoCWg27dqkKF2axfQrZG_fdHUyhamwfWaBx2okBLD5urrk3KMoGLJcCiZEDdPsRI8ZzSD/s357/sistema-internazionale-misure.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="326" data-original-width="357" height="292" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz3JpqnR_CJKcE6Co_uEKlcQZj_33PRJMLGO-SbmwjA7jCDj-BDGxMtfB78RLNkn33wph3EX6BsGERenY4S5PS2Uz7p4M0CkEwSa8Pnf1RZliyGbI8yRZpzLJxoCWg27dqkKF2axfQrZG_fdHUyhamwfWaBx2okBLD5urrk3KMoGLJcCiZEDdPsRI8ZzSD/s320/sistema-internazionale-misure.jpg" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Aforisma<b>:</b> ‘<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i>Colui
che obbedisce a regole rigide e arbitrarie, ma a lui perfettamente note, è
molto più libero di colui che si crede libero perché ignora le regole cui
obbedisce’.</i><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Quando puoi misurare ciò di cui stai parlando, ed
esprimerlo in numeri, tu conosci qualcosa su di esso; ma quando non puoi
misurarlo, quando non puoi esprimerlo in numeri, la tua conoscenza è scarsa e
insoddisfacente. Può essere l'inizio della conoscenza, ma nei tuoi pensieri,
sei avanzato poco sulla via della scienza. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">La misurazione è quel procedimento che permette di
ottenere la descrizione quantitativa di una grandezza fisica cioè il valore
numerico del rapporto tra la grandezza incognita e quella omogenea scelta come
unità di misura <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">arbitraria</b>. La
scelta della grandezza omogenea avviene tramite la definizione del campione; il
valore numerico che risulta dal procedimento di misurazione tra il campione e
il misurando viene definito misura.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">E’ stato creato il Sistema Internazionale di unità di
misura, più ufficialmente, in lingua francese, Système International d'Unités e
abbreviato in SI che è il più diffuso tra i sistemi di unità di misura. Le
unità e gli altri elementi del SI vengono stabilite dalla Conférence Générale
des Poids et Mesures, CGPM. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Oggi, il SI è basato su sette unità fondamentali di
misura (lunghezza, tempo, massa, intensità di corrente elettrica, temperatura
termodinamica, intensità luminosa, quantità di sostanza) dalle quali vengono
ricavate tutte le altre unità di misura che sono dette unità derivate. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il SI, inoltre, definisce una sequenza di prefissi da
premettere alle unità di misura per identificare i loro multipli e
sottomultipli.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Anche se del tutto necessarie per avere una base di
partenza per qualsivoglia calcolo, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">occorre
tenere ben presente che le unità di misura sono arbitrarie. </b>Di conseguenza
le distanze, indicate in anni luce, degli oggetti del cosmo<b>:</b> galassie, buchi
neri, stelle ecc. non sono reali, per nulla attendibili.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Stella
polare<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Stella polare è la stella più luminosa della
costellazione di Ursa Minor, che si trova circa 434 anni luce dalla Terra.
Distanza non attendibile perché basata su unità di misura del tutto arbitrarie.
Non è importante conoscerne la distanza reale o altre attribuzioni, all’infuori
di una<b>:</b> È conosciuta perché rimane quasi immobile mentre tutto il
cielo settentrionale sembra muoversi intorno a lei. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Questo perché è localizzata quasi al polo celeste nord,
il punto intorno al quale tutto il cielo settentrionale apparentemente circola.
Quindi segna il modo in cui si trova il Nord. Il polo segna il vero nord, che
rende la stella polare importante nella navigazione, in quanto l’elevazione
della stella sopra l’orizzonte significa latitudine dell’osservatore.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Per gli osservatori al Polo Nord, la stella si trova
direttamente sopra la testa. Per gli osservatori all’equatore, stella polare
siede all’orizzonte.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-55700178786114853442023-09-06T18:46:00.002+02:002023-09-06T18:46:45.890+02:00 Forse non sai che in Sicilia c'è la tomba di un gigante: dov'è questo luogo (leggendario)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBahS2FgORr4a4nW_7N_r3Cd6oJTsttNYvaKGfphHjcWw6Tkg02wbb7qUbaxFR4UAtpB6VGAvCWuDQda1wnzC03Vkf4bIDGCDxEgGt80FeCqA5a7ftO8g8IfyMOKl1GtfVzBc69CfKuM4jyECaPeTfnHCM3L6IjvR1-wyeCaQmyxO4-3JAnGg6AfWMkJEo/s700/036194c10ef80f2301701f71030577cbb839b753-tomba-del-gigante-sagana-jpg-62222-1692957780.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="365" data-original-width="700" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBahS2FgORr4a4nW_7N_r3Cd6oJTsttNYvaKGfphHjcWw6Tkg02wbb7qUbaxFR4UAtpB6VGAvCWuDQda1wnzC03Vkf4bIDGCDxEgGt80FeCqA5a7ftO8g8IfyMOKl1GtfVzBc69CfKuM4jyECaPeTfnHCM3L6IjvR1-wyeCaQmyxO4-3JAnGg6AfWMkJEo/s320/036194c10ef80f2301701f71030577cbb839b753-tomba-del-gigante-sagana-jpg-62222-1692957780.jpeg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">A seguire l’articolo di <b>Livio
Grasso </b><i>Archeologo</i><b><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><<
Sulla strada per Sagana è ben visibile</span></i><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> <i>un sarcofago di
grandissime dimensioni. Secondo racconti popolari, era stato
"foggiato" per l'eterno riposo di un'enorme creatura.<o:p></o:p></i></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Un tempo, secondo antiche leggende, la Sicilia fu
popolata da enormi e temibili creature. Si tratta dei cosiddetti <b>giganti,</b> protagonisti
di innumerevoli racconti mitici. Alcune fonti rilasciano svariate notizie sulla
possibile esistenza di questi uomini mastodontici.<br />
<br />
A tal riguardo, si vocifera che nel 1527 furono rinvenute delle enormi ossa in
diverse grotte del Monte Grifone; la località rientra nel versante territoriale
di <b>Palermo</b>.<br />
<br />
Tale ritrovamento indusse gli studiosi a compiere delle ricerche sempre più
approfondite e dettagliate in relazione alla civiltà dei giganti.<br />
<br />
Basti pensare allo storico Antonio Mongitore che, nell’opera intitolata
"Della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili", riportava
molteplici informazioni sulla presenza delle ossa dei giganti in vari luoghi
siciliani. Oltre a ciò egli dichiarava di aver visitato personalmente la
spelonca di Maredolce.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Qui, a suo dire, un certo <b>Paolo Lentini</b> individuò
il cadavere di un gigante alto 18 cubiti (circa otto metri). A partire da
allora l’area fu assiduamente frequentata da numerosi visitatori, attratti
dalla sensazionale scoperta. Ciò, al contempo, incentivò a ritenere che i
giganti fossero i primi abitatori dell’isola.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Dello stesso avviso erano persino il filosofo Empedocle,
vissuto nel V secolo a.C., e il noto Giovanni Boccaccio.<br />
<br />
Entrambi, infatti, affermavano che i giganti abitavano negli <b>antri
costieri siciliani</b>. Nei primi decenni dell’Ottocento, la questione fu
sottoposta a delle analisi minuziose e accurate; accertare la veridicità dei
fatti raccontati rientrò tra gli obiettivi prioritari della ricerca.<br />
<br />
Ben presto, precisamente nel 1831, le indagini confermarono che i resti ossei
appartenevano ad animali di epoca preistorica: cervi, ippopotami ed elefanti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Dello stesso avviso erano persino il filosofo Empedocle,
vissuto nel V secolo a.C., e il noto Giovanni Boccaccio.<br />
<br />
Entrambi, infatti, affermavano che i giganti abitavano negli <b>antri
costieri siciliani</b>. Nei primi decenni dell’Ottocento, la questione fu
sottoposta a delle analisi minuziose e accurate; accertare la veridicità dei
fatti raccontati rientrò tra gli obiettivi prioritari della ricerca.<br />
<br />
Ben presto, precisamente nel 1831, le indagini confermarono che i resti ossei
appartenevano ad animali di epoca preistorica: cervi, ippopotami ed elefanti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Da quel che si vocifera, l’arcano fu risolto dal
brillante e talentuoso abate <b>Domenico Scinà</b>. Nel 1867, invece,
Gaetano Giorgio Gemmellaro risalì all’identificazione delle suddette specie
effettuando uno studio anatomico e morfologico delle ossa. Allo stato attuale,
esse sono conservate presso il Museo Gemmellaro della città palermitana. I fossili
rinvenuti risalgono a circa 200.000 anni addietro.<br />
<br />
A quel periodo, come attestato dalla scienza, la terra siciliana pullulava di
elefanti, ippopotami, cervi, daini, lupi, cinghiali e orsi. Ad ogni modo, il
mistero sull’esistenza dei giganti in Sicilia non appare del tutto chiarito.<br />
<br />
Nella frazione di <b>Sagana</b>, sita nel territorio di Monreale, è ben
visibile un sarcofago di grandissime dimensioni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">I ricercatori, non appena localizzato, hanno indagato
sulle origini storiche del complesso tombale. Prestando fede alle testimonianze
popolari, esso era stato "foggiato" per contenere le spoglie di <b>un
vero e proprio gigante</b>.<br />
<br />
Di converso, altri sostengono che fu realizzata per seppellire un guerriero
saraceno di nobili origini. Purtroppo, la carenza di indizi sul reperto non
consente di giungere ad alcuna conclusione esaustiva.<br />
<br />
Ulteriori teorie, in aggiunta, ipotizzano che il sepolcro custodiva la salma di
un patrizio romano. In ogni caso, ad oggi, i più credono che sia un cenotafio.
Ovvero un <b>monumento sepolcrale </b>che, nell’antichità, veniva
eretto per commemorare una persona od un gruppo di persone sepolte altrove.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">In definitiva, il monumento funebre di Sagana è un enigma
che pone una serie di interrogativi difficilmente risolvibili. Pertanto, la
formulazione di un giudizio scientifico e risolutivo non è al momento
proponibile. </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; line-height: 115%; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"><<<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Osservando
da vicino quel sarcofago, situato proprio a pochi metri dalla strada, ho notato
che è stato sicuramente violato. Alcuni dei blocchi di tufo, con cui sembra
costituito, sono stati rimossi e poi rimessi a posto chiudendo le fessure con
del materiale di colore leggermente diverso da quello del tufo. La manomissione
è chiaramente evidente. Nessuno sa nulla di tale violazione o cosa abbia
scoperto.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">I
segni dell’erosione farebbero risalire la sua costruzione ad un paio di
millenni fa, al tempo degli antichi romani. <o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Le
abitazioni della frazione Sagana distano parecchio ed ancor più Monreale, mentre
l’area dove sorge il sarcofago è oggi praticamente disabitata, il sarcofago fu
quindi edificato in mezzo al nulla.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p><br /><p></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-48479968542272162152023-03-16T16:28:00.002+01:002023-03-16T16:28:16.819+01:00TETTONICA A PLACCHE E MARI.<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaxHtNbrKyn4MMEljeTuuJYSeHIzZceQvbL2t-flLa6rjFmNQx2CTsd6iaEEfJi7pksVLKqJbcWVjLj4VTSMYcxKW-zDljZwHy1yhxIKKPPGkvIX7defyDa-S7r1P3UzC7wnEHXBTZqZ1RNOHW3z4B6UvEMQwdAgoEWOfWzM1C-2-j3NwHM-hbJCBPBw/s700/tardigrado-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="519" data-original-width="700" height="237" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaxHtNbrKyn4MMEljeTuuJYSeHIzZceQvbL2t-flLa6rjFmNQx2CTsd6iaEEfJi7pksVLKqJbcWVjLj4VTSMYcxKW-zDljZwHy1yhxIKKPPGkvIX7defyDa-S7r1P3UzC7wnEHXBTZqZ1RNOHW3z4B6UvEMQwdAgoEWOfWzM1C-2-j3NwHM-hbJCBPBw/s320/tardigrado-1.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="color: #222222; font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;"><br /></span><p></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">Oggi è stato dimostrato che i continenti si muovono l'uno rispetto
all'altro.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">La litosfera (cioè la parte rocciosa o liquida e più esterna del nostro
pianeta) è divisa in grandi blocchi, le placche continentali e i mari, che
galleggiano su uno strato fuso (il mantello), si muovono.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">Che le placche siano mosse dal grandissimo calore presente all'interno
della Terra, oppure per l'attrazione solare, lunare e per la rotazione
terrestre, che avrebbero un ruolo nel movimento delle placche, le placche e gli
oceani comunque si muovono.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">Un centimetro l’anno, a salire o a scendere, movimento non percettibile,
nel corso di milioni di anni diventa di milioni di centimetri e quello che era
il fondo del mare lo ritroviamo come catene di montagne e terre emerse, mentre
le catene montuose diventano fondale dei mari.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">E’ del tutto naturale che flora e fauna siano state costrette nel tempo a
modificarsi per adattarsi agli sconvolgimenti lentissimi ma fatali della
litosfera. In realtà non abbiamo idea di quante forme di vita animale e vegetale
abbia ospitato la Terra. Flora e fauna non si sono mai completamente estinte, forse
grazie agli indistruttibili Tardigradi, neppure a causa delle glaciazioni.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">Non si sa ancora con precisione quante glaciazioni ci siano state sulla
Terra, e quando. I primi studi sistematici furono fatti all’inizio del secolo
dai geologi Penck e Brueckner nella regione alpina. Essi conclusero che nel
Pleistocene (il periodo più studiato: da due milioni a circa 10 mila anni fa)
ci furono in quella zona quattro periodi di espansione e ritiro dei ghiacci.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Le glaciazioni furono distinte con i nomi di fiumi: Günz, Mindel, Riss e
Würm, e i periodi interglaciali come Günz-Mindel, Mindel-Riss e Riss-Würm.
Alcuni studiosi ipotizzano una quinta glaciazione (Donau), prima di quella di
Günz. Altri affermano che negli ultimi 500 mila anni si sono avute cinque o sei
glaciazioni, a cicli di circa 100 mila anni. L’ultima che ha interessato le
Alpi si verificò tra i 18 e i 20 mila anni fa. Nel Pleistocene le glaciazioni
interessarono anche Europa centrale, regione scandinava, Asia, America del
nord, Africa e Australia. Altre glaciazioni si sarebbero avute prima del
periodo Cambriano (circa 600 milioni di anni fa) e nel Carbonifero (circa 300
milioni di anni fa). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span></p>
<p><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;"> </span> </p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-82920424955170438992023-02-15T12:50:00.001+01:002023-02-15T12:50:48.163+01:00Gelatina, colla di pesce e addensanti.<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7nCvywchcz0r4DMVysS8neox7AsHaIvKa7BsU2El8BOw5_3HYGgrmo73IrM3jdLB8Tc0d3vyYzemnHehCjPSpvh2RBhYapNnuek1FQTgFCReBfCuCOCcjh9ChDnyoKA9KDu-TasiXe1eRRELry_0F5gWvjN4U2MDZGRO5FKpYw1mCpr-6Ww2bC1UlnA/s750/gold-bear-gummi-bears-bear-yellow-55825.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="750" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7nCvywchcz0r4DMVysS8neox7AsHaIvKa7BsU2El8BOw5_3HYGgrmo73IrM3jdLB8Tc0d3vyYzemnHehCjPSpvh2RBhYapNnuek1FQTgFCReBfCuCOCcjh9ChDnyoKA9KDu-TasiXe1eRRELry_0F5gWvjN4U2MDZGRO5FKpYw1mCpr-6Ww2bC1UlnA/s320/gold-bear-gummi-bears-bear-yellow-55825.webp" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR5y0vLfAVnGa1rjy1aHO9-X2jcotysvqLXzsSWR7tHTHoQ6a2JmUtz_0FbsnEChfmjItcy8gzbLrtcWzxaztksK44SF1-Nz7sjWqZzlcktunkZ9Om91MxFodqFUsyTaYqEKXNdoyutb5MNBEzpH3B48B3f3FiOl89sppOO03tSn_u0R8TP1D3gtgr2Q/s640/gelatine.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="424" data-original-width="640" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR5y0vLfAVnGa1rjy1aHO9-X2jcotysvqLXzsSWR7tHTHoQ6a2JmUtz_0FbsnEChfmjItcy8gzbLrtcWzxaztksK44SF1-Nz7sjWqZzlcktunkZ9Om91MxFodqFUsyTaYqEKXNdoyutb5MNBEzpH3B48B3f3FiOl89sppOO03tSn_u0R8TP1D3gtgr2Q/s320/gelatine.webp" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGkVhfyBz0mzGnbSK88xFrP3LX93_6COfo6_0n0xetpWoJIRIdIcVU13WrrWw_wVYkfwYZICd7T2lkAbYlTQZ794EZWy60q-nzRdQC4Iz_PFJiia9BilMIWwp7VwwdoT5PaJbrs2xwnc0hNm7EM4g1pNbp4aN9BIloidflUI1Y7Ur9HKjLkCrswmxmzg/s750/come-si-usa-gelatina-scaled.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="750" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGkVhfyBz0mzGnbSK88xFrP3LX93_6COfo6_0n0xetpWoJIRIdIcVU13WrrWw_wVYkfwYZICd7T2lkAbYlTQZ794EZWy60q-nzRdQC4Iz_PFJiia9BilMIWwp7VwwdoT5PaJbrs2xwnc0hNm7EM4g1pNbp4aN9BIloidflUI1Y7Ur9HKjLkCrswmxmzg/s320/come-si-usa-gelatina-scaled.webp" width="320" /></a></div><br /><h4 class="x1heor9g x1qlqyl8 x1pd3egz x1a2a7pz xod5an3" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: inherit; margin: 0px 0px 12px; outline: none; padding: 0px; transition-property: none !important;"><br /></h4><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Aspic, panna cotta, caramelle gommose e glasse sono solo alcune delle preparazioni che hanno un ingrediente in comune: la gelatina.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La gelatina o, più in generale, gli addensanti sono <span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">agenti gelificanti</span></span>, ovvero che portano un composto liquido allo stato solido.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Gli addensanti sono molto usati in pasticceria e differiscono per la composizione: un grammo di gelatina in un liquido può dare una consistenza diversa da un grammo di un altro addensante presente nello stesso liquido.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">I vari tipi di gelatina</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Uno degli addensanti più conosciuti è la gelatina animale, ma ne esistono anche di vegetali come la gomma gellan, l’agar agar, la pectina o gli amidi. Andiamo a vedere nello specifico ogni tipo di agente addensante.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Gelatina animale</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La gelatina animale, famosa con il nome “colla di pesce” perché era ottenuta dalla vescica natatoria di alcuni pesci (in particolare lo storione), oggi è ottenuta soprattutto dalla cotenna di maiale e dalle ossa di bovini e suini. Se tra gli ingredienti della vostra merendina preferita c’è l’<span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">E441</span></span>, vuol dire che è presente la gelatina animale in quel prodotto.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Per utilizzare la gelatina animale è necessario idratarla in acqua fredda (tra i 10° e i 15°C), poi riscaldarla in un po’ di liquido (in base a quello previsto dalla ricetta: panna, latte, acqua, vino, ecc.) e poi farla gelificare al freddo (circa 10°C).</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Per utilizzare invece i fogli sottili e trasparenti di colla di pesce, vanno prima immersi per alcuni minuti in acqua e quindi strizzati. Questo processo è necessario per far idratare il collagene, presente circa al 90% in peso nella gelatina.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Il collagene è una proteina presente nelle ossa, cartilagini, tendini e tessuti connettivi di tutti gli animali. La Man mano che cuociamo un brodo di carne (con ossa e parti ricche di tessuto connettivo) la quantità di collagene si concentra nel liquido e, lasciandolo raffreddare, si ottiene un composto gelatinoso capace di intrappolare aromi e liquidi.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">I composti preparati con la gelatina animale possono essere congelati senza che il prodotto ne risenta.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Per un litro di liquido si usano circa 20 g di gelatina.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Pectina</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La pectina (sigla <span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">E440</span></span>), è un prodotto naturalmente presente in alcuni frutti e piante e si utilizza per confetture, marmellate, yogurt, succhi e gelatine.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Il potere gelificante di alcuni frutti era già noto nella prima metà del 1800, quando venivano aggiunti alcuni frutti nella preparazione di confetture e marmellate di frutta con un basso potere gelificante.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La buccia degli agrumi (limone, lime, arancia, bergamotto, mandarino) e le mele sono i frutti con la maggior presenza di pectina.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Agar Agar*</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">L’agar agar è un agente gelificante vegetale derivato dalle alghe. È presente nei prodotti confezionati con la sigla <span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">E406. </span></span>L’agar agar non si scioglie in acqua ma per poter utilizzare il suo potere gelificante si deve riscaldare a circa 80°-90°C e poi inizia ad addensare i composti a 30°-40°C .</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Al contrario della gelatina animale, non resiste al congelamento ma il composto gelificato può essere sciolto nuovamente mediante cottura e poi fatto risolidificare. polvere.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Per 1 litro di liquido serviranno circa 4/5 g di agar agar in polvere. È consigliabile utilizzare l’agar agar entro sei mesi dall’acquisto perché, col passare del tempo, diminuisce il potere gelificante.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Gomma gellan*</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La gomma gellan, poco nota al grande pubblico, è l’agente gelificante che permette di ottenere gelatine più forti, infatti è usata per ottere i fogli sottili di gelatina utilizzati per decorare i piatti e i dessert e per tutti quei dessert che hanno una parte gelatinosa interna ma che prevedono la cottura in forno, poiché è resistente al calore. È presente negli alimenti con la sigla <span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">E418 </span></span>(si trova spesso nel latte di soia)<span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;"> </span></span>e si ottiene dal batterio Sphingomonas elodea. La gomma gellan è un ingrediente del prodotto, SHHH QUESTO NON E’ LATTE, della ditta alpro, bevanda vegetale gusto latte a base di avena, che assumo a colazione essendo intollerante al lattosio.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Questo batterio è stato scoperto e isolato dalla ex Divisione Kelco di Merck & Company, Inc. nel 1978 dal tessuto vegetale del giglio presente in un laghetto naturale in Pennsylvania.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Per utilizzarla è necessario idratarla in acqua fredda, poi portarla a 90°C e lasciarla raffreddare: a 60°C inizia il processo di gelificazione.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Xantano*</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La gomma di xantano, o semplicemente xantano, è molto usato nella cucina senza glutine per far addensare gli impasti. Sulle etichette dei prodotti alimentari viene indicato come <span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">E415.</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Lo xantano è una gomma naturale che rende l’impasto lavorabile e morbido, cosa che spesso non accade utilizzando farine gluten free.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">È molto indicato nelle preparazioni di paste friabili (frolle, brisée,paste secche) e di lievitati poiché ne aumenta la sofficità.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Carragenina*</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La carragenina è molto utilizzata nell’industria alimentare come addensante per la panna da cucina o per dolci, spesso con la sigla <span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">E407</span></span>.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Si ottiene dalla bollitura di due alghe rosse presenti sulla costa rocciosa dell’Atlantico settentrionale.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Amidi*</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Gli amidi come la maizena (o amido di mais), amido di riso o fecola di patate, sono molto utilizzati in pasticceria, soprattutto per addensare le creme e le salse.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Come per l’agar agar, è necessario scaldare il composto (circa 90°C) affinché l’agente gelificante compia il suo dovere.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Scala Bloom</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La scala Bloom misura la forza del gel formato dall’agente addensante: maggiore è il suo valore nella scala, maggiore sarà il suo potere addensante.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Sono vegano, quale uso?</span></span></span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Se segui un’alimentazione che non prevede l’assunzione di derivati animali, puoi utilizzare tutti gli agenti addensanti della lista <span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">contraddistinti dall’asterisco</span></span>.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Quando vai fuori a cena o nei locali non esclusivamente vegan, chiedi sempre se in dolci come panna cotta, budino, creme varie è presente la gelatina animale, facendo presenti le restrizioni alimentari.</span></div><div class="x1e56ztr" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="x193iq5w xeuugli x13faqbe x1vvkbs x1xmvt09 x1f6kntn xvq8zen xo1l8bm xzsf02u" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">In commercio la gelatina animale è presente nei prodotti alimentari con la sigla <span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">E441</span></span>.</span></div>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-6170154551198484542023-01-31T11:57:00.001+01:002023-01-31T11:57:20.459+01:00LEVITAZIONE MAGNETICA.<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPEIWXeUeqneWqMffNDlYG2ZfI3iE8gVFYKHRK952GdEaTxGVeH4BizLXXTEMyu5CpRboS4lTxnXagrvsnMwNd1v5QGDEpVcSGhgybCdk6lNlisaSwLHD24CGqQpCxJ6kS8sS6rCrv93csVifTO6MOwmpcDZxLTL1FuHFEh57iPu5cBXQ5vH56_u1j3A/s700/328323102_510157927869752_1829345633790843389_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="514" data-original-width="700" height="235" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPEIWXeUeqneWqMffNDlYG2ZfI3iE8gVFYKHRK952GdEaTxGVeH4BizLXXTEMyu5CpRboS4lTxnXagrvsnMwNd1v5QGDEpVcSGhgybCdk6lNlisaSwLHD24CGqQpCxJ6kS8sS6rCrv93csVifTO6MOwmpcDZxLTL1FuHFEh57iPu5cBXQ5vH56_u1j3A/s320/328323102_510157927869752_1829345633790843389_n.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijNkdQP3g3UMsTc5o118GYvIkOgLWP9CsRJcecaEYj0n6WwWaXOgO_oMHF-mCtu0QN5hifzWtyPZgHMYPpZuJY0WD8JKvNe55M6wy8xMGAdvoOXhaAiGxuzWOtc0LcoCppgQwNYu895Kx84Z6wvWx6KVaq-um2PIXQBuaAJCtH8gWMPMJZmnoREa7Ihg/s700/328465775_6328086413869220_168349705220342215_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="700" height="252" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijNkdQP3g3UMsTc5o118GYvIkOgLWP9CsRJcecaEYj0n6WwWaXOgO_oMHF-mCtu0QN5hifzWtyPZgHMYPpZuJY0WD8JKvNe55M6wy8xMGAdvoOXhaAiGxuzWOtc0LcoCppgQwNYu895Kx84Z6wvWx6KVaq-um2PIXQBuaAJCtH8gWMPMJZmnoREa7Ihg/s320/328465775_6328086413869220_168349705220342215_n.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFHwQ1-QapV5Npz9jISPmtayJNG7Fg9uZqfnO6ZQ4UW-VoOcCiBmDiZllQsQe1APHEMMbEO7kIVtfb8cbdjDl35qWSAaMHCe-DxBq8Yy-1fgTWQ9FjNJ4_L-QtUsplZvscHF22rlXBw9JHGOP-91HvqyDdgZ_4iylD2pRYZMwDUEBJO8OPP77ai0_8mw/s700/328281128_577944497562170_3840580463673456666_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="566" data-original-width="700" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFHwQ1-QapV5Npz9jISPmtayJNG7Fg9uZqfnO6ZQ4UW-VoOcCiBmDiZllQsQe1APHEMMbEO7kIVtfb8cbdjDl35qWSAaMHCe-DxBq8Yy-1fgTWQ9FjNJ4_L-QtUsplZvscHF22rlXBw9JHGOP-91HvqyDdgZ_4iylD2pRYZMwDUEBJO8OPP77ai0_8mw/s320/328281128_577944497562170_3840580463673456666_n.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><h1 style="background: white; margin-top: 0cm;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Nel lontano passato, sulla terraferma gli
uomini si spostavano a piedi, successivamente a cavallo, dopo ancora in
carrozza, oggi in auto, e in futuro</span><span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #1a171b; font-family: Helvetica, "sans-serif"; font-size: 9.5pt;"> ?</span><span style="color: #1a171b; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-size: 9.5pt;"><br style="box-sizing: border-box;" />
<br style="box-sizing: border-box;" />
</span><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">La tecnologia del trasporto guidato a levitazione
magnetica<span style="font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></span></h1>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><i><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif";">Qesto post descrive i
tre sistemi presenti sul mercato basati sulla tecnologia della levitazione
magnetica: il Sistema Maglev, il Sistema HYPERLOOP e Sistema IRONLEV, fornendo
anche un confronto finale tra le linee ad AV tradizionali e i sistemi a
levitazione magnetica.<o:p></o:p></span></i></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"> </span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">1. Sistemi a
levitazione magnetica<o:p></o:p></span></b></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">La levitazione
magnetica, nell’ambito del trasporto guidato, opera con l’azione di forze
elettromagnetiche per la mobilità del vettore basata sul principio di base del
magnetismo per cui due poli magnetici uguali si respingono, mentre due poli
opposti si attraggono. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Ad esempio in un
sistema di trasporto ferroviario su rotaia lungo le carrozze che compongono il
convoglio si possono posizionare elettromagneti (o bobine superconduttrici) con
lo scopo di generare un campo magnetico da corrente elettrica e lungo i
binari disporre bobine alimentate da una corrente trifase. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Pertanto, il
treno verrebbe costantemente attratto e spinto indietro nella direzione del suo
moto, mentre la propulsione potrebbe essere fornita da un motore lineare
sincrono.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">ll motore
lineare sincrono nei treni può essere costituito da un rotore (posto sul
binario) e da uno statore (posto sotto il carro), entrambi separati tra loro.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">La ricerca di
tecnologie avanzate con l’uso principalmente della levitazione magnetica e non
solo, nell’ambito del trasporto guidato, per la realizzazione di sistemi che
fossero in grado di fornire alte prestazioni di velocità, ha permesso di
ottenere risultati allineati a quelli aeronautici ma a più contenuto impatto
ambientale.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Inoltre i
sistemi a levitazione magnetica garantiscono un<b> consumo energetico</b>,
a parità di lunghezza di viaggio e medesima velocità operativa, molto <b>inferiore</b> rispetto
ai sistemi ferroviari su ruota.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Le tecnologie
moderne del settore, già sperimentate, si possono inquadrare in <b>tre
sistemi</b>: <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Sistema MAGLEV</span></b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"> (<i>Magnetic
Levitation – levitazione magnetica</i>) che utilizza magneti superconduttori
per far librare il convoglio sopra un binario elettrico, viaggiando a oltre 600
km/h. Raggiungere e mantenere l’equilibrio del convoglio sulla via di corsa è
un’azione complessa entrando in gioco forze gravitazionali, elettriche e
magnetiche.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Sistema HYPERLOOP</span></b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"> (Brevetto
della Hyperloop Transportation Technologies) che utilizza tubi a bassa
pressione per poter spingere capsule, che possono contenere passeggeri o merci,
fino a velocità di 1.200 - 1.220 km/h. Le capsule si muovono su un cuscino
d'aria generato attraverso più aperture nella sua base, così da ridurre
ulteriormente l'attrito. In alternativa si possono utilizzare magneti
permanenti per la levitazione magnetica delle capsule.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Sistema IRONLEV</span></b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"> che
utilizza un carrello a levitazione magnetica, studiato per funzionare sulle vie
di corsa ferroviarie già esistenti sino a velocità di 500 km/h. <br />
Il sistema si potrà applicare su treni di nuova generazione, sostituendo le
ruote con pattini a levitazione magnetica appositamente studiati.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"> <b>2. Il
Sistema Maglev </b><o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">La <b>levitazione
magnetica</b> è una tecnologia di trasporto mediante la quale i convogli
si muovono guidati e spinti da campi magnetici mentre sono sospesi sopra una
via di corsa (guideway realizzata con materiali tradizionali acciaio,
calcestruzzo e alluminio), senza essere fisicamente a contatto con alcuna
superficie di scorrimento. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Il Maglev <b>utilizza
un motore lineare</b> e i cui avvolgimenti elettrici sono posizionati sul
guideway, in modo da produrre un campo elettromagnetico.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Il convoglio,
essendo sospeso in aria, non ha contatto con la via di corsa e quindi l'unica
forza che si oppone al moto è quella dovuta alla resistenza all'aria. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Di conseguenza
il Maglev è in grado di <b>viaggiare a velocità elevatissime con un
consumo di energia contenuto e un livello di rumore accettabile</b>.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Alcune tipologie
di convogli realizzati sono in grado di viaggiare ad oltre 600 km/h, velocità
comparabile con quella del trasporto aereo. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Il <b>principio
di funzionamento del Maglev</b> si può così riassumere:<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo2; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">utilizzando due magneti accostati con
i poli opposti su di una superficie liscia, attraverso il blocco di uno dei
magneti avviene lo scivolamento del secondo sulla superficie liscia.
<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">La tecnologia di
sospensione è stata studiata con l’applicazione di <b>tre tipologie
alternative</b>:<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l1 level1 lfo3; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">la prima è la<b> sospensione elettromagnetica</b>,
in cui sono utilizzati elettromagneti convenzionali che sorreggono il treno
sopra la via di corsa;<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l1 level1 lfo3; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">la seconda, invece, è la <b>sospensione
elettrodinamica</b>, che sfrutta le polarità opposte dei magneti del veicolo e
delle rotaie, mettendo in movimento il veicolo con la forza repulsiva fra di
essi;<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l1 level1 lfo3; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">la terza si basa sull'effetto
di <b>repulsione di elementi magnetici permanenti posti sul veicolo</b>.
Il sistema utilizza elettromagneti non alimentati (passivi) e magneti
permanenti. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Le prime due
tipologie di tecnologia sopracitate, per consentire il movimento del convoglio
mantenendolo sospeso sopra la via di corsa, utilizzano un’onda magnetica che si
propaga lungo la guideway. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">2.1 Sistema a
sospensione elettromagnetica (EMS)</span></b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"><o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">La <b>sospensione
elettromagnetica</b> è un sistema di levitazione che utilizza una forza
magnetica attrattiva per mezzo della quale elettromagneti convenzionali
collocati all’interno delle due estremità curve site sotto e sui fianchi
interni del convoglio, interagiscono e sono attratti da sbarre ferromagnetiche
poste sulla guideway stessa (Fig.1). <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Questo sistema,<b> intrinsecamente
instabile, è reso operativo da sistemi di controllo elettronici</b> che
mantengono costante l'apertura d’aria tra il veicolo e la guideway. Tale
distanza, approssimativamente di 15 mm, deve essere costantemente misurata e
corretta per impedire al veicolo di urtare contro la guideway stessa. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Le variazioni
dei carichi trasportati in termini di peso, carichi dinamici e irregolarità
della guideway sono compensate dal cambiamento dell'intensità del campo
magnetico in risposta alle diverse misurazioni dell'apertura d'aria ossia la
distanza tra convoglio e guideway. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Nel sistema EMS,
i magneti avvolgono le sbarre d’acciaio della pista e sono controllati
attivamente da sensori elettronici che misurano l’apertura d'aria. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">2.2 Sistema a
sospensione elettrodinamica (EDS)<o:p></o:p></span></b></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Questo sistema,
per ottenere la levitazione, utilizza le forze opposte tra i magneti installati
sotto il convoglio e le strisce o gli avvolgimenti elettricamente conduttivi,
siti sulla guideway.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Il sistema è<b> intrinsecamente
stabile e non richiede monitoraggi e correzioni.</b> <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Inoltre, tra la
guideway e il convoglio vi è un’apertura d'aria relativamente ampia, in genere
compresa tra 100 e 150 mm.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">I convogli EDS
utilizzano <b>magneti superconduttori</b>, estremamente<b> potenti e
leggeri ma più costosi</b> dei magneti convenzionali e richiedono un sistema
di refrigerazione installato sul convoglio che li mantenga a bassa
temperatura. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">La levitazione
in un sistema EDS è il risultato del movimento relativo fra i magneti e le
bobine. Questo tipo di levitazione è intrinsecamente stabile sopra di una certa
soglia di velocità. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Le correnti
indotte esercitano una forza per muovere i magneti in modo che possano
interagire con le bobine generando un flusso magnetico. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">2.3 Sistema a
sospensione con magneti permanenti (Inductrack)<o:p></o:p></span></b></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Questa
tecnologia, la <b>più economica</b> e promettente, si basa
sull'effetto di repulsione di elementi magnetici permanenti posti sul veicolo.
Il sistema utilizza elettromagneti non alimentati (passivi) e magneti
permanenti (Fig. 3).<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Nella condizione
di fermo, il convoglio poggia su ruote di gomma. Per iniziare a muoversi, il
convoglio avanza lentamente sulle ruote, consentendo ai magneti sotto il treno
di interagire con quelli dei binari.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Una volta che il
convoglio raggiunga i 150 km/h, la forza magnetica è sufficiente da permetterne
un sollevamento di 100 mm da terra, eliminando l’attrito e per consentire di
operare a velocità sempre più elevate.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">L’unico
requisito richiesto</span></b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">, per mantenere la levitazione, è
il <b>movimento del convoglio a bassa velocità</b> (pochi Km/h,
all'incirca a passo d'uomo). <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">I circuiti
conduttori sul tracciato traggono energia dal movimento del treno (questo viene
denominato trascinamento magnetico), assicurando una buona efficienza.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">I magneti e il
carrello sono alimentati solo nella fase di accelerazione del carrello.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Il sistema <b>Inductrack</b>:<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt; mso-list: l2 level1 lfo4; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">venne sviluppato originariamente dal
fisico Richard Post del Lawrence Livermore National Laboratory per creare un
motore magnetico che immagazzinasse energia attraverso il movimento del
carrello; utilizza per stabilizzarsi degli Halbach array (magnete permanente
Halbach), costituiti dall’unione di magneti permanenti disposti in modo da
rafforzare il campo magnetico lungo una faccia dell'array e contemporaneamente
per cancellare con interferenza, il campo magnetico nella faccia opposta. Gli
Halbach array quindi, stabilizzano il movimento del treno con le linee di forza
magnetiche senza necessità di elettronica.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt; mso-list: l2 level1 lfo4; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Si precisa che Halbach array è, come
detto, una struttura magnetica. Utilizza una disposizione speciale di
unità magnetiche per migliorare l'intensità del campo. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt; mso-list: l2 level1 lfo4; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">L'obiettivo è utilizzare la minor
quantità di magneti per generare un campo magnetico potente.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Per le sue eccellenti caratteristiche
di distribuzione del campo magnetico, gli Halbach array sono utilizzati nella
levitazione magnetica.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Gli array lineari Halbach sono attualmente
utilizzati principalmente nei motori lineari.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Il principio di levitazione del treno
maglev è legato al magnete mobile che interagisce con il campo magnetico
generato dalla corrente indotta nel conduttore per generare forza di
levitazione e, contemporaneamente, operare la repulsione magnetica.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Migliorare la galleggiabilità e il
rapporto di repulsione è la chiave per ottimizzare le prestazioni del sistema
di levitazione</span></b><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">, che richiede:<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">il peso del magnete di bordo
leggero, <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">elevato campo magnetico, <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">campo magnetico uniforme,<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt;"><!--[if !supportLists]--><span style="color: #1a171b; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">alta affidabilità.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">L'Halbach array è installato
orizzontalmente al centro del corpo vettura e frontalmente interagisce con
l'avvolgimento al centro della pista per generare forza propulsiva. Tale
geometria frontale massimizza il campo magnetico con una piccola quantità di
magneti, mentre il lato posteriore dell’Halbach array è avvolto da minori campi
magnetici.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Le forze magnetiche di sollevamento
del convoglio attivano lo spostamento contestuale in avanti mantenendolo al
centro dei binari. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Si tratta della stessa tecnologia
utilizzata da Tesla’s Hyperloop, che rende la guida fluida e il convoglio ad
alto grado di sicurezza nell’esercizio.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Il sistema Inductrack per i treni
maglev evita le problematiche che coinvolgono entrambi i sistemi EMS ed EDS,
specialmente per le sospensioni di sicurezza.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Utilizza solo magneti permanenti in
un Halbach array montati sul vagone del treno e circuiti conduttivi non
alimentati installati sul tracciato per provvedere alla levitazione. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Come detto l'unico requisito è che il
treno, per mantenere la levitazione, debba essere già in movimento a pochi
chilometri orari (all'incirca a passo d'uomo).<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Ad una certa velocità critica il
campo magnetico indotto è abbastanza forte da indurre la levitazione sopra una
serie di circuiti del campo. Gli Halbach array si possono distribuire in una
configurazione stabile ed essere installati, ad esempio, in un vagone
ferroviario.<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Immagini<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 5.0pt;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;">Le immagini mostrano 2 treni a
levitazione magnetica attualmente in funzione, uno a Tokio in Giappone, l’altro
a Shanghai in Cina. Nulla di strano, sono stati i giapponesi a inventare il
transistor che ha cambiato il mondo, mentre i cinesi attualmente hanno
produzioni che da sole superano in volume quelle di altri paesi messi insieme.<br />
<br />
<br />
<br />
<o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"><br />
<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"> <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"><br />
<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"><br />
<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #1a171b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-bidi-font-style: italic;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="color: #1a171b; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-size: 9.5pt; line-height: 115%;"><br style="box-sizing: border-box;" />
<br style="box-sizing: border-box;" />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p>
Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-44008190032392375602023-01-13T11:20:00.000+01:002023-01-13T11:20:09.141+01:00GRAVITA'.<p> </p><p class="MsoNormal"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcEbwZpR3fd-aPr1-FIoTCHP4A_41A5y-V6IV9qa2eVNFtQCy4l97hdMpBMebOeISBFO7MeahArPX_BpjKuCwzTSUJeQlp3B98tcrUHAHTjDbKgAezxKQ3MYJ4mIb4mT4VDOAEafY_YX7PaOnDDRgknLc-1y1F0TF90JGibSKHAcu8k5e8axT8QfzFQQ/s612/istockphoto-1046128816-612x612.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="344" data-original-width="612" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcEbwZpR3fd-aPr1-FIoTCHP4A_41A5y-V6IV9qa2eVNFtQCy4l97hdMpBMebOeISBFO7MeahArPX_BpjKuCwzTSUJeQlp3B98tcrUHAHTjDbKgAezxKQ3MYJ4mIb4mT4VDOAEafY_YX7PaOnDDRgknLc-1y1F0TF90JGibSKHAcu8k5e8axT8QfzFQQ/s320/istockphoto-1046128816-612x612.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv7UBzTunOrOSyPxLGHf19FKVGSRGEfiQRT7nRr3Okkt0jUESsfh1J4fn8KM2po8vydYG2O1UypMmkuOJMEOTvDrSes4EAzFxiJVlXxmZyU9XP5htjemmPrzdX8x-wOcs62l_cJkul3Ra_cqZm_ZOnn7hG6Lufeg9Pw_Bf2onqHI30qSRMcRHmvZxjZQ/s900/323986924_1155561328658957_8854408989466742657_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="900" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiv7UBzTunOrOSyPxLGHf19FKVGSRGEfiQRT7nRr3Okkt0jUESsfh1J4fn8KM2po8vydYG2O1UypMmkuOJMEOTvDrSes4EAzFxiJVlXxmZyU9XP5htjemmPrzdX8x-wOcs62l_cJkul3Ra_cqZm_ZOnn7hG6Lufeg9Pw_Bf2onqHI30qSRMcRHmvZxjZQ/s320/323986924_1155561328658957_8854408989466742657_n.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6xYaCMfypwrUgQV6j6079vkZpR4HesiruyoT_bPHKeLFoowJFmW96YqADd9ryOIgCbBihdFoGFy9-LZTFoG2x8BIWdTfvVYo5ZrlZUY1QDXl2tQtgMNNB-Fzu4U5C8I4Nb-FKasDFFfLbulM-ebz5uVXBcWnmMJX36SsUx3z3WtQrmWBs7AdTk6KxgQ/s1024/planets-gd2d7be062_1280-1024x676.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="676" data-original-width="1024" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6xYaCMfypwrUgQV6j6079vkZpR4HesiruyoT_bPHKeLFoowJFmW96YqADd9ryOIgCbBihdFoGFy9-LZTFoG2x8BIWdTfvVYo5ZrlZUY1QDXl2tQtgMNNB-Fzu4U5C8I4Nb-FKasDFFfLbulM-ebz5uVXBcWnmMJX36SsUx3z3WtQrmWBs7AdTk6KxgQ/s320/planets-gd2d7be062_1280-1024x676.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIEDQXoI7S6lq3d2pq5VVdqONDcFPU89x4RCnx3xDaXFQymxwD7CSZW9FToMc8Yl6pptE3Hju9EAzuDt7sQy95XAZqyur4PgEkFFBQWvWkSFwBLKPVttE7auXz9KQXbHa9t8i45q6T4-xyB61U1spOiQXc7y6ERZf69-dFGXMjpmlaD3i5sDMaXKnLMw/s300/images%20(2).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIEDQXoI7S6lq3d2pq5VVdqONDcFPU89x4RCnx3xDaXFQymxwD7CSZW9FToMc8Yl6pptE3Hju9EAzuDt7sQy95XAZqyur4PgEkFFBQWvWkSFwBLKPVttE7auXz9KQXbHa9t8i45q6T4-xyB61U1spOiQXc7y6ERZf69-dFGXMjpmlaD3i5sDMaXKnLMw/s1600/images%20(2).jpg" width="300" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6SyK23m9Cz8Pf7qkenfFjbBSdCmbqK_Ez96szb55waGhwlcKe3iqCv-PYWN1KfPk6n2myRxHbnAtO3bBiXviPQucTAHX_QZce8SVyXqj3n4mvRLCOVJw48tOUU-_-LpeIwhwvot_8sycV3zHntV6lggZjKfzitqJsSqOxoIqmQ-22XNHmtR7Ypm50RA/s640/w4ham2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="447" data-original-width="640" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6SyK23m9Cz8Pf7qkenfFjbBSdCmbqK_Ez96szb55waGhwlcKe3iqCv-PYWN1KfPk6n2myRxHbnAtO3bBiXviPQucTAHX_QZce8SVyXqj3n4mvRLCOVJw48tOUU-_-LpeIwhwvot_8sycV3zHntV6lggZjKfzitqJsSqOxoIqmQ-22XNHmtR7Ypm50RA/s320/w4ham2.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWEZLIROAnU7Tzxv2T4S2zdGf2VTjseMoJR7S8dTsp6K3Ih-SB2nXa8KaNuGCtfQOwWAI3GZ3jssuaU_XPDwoXcv-unCAmXb1Bz3U3BB8BbQ5sf1bs29jDgOzvBZ9QjZgHPDqu1BEki81vB2OBP9N5ojOGcbMBgZO6wftEqkc0HRIXtKB4S3ns8HP8qg/s300/download.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWEZLIROAnU7Tzxv2T4S2zdGf2VTjseMoJR7S8dTsp6K3Ih-SB2nXa8KaNuGCtfQOwWAI3GZ3jssuaU_XPDwoXcv-unCAmXb1Bz3U3BB8BbQ5sf1bs29jDgOzvBZ9QjZgHPDqu1BEki81vB2OBP9N5ojOGcbMBgZO6wftEqkc0HRIXtKB4S3ns8HP8qg/s1600/download.jpg" width="300" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Spesso la gravità viene descritta come interazione tra
masse. </span><em><span style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; color: #05304b; font-family: "Arial","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">"Due corpi dotati di massa si attraggono con una forza
che è direttamente proporzionale al prodotto delle masse e inversamente
proporzionale al quadrato della distanza che li separa".<o:p></o:p></span></em></p>
<p class="MsoNormal"><em><span style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; color: #05304b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Penso che tale definizione sia fuorviante. Nello
spazio, ogni massa genera gravità, indipendentemente dalla presenza di altri
corpi. L’attrazione tra corpi esiste, ma è un fenomeno diverso, dovuto alla contemporanea
perturbazione dello spaziotempo da parte di due corpi non troppo liontani che
come conseguenza produce il fenomeno dell’attrazione. <o:p></o:p></span></em></p>
<p class="MsoNormal"><em><span style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; color: #05304b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Per avere una idea approssimativa di come
funziona la gravità basterà pensare alle sabbie mobili, dentro le quali si
affonda perchè dotati di massa, quindi di peso, ma non interviene alcuna
attrazione.<o:p></o:p></span></em></p>
<p class="MsoNormal"><em><span style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; color: #05304b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Oppure, scavando un buco nella sabbia, la
formica che cammina sul bordo del buco, prima o poi scivolerà dentro verso il
basso, ma non c’è nulla che la attrae.<o:p></o:p></span></em></p>
<p class="MsoNormal"><em><span style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; color: #05304b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Penso che gravità e attrazione
gravitazionale siano fenomeni diversi ma con origine comune, come un metallo
incandescente, che genera luminosità e calore, due effetti ben distinti aventi
la stessa origine.<o:p></o:p></span></em></p>
<p class="MsoNormal"><em><span style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; color: #05304b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><o:p> </o:p></span></em></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-69879731788207041962022-09-07T11:06:00.001+02:002022-09-07T11:06:46.368+02:00Bamboo.<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMdoeKCtR2xhm1hNArTWfXbUj_trIhFSjISOze3hCvT81LkdayHixiQfzxHfF1LvNEDiG0OAU-bWXoS6uzbKOVTvwGFa7TtDoy7P_Dg5FGnXX4qfiJ0S5TLopo_9sPSLd-D6mcOtaQVOuqMazkod-yfJyrla67Z3jLS6eD8Es5aA6gzAxka8UuhXdX2w/s270/images%20(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="186" data-original-width="270" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMdoeKCtR2xhm1hNArTWfXbUj_trIhFSjISOze3hCvT81LkdayHixiQfzxHfF1LvNEDiG0OAU-bWXoS6uzbKOVTvwGFa7TtDoy7P_Dg5FGnXX4qfiJ0S5TLopo_9sPSLd-D6mcOtaQVOuqMazkod-yfJyrla67Z3jLS6eD8Es5aA6gzAxka8UuhXdX2w/s1600/images%20(1).jpg" width="270" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmtKeqxQ5mOuzjJkLfNLVSY_ymAEvLP4_EyTQAssUZ6nL7XCq7tLVOkWpyG6yiK2zb8hqvMHuXgkm-pt5sSW4k6CSdgLVPsGBjzKJ50QYFWpbUANJsVgbYGSZ7E9kWucSNeucWc6MmlAjq7gVIUMZBLNI9aVHrbj7HiovnmNzIQtCygQemYCNj0ovvRg/s2560/pasta-cavolfiore-gratinata-3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1772" data-original-width="2560" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmtKeqxQ5mOuzjJkLfNLVSY_ymAEvLP4_EyTQAssUZ6nL7XCq7tLVOkWpyG6yiK2zb8hqvMHuXgkm-pt5sSW4k6CSdgLVPsGBjzKJ50QYFWpbUANJsVgbYGSZ7E9kWucSNeucWc6MmlAjq7gVIUMZBLNI9aVHrbj7HiovnmNzIQtCygQemYCNj0ovvRg/s320/pasta-cavolfiore-gratinata-3.jpg" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 7.2pt;"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">La <b>fibra di bamboo</b> è una <b>fibra</b> artificiale
e fa parte della famiglia delle viscose, le quali, in passato, erano chiamate
seta artificiale, o anche seta vegetale, in virtù della consistenza serica e
ariosa, motivo per cui la <b>fibra di bamboo</b> viene oggi definita
viscosa <b>di bamboo</b>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La <b>fibra</b> tessile <b>di Bamboo</b> viene ricavata
dallo stelo attraverso un processo <b>di</b> idrolisi alcalina e
sbiancamento multifase. Analisi tecnologiche hanno dimostrato che questa <b>fibra</b> ha
un grado <b>di</b> finezza vicino alla normale viscosa, con la
medesima stabilità e tenacia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il guanciale in piumette e piume, il più fresco e traspirante, ottiene il
naturale completamento con la federa al 100% di bamboo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><a href="https://www.amazon.it/GUANCIALE-Cuscino-Piuma-Piumino-DOLOMITI/dp/B07B2KQP3J/ref=pd_day0fbt_sccl_2/262-9425213-0053820?pd_rd_w=MZ7tQ&content-id=amzn1.sym.c473c599-e031-4e36-9576-2529f5d225a0&pf_rd_p=c473c599-e031-4e36-9576-2529f5d225a0&pf_rd_r=JK23G9VPBB8KRZVSRKVT&pd_rd_wg=tSQ1k&pd_rd_r=86e32b2d-e422-4834-94d4-e13e99e13b03&pd_rd_i=B07B2KQP3J&psc=1">https://www.amazon.it/GUANCIALE-Cuscino-Piuma-Piumino-DOLOMITI/dp/B07B2KQP3J/ref=pd_day0fbt_sccl_2/262-9425213-0053820?pd_rd_w=MZ7tQ&content-id=amzn1.sym.c473c599-e031-4e36-9576-2529f5d225a0&pf_rd_p=c473c599-e031-4e36-9576-2529f5d225a0&pf_rd_r=JK23G9VPBB8KRZVSRKVT&pd_rd_wg=tSQ1k&pd_rd_r=86e32b2d-e422-4834-94d4-e13e99e13b03&pd_rd_i=B07B2KQP3J&psc=1</a>
<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><a href="https://www.amazon.it/dp/B079LR636V/ref=twister_B07BN8YJPV?_encoding=UTF8&psc=1">https://www.amazon.it/dp/B079LR636V/ref=twister_B07BN8YJPV?_encoding=UTF8&psc=1</a>
<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="background: white; color: #050505; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;">Qualunque sia il tuo materasso se ancora buono
e non affossato. Per completare l’assemblaggio del letto più fresco oggi
possibile (e con i prezzi più bassi):</span> <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><a href="https://www.it.bambaw.com/products/bamboo-fitted-sheets">https://www.it.bambaw.com/products/bamboo-fitted-sheets</a>
<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;"><span style="color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><a href="https://www.inmaterassi.it/it/topper-memory/187-topper-materassi-gel-breeze-7436630826872.html">https://www.inmaterassi.it/it/topper-memory/187-topper-materassi-gel-breeze-7436630826872.html</a>
</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt;"><o:p></o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-44897342209552558912022-09-06T10:57:00.001+02:002022-09-06T10:59:17.413+02:00VALUTAZIONE CONOSCITIVA DELLA PIANIFICAZIONE CONDIVISA DELLE CURE NEL PAZIENTE ONCOLOGICO.<p class="MsoNormal"><span face="Arial, "sans-serif"" style="font-size: 12pt;">Post da me liberamente tratto dall’articolo di Paola
Sbardellati e Giulia Nazzicone pubblicato sul numero di Luglio - Agosto 2022 della
rivista mensile dei Fatebenefratelli della Provincia Romana: “Vita Ospedaliera”.
Rivista messa a disposizione di pubblico e pazienti nelle sale di attesa del
reparto oncologico dell’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo.</span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Prima
di prendere posizione contro, o sparare sentenze gratuite di condanna, o peggio
ancora accusa non esplicitata ma sott’intesa di stupidità, verso chi (come me)
contesta un determinato genere di chemioterapia che non controbilancia la buona
qualità della vita, chi lo fa dovrebbe prima leggere questo lunghissimo e
esaustivo post.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Il 31 gennaio 2018 è entrata in vigore la Legge
22dicembre 2017 n. 219 contenente “Norme in materia di consenso informato e di
disposizioni anticipate di trattamento”.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Come dichiarano nell’articolo1, la Legge n. 219 tutela il
diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della
persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato o
proseguito senza il consenso libero e informato della persona interessata,
tranne che nein casi espressamente previsti dalla Legge.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">La legge n. 219, oltre a disciplinare il consenso informato
alle cure, riconosce anche due modalità particolari di autodeterminazione
terapeutica e di espressione del consenso: le disposizioni anticipate di
trattamento (DAT) e la pianificazione
condivisa delle cure (PCC), disciplinate rispettivamente dagli art. 4 e 5 della
suddetta Legge.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Le <i>disposizioni
anticipate di trattamento </i>(DAT), e la pianificazione condivisa delle cure
(PCC), comunemente definite “testamento biologico” o “biotestamento”,
costituiscono un <<documento nel quale si dichiarano le proprie volontà
in ordine ai trattamenti sanitari, nella previsione di una futura incapacità di
assumere personalmente tali decisioni>>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">La <i>Pianificazione
condivisa delle cure </i>costituisce invece un’altra modalità di autodeterminazione
sanitaria, che possiamo definire come un percorso di cura concordato tra medico
e paziente, adattato in base alle esigenze specifiche di quest’ultimo e
continuamente rivedibile per quei casi di <<patologia cronica e
invalidante o caretterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta>>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Anche la PCC è da ritenersi come una espressione di
volontà futura, inclusa la nomina di un fiduciario, da applicarsi nel momento
in cui il paziente si venga a trovare nella condizione di non potere esprimere
il proprio consenso o di incapacità, con la differenza che in questo caso, il
disponente è sempre una persona già malata: l’adozione di due sostantivi diversi<i> persona </i>(nelle DAT) e <i>paziente </i>(rispetto alla pianificazione
condivisa delle cure), fa quindi intendere che qualsiasi persona può esprimere
le DAT, ma solo i pazienti possono partecipare alla pianificazione delle cure
con il medico. Difatti, mentre le prime si riferiscono al “trattamento” e sono
espressione di iniziativa unilaterale della persona, a prescindere da qualsivoglia
relazione di cura con il medico, le altre fanno riferimento alla “cura”, cioè a
un processo che nasce e si sviluppa nella relazione tra medico e paziente e che
può portare anche a una desistenza terapeutica lecita e accompagnata.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">La pianificazione condivisa delle cure è, infatti,
concordata dal paziente e dal medico e si colloca in loro relazione, è perciò
espressione, da un lato delle aspirazioni di cura della persona, dall’altro
dalla responsabilità del medico, chiamato a impegnarsi per rendere concreto il
diritto del paziente a essere reso consapevole e a esprimere le proprie
aspirazioni e i propri desideri in tema di cure.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Messa così, la pianificazione condivisa della cura appare
di competenza di entrambe i soggetti, mentre in realtà è il medico a proporre
la cura, invece il paziente soltanto in un secondo tempo potrà riferire al
medico il grado di sopportazione (in base anche agli effetti collaterali, che
in definitiva sono soggettivi) e discutere circa una eventuale alternativa
terapeutica meno aggressiva.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Nel momento in cui si lavora col malato oncologico, si
deve tener presente quanto sia importante la comunicazione. Il paziente deve
sentirsi considerato, accolto e seguito: pertanto, la comunicazione e l’informazione
devono essere partecipate, chiare, rispettose e soprattutto mai interrotte. Bisogna
stabilire un dialogo che abbia come obiettivo quello di guidare il paziente
durante tutto il percorso terapeutico e che riguardi quanto il “paziente può
realisticamente attendersi in termini di qualità della vita, sulle possibilità
cliniche di intervenire e sulle cure palliative” (Art. 5, L. 219/2017). Circa
la qualità della vita durante il percorso chemioterapico, tra le altre informazioni
fornite dall’oncologo e finalizzate al consenso informato, quest’ultimo tende a
sorvolare per non spaventare il paziente, che dal canto suo si troverà
impreparato a sopportare eventuali effetti collaterali pesanti, pertanto
potrebbe rimanere traumatizzato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Anche a una prima lettura risultano, quindi, le
differenze dei due diversi sistemi - DAT e PCC - nonostante entrambe, essendo
veicolo di autodeterminazione in materia di trattamenti sanitari, debbono
essere osservate nell’ottica della riflessione sul ruolo del medico e del
paziente che ha evidenziato, negli ultimi anni, la necessità di definire i
confini della relazione terapeutica e di riaffermare la centralità, nel
percorso assistenziale, non più solo della malattia ma del paziente, in una
visione olistica che tenga conto anche delle sue preferenze, delle sue convinzioni
personali, dei valori e del suo<b> personale
concetto di “qualità della vita”.<o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">La PCC, pur essendo meno conosciuta rispetto alle DAT, rappresenta
uno strumento di grande praticità, da sempre presente all’operatore sanitario,
in quanto si caratterizza per avere un potenziale contenutistico molto ampio e
per essere costruita “su misura” del paziente, in base alle concrete esigenze
dello stesso e alla sua personalità; permette , inoltre, una maggiore
dinamicità e compartecipazione, essendo il frutto del continuo processo comunicativo
medico-paziente alla luce del rapporto di fiducia che li lega e non invece una
mera dichiarazione unilateralmente disposta da quest’ultimo. Non di meno la sua
importanza va sempre ribadita.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Sulla base di quanto detto, è tuttavia bene sottolineare
che la condizione della pianificazione delle cure, non significa che il medico
condivida sempre la volontà del paziente. Il tema del dialogo però, deve essere
ripreso regolarmente per comprendere eventuali cambiamenti negli intendimenti
espressi dal paziente. Il meduico 0offr54e alm paziente la propria competenza
tecnico-scientifica, assicurandosi che sia stata ben compresa: poi deve
accettare la sua scelta. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">La PCC è una sorta di consenso a un progetto globale, costituito
da una serie di attività interconnesse, a ciascuna delle quali il paziente
sceglie se eventualmente aderire. Questi può decidere di accogliere, del tutto
o solo in parte, le proposte terapeutiche del medico o addirittura di
respingerle. In sintesi: la volontà del paziente può discostarsi dalle proposte
del medico. Questa caratteristica mette in luce un aspetto fondamentale della
PCC, ovvero la qualità della relazione terapeutica medico-paziente. Se questa si struttura su
presupposti corretti, come l’ascolto, la presa in carico, l’impegno a garantire
tutte le attività idonee a dare corretta e adeguata risposta ai bisogni del
paziente e alle sue aspirazioni di salute, nel rispetto dell’autonomia
tecnico-scientifica del medico e nel rispetto dell’autonomia decisionale del
paziente, dovrebbero non verificarsi casi nei quali non si concretizzi la pianificazione condivisa delle cure.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">L’oncologo spesso si trova a dover sostenere anche una
comunicazione non verbale e in collaborazione con lo psicoterapeuta cerca di
supportare, curare e guidare il paziente. Le domande che il paziente oncologico
pone, spesso sono difficili, scomode. Il medico deve poter essere visto come un
punto di riferimento e con la collaborazione dello psicoterapeuta riesce a
orientarsi nel fornire le risposte più indicate. Bisogna sottolineare l’importanza
della guida che il paziente oncologico deve trovare durante il suo percorso
terapeutico: si deve creare una relazione di fiducia solida, affinchè il
paziente possa scegliere in modo consapevole, quanto ritiene più opportuno per
se stesso. All’interno di questo lavoro, pertanto, si è ritenuto opportuno andare a indagare e approfondire il tema della Pianificazione
Anticipata delle Cure, relativamente alla conoscenza della sua esistenza da
parte dei pazienti oncologici, in cura presso un ospedale Fatebenefratelli. L’articolo
5 della Legge 219 afferma che ogni persona (qui denominata paziente) ha il
diritto di << conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informato in modo completo,
aggiornato e a lei comprensibile riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai
benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari
indicati, nonché riguardo alle possibili
alternative e alle conseguenze dell’eventuale rifiuto al trattamento sanitario e dell’accertamento diagnostico o della
rinuncia ai medesimi >>. </span></p><p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"><span style="background-color: #f0f2f5; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;">"La chemioterapia non è una passeggiata" lo dicono coloro che non si sono sottopposti ad un trattamento chemioterapico. Chi lo ha fatto non impiegherebbe il termine passeggiata, perchè la chemioterapia, in tutti i casi rappresenta una tragedia, trascorsa oppure in corso.</span></span></p><p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> <o:p></o:p></span></p>
<p> </p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-56871618567425106292022-09-03T09:08:00.003+02:002022-09-03T09:08:47.816+02:00PROFILAZIONE.<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNAd2gHD1o3QNwXX4Uoo5UIeeSYU-4K8Rofa-jdHUXyD9P7_9zNIc40PZvC2WoeVdyvedJchZGln_fZozYUztH_mKgQiHDMYlnc5B_U1hljzFS6LBKsMXH8nv_GwDGvdgjgr8k3ZCxbVlNz-H4sDL0GDoZr-hKihiOy6MRujc_bgjoafZRdi_gMrJ6kg/s293/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="172" data-original-width="293" height="172" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNAd2gHD1o3QNwXX4Uoo5UIeeSYU-4K8Rofa-jdHUXyD9P7_9zNIc40PZvC2WoeVdyvedJchZGln_fZozYUztH_mKgQiHDMYlnc5B_U1hljzFS6LBKsMXH8nv_GwDGvdgjgr8k3ZCxbVlNz-H4sDL0GDoZr-hKihiOy6MRujc_bgjoafZRdi_gMrJ6kg/s1600/images.jpg" width="293" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Wikipedia: </span></b><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Per profilazione dell'utente si intende correntemente l'insieme di
attività di raccolta ed elaborazione dei dati inerenti agli utenti di servizi
per suddividere l'utenza in gruppi di comportamento.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">La definizione proposta da
Wikipedia, anche se riferita all’utenza, appare superficiale e poco aderente
alla realtà.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">A cosa serve la profilazione degli utenti?<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">In ambito commerciale, la <b>profilazione</b> dell'<b>utente</b> è
uno strumento del cosiddetto marketing mirato, che fa ampio uso di questa e
altre tecniche per ottenere accurate analisi dei potenziali clienti, operando
spesso al limite del legalmente consentito, quando non oltre.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">In realtà la mastodontica raccolta
di dati riferiti ad un soggetto non si limita soltanto al marketing mirato, ma
sconfina pesantemente nel determinare gusti personali, aspirazioni, tendenze
sociali e politiche di chiunque.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Quali sono i possibili rischi della
profilazione per l'utente?<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Il <b>rischio della
profilazione</b> è che possa arrecare danni alle persone fisiche, al
contrario in ambito commerciale il <b>rischio</b> è quello <b>della</b> “price
discrimination”. Ciò significa creare disuguaglianza sociale o discriminare le
minoranze.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">La profilazione online: risorsa o rischio?</span></b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">L’universo digitale in cui
ognuno di noi è immerso genera importanti conseguenze su diversi livelli della
nostra esistenza e dello stare in società. La tecnologia si è oggi
completamente fusa con il mondo offline producendo influenze sulla realtà che
si ripropongono attraverso un meccanismo di feedback sul mondo della rete.
Dominio delle piattaforme, Internet è un enorme magazzino di dati relativi ad
ogni individuo, dati che vengono impiegati per scopi di varia natura e secondo
modalità più o meno trasparenti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Una delle più diffuse
applicazioni del dato è la personalizzazione dell’esperienza degli utenti in
rete, le cui implicazioni per brand e consumatori sono di duplice natura. Esistono
svariate App per la profilazione dell’utente, spesso mascherata da profilazione
social come strumento di marketing. Numerose ricerche, infatti, testimoniano
l’efficienza della profilazione sul web in termini di praticità e fluidità di
navigazione dell’utente, che senza l’impiego del dato troverebbe l’esplorazione
della rete un’impresa particolarmente ardua. Parallelamente, altrettante sono
le voci di denuncia circa le modalità di utilizzo dei dati, accusati di
contribuire alla costruzione di una realtà filtrata con profonde conseguenze,
non solo l’esperienza online degli individui bensì anche sulla loro complessiva
esperienza di vita.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Circa gli aspetti tecnologico,
storico e strutturale sottostanti l’impiego dei cookie, l’obiettivo è quello
della profilazione dell’utente, al quale vengono riservate le teorie e le
implicazioni di quello che è un processo ormai accessibile a qualsiasi realtà
presente sul web.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="background: white; color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Garante della privacy<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il </span><b style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">Garante</b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"> deve fornire “consulenza, a norma </span><b style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">del</b><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"> diritto degli Stati membri, al parlamento
nazionale, al governo e ad altri organismi e istituzioni in merito alle misure
legislative e amministrative relative alla protezione dei diritti e delle
libertà delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali”</span>.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">In realtà i compiti del garante
vengono totalmente bypassati dall’essere costretti a dare il proprio consenso accettando
particolari condizioni, e quasi sempre cookie, per poter accedere a pagine o
siti Internet. La mancata accettazione di ben precise richieste, di società che
operano on-line sul web, (molto spesso illegali) impedisce l’accesso alle loro
pagine o sito Internet. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: #202124; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">L’utilizzo di Internet, ma
anche del pc, telefonino, televisore, carte di credito e bancomat, navigatore
ecc. , rende l’utilizzatore esposto alla profilazione, ovvero alla lettura da
parte di terzi delle sue abitudini, tendenze e gusti personali come fosse un
libro aperto e, purtroppo, l’unico modo per sottrarsi sarebbe non utilizzarli,
il che è praticamente impossibile.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-55316311919395313132022-09-01T13:41:00.001+02:002022-09-01T13:41:27.716+02:00Come usare l’energia solare di sera: l’accumulo.<p> </p><p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNpwfos1PfQvvRRBGWYv8NjE4cGkFh0-vzwXvgHkrLYg5Cjpvb6oxv4mBSYfkazu-_OGFnS0dDgPbMqrNSWc5RDwg8PVz0apy3WH-Y9Stq8vJH0p9QNhF6X_cGYa_QW8YdnHHp4jJyf42htky_6c3CdwFu3OmIoYF4qiMvbc7An9FGFdvc_uBI1O3HQw/s714/impianto-fotovoltaico-accumulo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="526" data-original-width="714" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNpwfos1PfQvvRRBGWYv8NjE4cGkFh0-vzwXvgHkrLYg5Cjpvb6oxv4mBSYfkazu-_OGFnS0dDgPbMqrNSWc5RDwg8PVz0apy3WH-Y9Stq8vJH0p9QNhF6X_cGYa_QW8YdnHHp4jJyf42htky_6c3CdwFu3OmIoYF4qiMvbc7An9FGFdvc_uBI1O3HQw/s320/impianto-fotovoltaico-accumulo.jpg" width="320" /></a></b></div><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">Per </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">ottimizzare l’autoconsumo di un fotovoltaico</b><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;"> </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">sfruttando
l’energia solare anche di sera</b><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;"> è possibile ricorrere ad una </span><b style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">batteria
di accumulo</b><span style="font-family: Arial, "sans-serif"; font-size: 12pt;">, integrandola nell’impianto già esistente (vedi immagine dello
schema).</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Lo <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">storage
fotovoltaico</span> permette di accumulare in apposite batterie l’energia
auto prodotta per poterla sfruttare in un secondo momento a seconda delle
necessità.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Il <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">fotovoltaico</span>,
dotato di pannelli in silicio che assorbono l’energia solare per trasformarla
in elettricità, non può essere sfruttato durante la notte o nelle ore serali, ossia
quando il sole è tramontato e dunque non può più alimentare l’impianto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Installare un sistema di
accumulo a batteria </span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">consentirà di sfruttare l’energia prodotta in
eccesso anche in queste fasce orarie senza doverla reimmettere in rete e dunque
senza pagare costi aggiuntivi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Questa soluzione è dunque un modo intelligente per <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">tagliare le spese in bolletta</span>,
riducendo i consumi ma soprattutto i costi fissi e adeguando il proprio
impianto alle reali necessità familiari e abitudini, senza sprechi o inquinamento
ambientale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Accumulare l’energia auto
prodotta</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> e
non utilizzata consente, infatti, di avere <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">energia pulita e sostenibile</span> al momento del bisogno, così
aumentando in modo pratico la propria quota di <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">auto-consumo</span>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">La quota di energia auto prodotta non sarà in questo caso
prodotta e sfruttata in modo diretto ossia prodotta dai pannelli e
immediatamente utilizzata ma sarà utilizzata <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">in modalità differita</span> ossia anche nel momento in cui
l’energia solare non alimenta più l’impianto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Questo
sistema può garantire un <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">risparmio</span> anche
del <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">90% </span></span></b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">sulle
spese addebitate in bolletta per l’elettricità e fornire un aiuto concreto per
salvaguardare il pianeta orientando il consumatore sempre più verso soluzioni
alternative ai combustibili fossili.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Prezzi<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Una batteria agli ioni di litio 12V da 300 AH costa circa
3000 euro a questo dobbiamo aggiungere un regolatore di carica ed un inverter,
apparecchio che trasforma l’energia elettrica da continua ad alternata.
Arriviamo quindi ad un prezzo di circa 4300 euro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Tesla</span></b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> ha prodotto il suo
sistema di batterie per fotovoltaico chiamato <b>Powerwall</b>,
disponibile in due tagli da 13,5 kWh e 7 kWh ad un prezzo che si
aggira intorno ai 7000 euro. Un po’ meno costano i sistemi di stoccaggio
di <b>LG</b> e della tedesca <b>Sonnen</b>. <b>Powerwall di
Tesla</b> addirittura può essere montata all’ aperto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-2823495865352212752022-08-30T10:08:00.000+02:002022-08-30T10:08:47.615+02:00IL COSMO E’ BUIO<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV1-5R3sZqlnJiKAOsqUj8FRqEKevLodWprmjNEvaNuWtAPekpln15fnkQdxPahuwWeZI7RwO3mJ-_iKKqT5-5hGmGiFEWmIR5IfqS7T9tcPQtUvup3cuiF585S5amezS5Yij63JGsKKxv0jAEyWwvz_Ns_IVN4JR_DgTxDfpV32UHZAp2xfkGhAULHA/s600/303623072_2056873857836439_3970913553510260452_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV1-5R3sZqlnJiKAOsqUj8FRqEKevLodWprmjNEvaNuWtAPekpln15fnkQdxPahuwWeZI7RwO3mJ-_iKKqT5-5hGmGiFEWmIR5IfqS7T9tcPQtUvup3cuiF585S5amezS5Yij63JGsKKxv0jAEyWwvz_Ns_IVN4JR_DgTxDfpV32UHZAp2xfkGhAULHA/s320/303623072_2056873857836439_3970913553510260452_n.jpg" width="213" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY8xrRlpNH3UYNKiS1tHUvuz5cOo1aGgy60aA4AADTTJMyTIuG-tMmZn1JLi5I6ea90auR2Ap8YtvNSjUEhO9jc1u8xXuvS7B3Rz_ixAKXNhw9mBJDRskCAy6IEX5gK8v2O5LOILxskanQSg7jYf0UmoO_Lw-h_0vU4OwVWmbXPpqwYpKbJRsnhaP_zg/s900/302337014_2056873784503113_3339860943794459627_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="900" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhY8xrRlpNH3UYNKiS1tHUvuz5cOo1aGgy60aA4AADTTJMyTIuG-tMmZn1JLi5I6ea90auR2Ap8YtvNSjUEhO9jc1u8xXuvS7B3Rz_ixAKXNhw9mBJDRskCAy6IEX5gK8v2O5LOILxskanQSg7jYf0UmoO_Lw-h_0vU4OwVWmbXPpqwYpKbJRsnhaP_zg/s320/302337014_2056873784503113_3339860943794459627_n.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Noi
di notte vediamo le stelle unicamente perché brillano di luce propria.</span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic;">Quando immaginiamo lo spazio,
la prima cosa che viene in mente è una coperta infinita di stelle. Il cielo
stellato è un po’ il simbolo dei nostri sogni di esplorazione spaziale, eppure
nelle immagini degli astronauti, le stelle non si vedono. Ma cosa succede
esattamente? La risposta la trovate sempre guardando il cielo stellato, ma
durante una sera con la Luna piena. Le stelle più pallide non sono più visibili
intorno alla luce riflessa dalla Luna e questo può far sembrare il cielo molto
meno ricco. Lo stesso avviene con gli astronauti in orbita intorno alla Terra.
La Terra, quando viene illuminata dal Sole diventa migliaia di volte più
luminosa delle stelle intorno e come risultato, nelle foto non si vede traccia
della pallida luce delle lontane stelle.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic;">Ovviamente le stelle sono li,
e gli astronauti le possono vedere se si voltano nella direzione opposta al
Sole. Ma la ragione per cui non le vediamo noi sta anche nella natura delle
macchine fotografiche che non riescono a recuperare abbastanza luce da questi
lontani e piccoli puntini e vengono velocemente inondate dalla luce solare. Per
evitare che le foto siano troppo esposte, gli scatti sono veloci e quindi il
tempo di esposizione alla luce stellare è veramente troppo basso. I nostri
occhi sono molto più sensibili alla luce rispetto alle macchine fotografiche e
quindi gli astronauti possono vedere molto più di quanto possono farci vedere a
noi qua giù.</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br />
<span style="mso-bidi-font-style: italic;">Anche le missioni Apollo hanno avuto
lo stesso problema. La luce riflessa dalla regolite di cui è coperta la
superficie è così intensa che avrebbe reso sbiancate tutte le immagini.</span><br />
<span style="mso-bidi-font-style: italic;">Ma le foto delle stelle non mancano.
Sono però di un tipo particolare chiamato time-lapse. In pratica la camera
viene lasciata esposta per durate molto lunghe in modo da permettere a molto
più fotoni di fissarsi nell’immagine. Un effetto è che poi le stelle si vedono
durante il loro movimento, come strisce lunghe nel cielo.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic;">Per registrare l’immagine di
una singola stella, l’obbiettivo dev’essere esposto per minuti o anche ore, per
arrivare ad avere abbastanza fotoni da distinguere la pallida luce stellare.
Ovviamente si tratta di casi in cui non c’è un altra cosa nella fotografia. Se
gli astronauti facessero lo stesso quando riprendono se stessi, la luce
riflessa dalla loro tuta sarebbe così tanta che alla fine del processo si
vedrebbe tutto sbiancato.</span><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br />
<span style="mso-bidi-font-style: italic;">Una cosa da ricordare però, è che
dallo spazio non si vedono tantissime stelle in più rispetto ai posti migliori
sulla Terra. Il numero di stelle visibili dalla Terra durante una serata
particolarmente buia, in cima ad una montagna con l’atmosfera molto secca, è
più o meno lo stesso visibile dagli astronauti. Con l’aggiunta di alcune più
pallide, ma non un numero così grande da vedere la differenza ad occhio nudo.</span><o:p></o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-62111155458733141062021-12-28T11:24:00.001+01:002021-12-28T11:24:31.842+01:00ISOLA FERDINANDEA E CORALLO DI SCIACCA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhL24_jyLzCKRl8R8g3TLAnxiHgdipDOeXjAjy5QGpmWqXfyJsaVSICrERj6oNG84KTdaIQ8GjGQxNQNIXinhdnDSt_WHUjMKDMmsVp2ZC8VAgvOUhUSm9RCMozmf3t-vL51w3Zp7YVhv3AhD0Ec-pSXWNlSNNqlUGbo1UghxP0H1RPVpH5SUSl3t_Ptg=s281" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="179" data-original-width="281" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhL24_jyLzCKRl8R8g3TLAnxiHgdipDOeXjAjy5QGpmWqXfyJsaVSICrERj6oNG84KTdaIQ8GjGQxNQNIXinhdnDSt_WHUjMKDMmsVp2ZC8VAgvOUhUSm9RCMozmf3t-vL51w3Zp7YVhv3AhD0Ec-pSXWNlSNNqlUGbo1UghxP0H1RPVpH5SUSl3t_Ptg" width="281" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgpcMShnZPbGohUr28A5PWE0VoduMsa5oZGSku23mCU_7uY9nI88ykBG_BoKGxm7i49Y_lWAllv9C2nEClzi71rTwlg6d-K9RxQk8OaCTpUiskV6IuYmt-X1W5tMTQMi2mVp8EnVhapxivHOlRNX9QInL3rDtLHPyoG-3puBXaDCGtn-QQINI1gD9NTWA=s314" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="294" data-original-width="314" height="294" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgpcMShnZPbGohUr28A5PWE0VoduMsa5oZGSku23mCU_7uY9nI88ykBG_BoKGxm7i49Y_lWAllv9C2nEClzi71rTwlg6d-K9RxQk8OaCTpUiskV6IuYmt-X1W5tMTQMi2mVp8EnVhapxivHOlRNX9QInL3rDtLHPyoG-3puBXaDCGtn-QQINI1gD9NTWA" width="314" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhVck2PO0o3AIGkeDcpHjerH4mTpwxFSlvQWCoE4H_tby2C6B_RYPg2ISx4_Xa-HbU2xZsGL-LxywsO0yCbhiZsAD6gIO7x_rUZrIeVaD2ij9F_2_PgFcn9myvKCP5BIE7JOipuWz7TlLjNjSSxt8yz_wW8DhlIR1ESUuShoRldup_qTfHvnjxGzo9seQ=s450" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="308" data-original-width="450" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhVck2PO0o3AIGkeDcpHjerH4mTpwxFSlvQWCoE4H_tby2C6B_RYPg2ISx4_Xa-HbU2xZsGL-LxywsO0yCbhiZsAD6gIO7x_rUZrIeVaD2ij9F_2_PgFcn9myvKCP5BIE7JOipuWz7TlLjNjSSxt8yz_wW8DhlIR1ESUuShoRldup_qTfHvnjxGzo9seQ=s320" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh7_ShoHkWmWnHYjLbD4Su5nbMY2YAz4eRa4NaQ6hqBwXWLNrusfnocwCzmn51BnQ_W9z29ZHzDdG0A9Z7zLIfCt6L56fs0ULkUAWfYjFqGS75gHe_HumKMQIpyRlrSPHVnie7XIZBjbdmFmG71hKSlLbH_ROHJHOVbtqSvDIkcZiqyPt_z9NuMFFmEWQ=s768" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="513" data-original-width="768" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh7_ShoHkWmWnHYjLbD4Su5nbMY2YAz4eRa4NaQ6hqBwXWLNrusfnocwCzmn51BnQ_W9z29ZHzDdG0A9Z7zLIfCt6L56fs0ULkUAWfYjFqGS75gHe_HumKMQIpyRlrSPHVnie7XIZBjbdmFmG71hKSlLbH_ROHJHOVbtqSvDIkcZiqyPt_z9NuMFFmEWQ=s320" width="320" /></a></div><br /><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><br /></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Sappiamo che quello italiano è territorio sismico e vulcanico, quello della Sicilia oltre che sismico è anche parecchio vulcanico. Basti pensare alla linea immaginaria che congiunge il vulcano dell’isola di Stromboli, costantemente in attività, lo Stretto di Messina, sede del terremoto-maremoto del 1908 che distrusse la città ed il maestoso vulcano l’Etna, il più grande d’Europa. Non tutti però conoscono Empedocle, vulcano sottomarino.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Empedocle è un grande vulcano sottomarino situato a 40 km al largo della costa meridionale della Sicilia, dal nome del filosofo greco Empedocle che credeva che tutto sulla Terra fosse costituito dai quattro elementi .</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Secondo l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia , la struttura vulcanica è alto circa 400 metri, con una base lunga 30 km e 25 km di larghezza. Situato nei Campi Flegrei del Mar di Sicilia (Campi Flegrei dello Stretto di Sicilia ), Empedocle è composto da quelli che un tempo si credevano fossero centri vulcanici separati , tra cui l' isola Graham (Ferdinandea).</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Il vulcano non mostra segni di eruzione nel prossimo futuro. Mentre la cima del vulcano è ora a 7 metri sotto il livello del mare, un tempo era visibile sopra l'acqua. Nel 1831 Empedocle emerse in superficie come Isola Graham (Ferdinandea) e quasi causò un grave incidente internazionale quando diversi paesi tentarono di rivendicarne la proprietà. È scomparso di nuovo nell'acqua cinque mesi dopo. Ma è comparso e dopo scomparso già diverse volte.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">A pochi metri sotto la superficie del mare, al largo tra Sciacca e l'isola di Pantelleria si trova il punto piu alto di un cono vulcano meglio conosciuto come isola ferdinandea. L'isola emerse durante l'epoca borbonica nel luglio 1831. Successivamente l'isola a causa di una rapida subsidenza scompare sotto le onde nel gennaio del 1832.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Questo fatto dimostra che l'Italia è un territorio vulcanico e sismico attivo soggetto a frequenti terremoti ed eruzioni marine o terrestre. L'isola ferdinandea era vasta 4 kmq e alta 65 m. Le rocce erano delle piroclastiti di composizione riolitica simili a pomice. L'eruzione è stata registrata assieme a dei terremoti dai marinai delle navi commerciali e militari che navigano in quelle acque. Il geologo tedesco prof. Karl Hoffman, docente di geologia presso l'Università di Berlino, che si trovava in Sicilia per studiare i terreni siciliani saputo la notizia accorse subito sul posto e descrisse l'eruzione in una sua relazione tecnica. Anche il prof. Carlo Gemmellaro docente di Storia Naturale presso l'Università di Catania descrisse l'eruzione dell'isola in una nota scientifica. L'isola fu subito oggetto di contesa fra i borboni e gli inglesi. I borboni rivendicavano un diritto di vicinanza mentre gli inglesi per esserci sbarcati per prima. In seguito una spedizione francese accertò che presto l'isola sarebbe affondare ed era inutile conquistarla. L'isola venne illustrata dai naturalisti ma tutto fu inutile. Nel 1846 e nel 1863 l'isoletta è riapparsa ancora in superficie, per poi scomparire nuovamente dopo pochi giorni. Il magma vulcanico che dal profondo penetra nelle fratture della crosta terrestre congela come lava a volte da origine a coni vulcani che in certi casi emergono. Dalle fratture si ha anche perdita di gas vulcanici. L'isola si trova a poca distanza dalla Valle del Belice tristemente famosa per il terremoto del 1968. Sull'isola ferdinandea il goverso siciliano ha posto una targa su cui si legge : l'Isola Ferdinandea era e resta dei Siciliani". Nel 2002 una intensa attività sismica ha fatto pensare ad una nuova emersione dell'isola. Da allora i sommozzatori italiani hanno piantato un tricolore sulla cima del vulcano e aspettano la sua emersione. Le recenti ricerche oceanografiche ci dicono che l'isola ferdinandea è una delle tante bocche del vulcano sottomarino Empedocle, grande come Etna, vulcano più grande d’Europa, e alto molto meno rispetto al fondale marino.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Il corallo di Sciacca una preziosa esclusiva siciliana</span></span></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Tra i coralli in commercio quello di Sciacca è probabilmente tra i più preziosi, la ragione è che è un corallo quasi fossile i cui banchi sono esauriti dalla fine del 1800. Oltre alla sua rarità è anche affascinante per le sue sfumature che vanno dall’arancione carico al rosa chiaro, al nero, e per la sua storia.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">La scoperta del corallo di Sciacca</span></span></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Tutto iniziò nel luglio del 1831 quando, a trenta miglia da Sciacca, in direzione di Pantelleria, un’eruzione vulcanica fece emergere un’isola a ben 65 metri sul livello del mare, la cui superficie di circa quattro chilometri quadrati era la punta di un cono vulcanico. Chi riuscì a visitarla la descrisse come un ammasso roccioso con due laghetti sulfurei in ebollizione e un torrentello dovuto alla tracimazione dei laghetti. Oggi sappiamo che si trattava di una bocca secondaria di uno dei tanti vulcani sottomarini presenti nel Mediterraneo, l’Empedocle, un vulcano con la stessa forma dell’Etna ma con un’altezza sul fondale marino di circa 500 metri. L’isola venne immediatamente contesa dalle potenze marinare che all’epoca cercavano l’egemonia di quei mari. Iniziarono gli Inglesi, che ad agosto del 1831 presero possesso dell’isola in nome di sua maestà, la battezzarono isola Graham e vi piantarono la bandiera britannica. A settembre i Francesi ribattezzarono l’isola con il nome Iulia (per il fatto che era emersa a luglio), la studiarono geologicamente, scoprendo che stava degradando rapidamente. Issarono la loro bandiera francese e lasciarono una targa a documentare l’avvenuta conquista. Tutto questo senza che Ferdinando II di Borbone (che era a capo del Regno delle Due Sicilie) ne fosse informato. Anche Ferdinando II, quando venne a sapere dell’accaduto, mandò una spedizione per rivendicare il legittimo possesso dell’isola, su cui a fine ottobre venne piantata la bandiera borbonica, e venne nuovamente cambiato il nome, questa volta in Isola Ferdinandea. Stava per scoppiare una vera guerra mondiale anche perché gli inglesi non avevano intenzione di cedere il possesso dell’isola e mandarono una nave cannoniera per sostenere i loro diritti. Per fortuna a fine novembre 1831 l’isola si inabissò e, mancando la materia del contendere, la controversia finì. Nel 1846 e nel 1863 l’isola riapparve per scomparire dopo pochi giorni. Oggi quello che resta dell’isola è a circa 7 metri sotto il livello del mare.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Come dicevo l’isola, e soprattutto il vulcano che la ha prodotta, è all’origine della formazione del corallo sub fossile di Sciacca. Infatti il 10 maggio del 1875 tre pescatori, Alberto Maniscalco, (detto “Bettu Ammareddu”), Giuseppe Muschilda e Alberto (detto “Occhi di Lampa”), nel ritirare la rete a strascico sulla loro barca a vela, vi trovarono impigliati diversi rami rossi di corallo. Alberto Maniscalco tornò giorni dopo sul posto della strana pesca e scoprì, a un centinaio di metri di profondità, un ricchissimo banco di corallo su una pendice di quello che rimaneva dall’isola Ferdinandea. Il banco, di circa quattro ettari, era formato da rami di coralli morti e alcune volte già staccati dalla roccia. Il banco iniziò ad essere sfruttato intensamente specialmente dai pescatori di Torre del Greco e sembrava essere inesauribile. Nel 1878 nella stessa zona (a poca distanza dal primo) venne scoperto un secondo banco delle stesse dimensioni del primo, ma con rami di dimensioni maggiori e con meno impurità. Nel 1880, cinquanta metri più in basso rispetto ai primi due, venne scoperto un terzo banco, questa volta enorme, di ben 120 ettari: un vero pozzo da cui, solo nel 1880, vennero estratti quasi 5.000 tonnellate di corallo. Alla fine del 1800 i tre giacimenti si esaurirono.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Il particolare colore di questo corallo</span></span></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Le molte tonalità e sfumature di questo corallo non sono state ancora spiegate scientificamente e a 120 anni della fine della raccolta non c’è molto interesse a finanziare questa ricerca. Le ipotesi più credibili ne attribuiscono l’origine all’attività del vulcano che ha prodotto zone con acque calde dove il corallo cresce rapidamente; sempre il vulcano, con le sue emissioni gassose, ha poi fatto morire i coralli dei banchi che successivamente, staccati dalle correnti marine e dai frequenti terremoti, si sono depositati sui fondali fangosi e sabbiosi da cui sono emersi a causa di altre scosse di terremoto.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Il nuovo corallo di Sciacca</span></span></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Finito lo sfruttamento dei tre banchi del corallo sub fossile, nel 1900 ripresero le ricerche e lo sfruttamento dei nuovi banchi, questa volta di coralli vivi. Verso la fine del secolo scorso queste attività vennero regolamentate e limitate, soprattutto per preservare la presenza e la crescita del corallo anche sulle coste italiane. Da allora è ripresa in modo più ridotto l’attività dei raccoglitori e il corallo lavorato è tornato ad essere quello rosso, solo alcuni vecchi gioiellieri hanno ancora piccole scorte del corallo sub fossile di Sciacca. L’ “Ingegno”, il nome dato allo strumento di raccolta, ora non può essere usato indiscriminatamente. L’ “ingegno” è il metodo di estrazione del corallo, usato in quasi tutto il mondo, ed è formato da due pesanti travi disposte a croce alle cui estremità sono fissate delle robuste reti da strascico. Le travi vengono trascinate sul fondo ed hanno il compito di rompere i rami del corallo che poi vanno a cadere nelle reti. Purtroppo questo metodo distrugge l’habitat del corallo e di tante altre specie.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Il prezzo del corallo</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La valutazione del corallo è simile a quella delle gemme preziose e quindi non c’è nessuno in grado di dare un’indicazione, neppure di un prezzo medio. A questo si aggiungono le variazioni del mercato che, a loro volta, dipendono da fattori economici e finanziari. A nostro vantaggio, rispetto ai diamanti, c’è che il corallo non è considerato un bene rifugio.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La documentazione di origine, o la certificazione che attesta la “qualità” di corallo antico di Sciacca. Quest’ultima caratteristica aumenta la valutazione, rispetto anche a pezzature di dimensioni inferiori.</span></div><p><span style="background-color: white; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem;">Alla fine però ricordate che il valore reale di un materiale è quello che siamo disposti ad attribuirgli: con la storia che vi ho raccontato spero di aver influito sulle vostre scelte.</span> </p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-42321503443249347002021-12-15T10:17:00.001+01:002021-12-15T10:17:14.394+01:00 MEMORIA E RICORDI<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_uNaPkM8you2Nz8io-PmQeHwofiXPKYvRbxnFyUSHf7fvQ4C29QnxDp0JdgrFLsWw0-_NGzZTM1NmR5RAYaYvZbXDMUE6Yz9ODu7XEi7fXYio9CIBOPums9TAzUFxjBM26zBj_fMzLCbBBNV2IHIRoRW1QJOVWTXEHZUsayBO0m38dW4wPKrkRKI7mg=s320" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="218" data-original-width="320" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh_uNaPkM8you2Nz8io-PmQeHwofiXPKYvRbxnFyUSHf7fvQ4C29QnxDp0JdgrFLsWw0-_NGzZTM1NmR5RAYaYvZbXDMUE6Yz9ODu7XEi7fXYio9CIBOPums9TAzUFxjBM26zBj_fMzLCbBBNV2IHIRoRW1QJOVWTXEHZUsayBO0m38dW4wPKrkRKI7mg" width="320" /></a></div><br /><span style="background-color: white; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem;"><br /></span><p></p><p><span style="background-color: white; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem;">La memoria è una funzione cerebrale, utilizza dati sensibili provenienti dall'ambiente esterno mediante fattori percettivi quali gli organi di senso; elabora questi dati attraverso mente e cervello e sotto-forma di ricordi li archivia come esperienza vissuta.</span></p><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">L’organismo umano senza memoria e ricordi sarebbe un parassita della Terra al pari del virus per il nostro corpo.</span></span></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">I ricordi sono immagini del passato che si archiviano nella memoria, sono delle riproduzioni successive in un momento determinato, alle quali normalmente cerchiamo di dare un’interpretazione e che, spesso, sono legate a un certo carico emotivo. Questi due concetti, memoria ed emozione, sono così uniti che il semplice fatto di sentirci felici, spaventati o afflitti porta quasi sempre all’affioramento di un ricordo del passato: è una reazione affettiva che dimostra quanto peso hanno i ricordi sulla nostra personalità.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Sono come le onde del mare, vanno e vengono; capricciosi e talvolta malevoli, ci riavvicinano a un momento del passato: una voce, un profumo, un suono, un momento segnato dalla tristezza o dall’allegria. Tutti siamo fatti di ricordi che ci determinano e ci costituiscono, essi sono le nostre radici e delineano ciò che siamo: esseri che sperimentano, crescono, maturano e apprendono.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">A volte, però, proprio come diceva Cervantes: “Oh memoria, nemica mortale del mio riposo”, i ricordi ci fanno anche soffrire. Può capitare che in un momento ci aggrappiamo troppo a un ricordo specifico e arriviamo al punto di allontanarci dalla realtà e dalle nostre responsabilità, cadendo per esempio in depressione o soffrendo una crisi nervosa. . Il problema non è concentrarsi sul passato e ricordare: ciò che è preoccupante è vivere costantemente nel passato Questo può sfociare in una paura del presente e delle sfide proprie della vita. Certo, aggrapparci al passato ci dà una sensazione di sicurezza perenne, ma dobbiamo renderci conto che questa non è una situazione né realistica né matura.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">I bei ricordi si utilizzano spesso in psicologia per creare connessioni con esperienze personali significative del nostro passato. Tutti gli avvenimenti con energia positiva che abbiamo vissuto in determinati momenti della nostra esistenza hanno il potere di ricaricarci di spirito buono nel presente. Il mistero che si nasconde dietro questo fatto è che i ricordi positivi si possono usare per potenziare le nostre risorse nel presente.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">I bei ricordi si utilizzano spesso in psicologia per creare connessioni con esperienze personali significative del nostro passato. Tutti gli avvenimenti con energia positiva che abbiamo vissuto in determinati momenti della nostra esistenza hanno il potere di ricaricarci di spirito buono nel presente. Il mistero che si nasconde dietro questo fatto è che i ricordi positivi si possono usare per potenziare le nostre risorse nel presente.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Questo ci dimostra che spesso non siamo così lontani da dove vogliamo arrivare, che dentro di noi custodiamo già buona parte della soluzione nel nostro baule delle esperienze. Lo si può spiegare, per esempio, con le ricerche sui cosiddetti “neuroni specchio”, i quali, oltre a favorire la nostra empatia e la nostra comprensione, permettono di collegarci a un ricordo del nostro cervello, ricreando lo stesso stato sperimentato nell’istante originale, che si tratti di emozioni gradevoli o no. In questo modo, se per esempio vogliamo essere più decisi, i neuroni specchio ci aiuteranno a ricordare un momento nel quale abbiamo agito con sicurezza e disinvoltura, ricollegandoci così con quelle sensazioni positive prodotte dal comportamento che ora vogliamo potenziare.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Possiamo anche imparare a rivivere i nostri ricordi piacevoli e così trarre beneficio dagli effetti positivi che ci da il riimmergerci in una situazione che ci ha soddisfatti, emozionati e motivati. E ancora, se evochiamo dei bei ricordi in modo continuato per aiutarci a fortificare le nostre attuali risorse per affrontare la vita, possiamo dar vita a un sistema autosostentato di protezione e benessere.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Tanto più ci concentriamo sulle cose belle successeci nella vita, più ricarichiamo le nostre batterie di energia positiva. Quest’energia non solo ci fa sentire bene, ma aumenta anche le possibilità di reagire più ottimisticamente di fronte a degli eventi negativi. È ciò che in psicologia viene chiamato “elasticità”.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Posso quindi concludere scrivendo che: nonostante sia vero che non possiamo vivere di ricordi, i ricordi ci aiutano a vivere!</span></span></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">"</span></span>I colloqui con se stesso", più noti come "I ricordi" di Marco Aurelio, raccolgono dodici libri di meditazione, scritti durante le numerose campagne militari condotte in Asia Minore dal grande imperatore e filosofo che resse le sorti di Roma sul finire del II secolo. Essi rappresentano il documento principale della sua fama letteraria e filosofica. 'I ricordi' raccolgono schegge, sentenze e aforismi. Ogni scritto è sorretto da una morale stoica secondo le cui dottrine Marco Aurelio fu educato negli anni trascorsi, come erede di Adriano e Annio Vero, alla corte imperiale.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;"><span style="animation-name: none !important; font-family: inherit; transition-property: none !important;"><span style="animation-name: none !important; font-weight: 600; transition-property: none !important;">Anche i ricordi più importanti sbiadiscono col tempo. Proprio come le vecchie foto.</span></span></span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">La qualità dei ricordi sbiadisce, si dissolve col tempo. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori del Boston College in uno studio pubblicato sulla rivista Psychological Science. I ricercatori si aspettavano che i ricordi diventassero meno precisi, ma hanno anche riscontrato un calo della vivacità e della qualità visiva dei loro ricordi. Quando le persone ricordano il passato, lo fanno con vari gradi di chiarezza. Alcune volte sembra che il ricordo sia sbiadito e che i dettagli siano confusi. Studi precedenti hanno dimostrato che eventi emotivamente significativi, come ad esempio un incidente automobilistico, vengono ricordati in modo più vivido rispetto agli eventi quotidiani.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">I risultati della ricerca hanno rivelato che i ricordi vengono evocati in modo visivamente meno vibrante di quanto non fossero codificati, dimostrando un nuovo effetto di sbiadimento della memoria. I soggetti che hanno sperimentato emozioni negative durante la visualizzazione delle immagini avevano più probabilità di ricordare le immagini in modo accurati, ma le emozioni non sembrano aver influenzato lo sbiadimento della memoria. Inoltre, la valutazione soggettiva della chiarezza della memoria era più bassa per i ricordi meno precisi e per i ricordi che erano visivamente sbiaditi.</span></div><div class="bi6gxh9e" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; font-family: "Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 8px; transition-property: none !important;"><span class="d2edcug0 hpfvmrgz qv66sw1b c1et5uql lr9zc1uh gfeo3gy3 a3bd9o3v b1v8xokw oo9gr5id" style="animation-name: none !important; color: var(--primary-text); font-family: inherit; font-size: 0.875rem; line-height: 1.3333; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none !important; word-break: break-word;">Questi risultati forniscono la prova che la vivacità dei dettagli, come i colori e le forme associate a un evento, svanisce nella memoria mentre viene mantenuta l'essenza dell'esperienza.</span></div>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-16984227644311643722021-10-02T11:55:00.001+02:002021-10-02T11:55:20.318+02:00NAGORNO KARABAKH <p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> </span></b></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> </span></b></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> </span></b></p>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEwJ72Ynukv4SWm6xwDE1qb7qx1250eNksqYkQHy8JHJsr1znTXdR95Q2SIemAOQVT4HWz2f921to0UBVQianUVHsplcBW-a7V5eysPKO5xF27ccuNBzWrSlJ-h60fkhDrHTmz5ewTgak3/s871/Monastero-Noravank.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="595" data-original-width="871" height="219" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEwJ72Ynukv4SWm6xwDE1qb7qx1250eNksqYkQHy8JHJsr1znTXdR95Q2SIemAOQVT4HWz2f921to0UBVQianUVHsplcBW-a7V5eysPKO5xF27ccuNBzWrSlJ-h60fkhDrHTmz5ewTgak3/s320/Monastero-Noravank.jpg" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal"><br /></p>
<p class="MsoNormal"><b><i><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Dai monasteri dell’Armenia al Nagorno
Karabakh, lo “Stato che non c’è”, </span></i></b><i><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">fra fortificazioni, canyon, grotte e il Ponte del Diavolo, da dove
scendono imponenti stalattiti.</span></i><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Nagorno Karabakh (in armeno comunemente chiamato Artsakh)
è una repubblica non riconosciuta, autodeterminatasi con un proprio governo
armeno nel 1991, la decima provincia del Regno di Armenia, sviluppatasi dal 189
a.C al 387 d.C., divenuta in seguito una regione dell’Albania Caucasica fino al
VII secolo, quando finì sotto il controllo arabo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Dalla capitale Yerevan, uno dei più antichi insediamenti
al mondo risalente al 782 a.C., con oltre 40 musei e gallerie d’arte, dopo
un’ora e trenta di strada si arriva al <b>Complesso monastico di Noravank</b><i> </i> <i>(“Monastero
nuovo”, nella affascinante immagine)</i>,<i> </i>scavato su rocce rosse e
risalente al VII-XIII-XIV secolo, considerato il pulpito dei vescovi Syunik.
L’unica arteria di collegamento per il Nagorno Karabakh è la M 12 che da Goris
(sud Armenia) raggiunge Berdzor (dogana) e da qui la capitale; una strada in
ottime condizioni di manutenzione che sinuosamente si arrampica verso
l’altopiano del Karabakh.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12pt;"> </span> </p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-84418910347101168252021-02-05T02:06:00.002+01:002021-02-05T02:14:08.169+01:00LA VIA DELLA SETA (prima e seconda parte)<p> <b><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">LA VIA DELLA SETA</span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";">(prima
parte)</span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;">E’ il lunghissimo percorso lungo l'antica
Via della Seta, un viaggio tra storia e leggenda dalle province del Gansu e del
Qinghai allo Xinjiang e quindi il Kirghizistan.</span></span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;">La Via della Seta è la più antica rotta
commerciale via terra, per secoli ha collegato Oriente e Occidente promuovendo
gli scambi commerciali e culturali. Insieme alla seta, alle spezie, alla frutta
e alle piante esotiche, alla polvere nera (polvere da sparo) ... i mercanti
occidentali di ritorno dal viaggio lungo la Via della Seta importavano idee,
tecnologie, usi e costumi orientali dello sconfinato Impero dominato dai
discendenti di <span style="animation-name: none; transition-property: none;"><b style="animation-name: none; transition-property: none;">Gengis
Khan.</b></span></span></span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;">I primi ad avventurarsi lungo La via
della seta furono i mercanti veneziani, in particolare la famiglia <span style="animation-name: none; transition-property: none;"><b style="animation-name: none; transition-property: none;">Polo</b></span>,
due fratelli ed il figlio di uno dei due: <span style="animation-name: none; transition-property: none;"><b style="animation-name: none; transition-property: none;">Marco</b></span>.</span></span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="animation-name: none; transition-property: none;"><b style="animation-name: none; transition-property: none;"><span style="font-family: "inherit","serif";"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;">Marco Polo</span></span></b></span><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";"> </span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;">La cupidigia del mercante veneziano Niccolò
Polo, lo convinse a proporre uno scambio al sovrano regnante: Kublai Khan, lasciargli
in custodia il figlio Marco in cambio di una piastra dorata che lo autorizzava
a commerciare lungo la via della seta. Kublai Khan accettò lo scambio. Marco
visse per diversi anni alla corte di Kublai Khan ed al suo ritorno a Venezia
scrisse il libro IL MILIONE. In realtà non fu lui a scriverlo</span></span><span class="d2edcug0"><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 10pt; line-height: 115%;">,
</span></span><span face=""Arial","sans-serif"" style="background: white; color: #202122; font-size: 10pt; line-height: 115%;">Il libro fu scritto da Rustichello da Pisa, che
trascrisse sotto dettatura le memorie rievocate da Marco Polo</span><span face=""Arial","sans-serif"" style="background: white; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">.</span><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";"> Il Milione è un libro storico, racconta
nei minimi dettagli, anche con illustrazioni originali, un mondo molto diverso
dall’Occidente di allora: le usanze, i costumi e le religioni dei mongoli che
per molti anni, e fino ai giorni nostri, hanno affascinato i lettori.</span></span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;">Continua …</span></span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;">Immagini</span></span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="font-family: "inherit","serif";"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;">Gengis Khan, il pastore diventato sovrano
e l’Impero Mongolo.</span></span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="animation-name: none; transition-property: none;"><span style="font-family: "inherit","serif";"><a href="https://cronistoria.altervista.org/wp-content/uploads/2019/05/Gengis-Khan-cavallo.jpgn?fbclid=IwAR3ikD2br25iSxc3hTiBgwrJR5RvHbfaL2kk20N6qqxXt8bSxRIlnMj_SHQ" role="link" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; animation-name: none; border-color: initial; border-style: initial; box-sizing: border-box; cursor: pointer; outline: none; text-align: inherit; touch-action: manipulation; transition-property: none;" target="_blank"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;"><span style="border: 1pt none windowtext; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">https://cronistoria.altervista.org/.../Gengis-Khan...</span></span></a></span></span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span class="d2edcug0"><span style="animation-name: none; transition-property: none;"><span style="font-family: "inherit","serif";"><a href="https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fupload.wikimedia.org%2Fwikipedia%2Fcommons%2Fthumb%2F2%2F2a%2FMongol_Empire_%2528greatest_extent%2529.svg%2F1200px-Mongol_Empire_%2528greatest_extent%2529.svg.png%3Ffbclid%3DIwAR0XwxiDBqaPANwzNQedmI4n2HqfcdQpG3AqJ4G9H2o27tScvFxZShxf3nE&h=AT0d2TrAc_ndNG7UQpvTAwLa-FlHzLBMEPSx6vzhl34kC1nVNMaJF_5wZYXoEK_ZxBb6_ymxd-QS-wzKKCjoqEbYw9HNSPIBhu2didZq_YBvAij0y3Di-Ut7rXpwM8yQecI&__tn__=-UK-R&c%5b0%5d=AT3JySn-kl-Da5lRX8sNUmumKVjMRZYlAGSptJ4AGZxK1JRrW3PnLKu_aCJJHNiEzAOdXyC06oCwD0MDLtv_T73taWMI0mss3RLNkV2uOHTaUUi-cbwJabGVFcl20bRswdK6XaRpbGwo1-rr9psY80QvNP4XmgmxTAgJhW3PG_HcZ8G757iQ8qYjOFafE3MEwMZfCWqzDnJ25l0tvObMvTmf" role="link" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; animation-name: none; border-color: initial; border-style: initial; box-sizing: border-box; cursor: pointer; outline: none; text-align: inherit; touch-action: manipulation; transition-property: none;" target="_blank"><span color="var(--primary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.9375rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;"><span style="border: 1pt none windowtext; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">https://upload.wikimedia.org/.../1200px-Mongol_Empire...</span></span></a></span></span></span><span style="font-family: "inherit","serif";"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #1c1e21; font-size: 12pt; line-height: 115%;">LA VIA DELLA SETA<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #1c1e21; font-size: 12pt; line-height: 115%;">(seconda
parte)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><b><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #1c1e21; font-size: 12pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic;">Il Milione</span></b><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #1c1e21; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> è il resoconto dei viaggi
in Asia di <b>Marco Polo</b>,
intrapresi assieme al padre Niccolò Polo e allo zio paterno Matteo
Polo, mercanti e viaggiatori veneziani, tra il 1271 e il 1295, e le sue
esperienze alla corte di Kublai Khan, il più grande sovrano orientale
dell'epoca, del quale Marco fu al servizio per quasi 17 anni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Considerato un capolavoro della letteratura di viaggio, </span>Il Milione è anche un'enciclopedia geografica, che
riunisce in volume le conoscenze essenziali disponibili alla fine del <span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">XIII
secolo<span style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122;"> sull'Asia</span>, e un
trattato storico-geografico.</span><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">La cupidigia del mercante veneziano Niccolò Polo, lo convinse a proporre
uno scambio al sovrano regnante: Kublai Khan, lasciargli in custodia il figlio
Marco in cambio di una piastra dorata che lo autorizzava a commerciare lungo la
via della seta. Kublai Khan accettò lo scambio. Marco visse per 17 anni alla
corte di Kublai Khan ed al suo ritorno a Venezia scrisse il libro IL MILIONE. In
realtà non fu lui a scriverlo, Il libro fu scritto da Rustichello da Pisa, che
trascrisse sotto dettatura le memorie rievocate da Marco Polo. Il Milione è un
libro storico, racconta nei minimi dettagli, anche con illustrazioni originali,
un mondo molto diverso dall’Occidente di allora: le usanze, i costumi e le
religioni dei mongoli che per molti anni, e fino ai giorni nostri, hanno
affascinato i lettori.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Nel 1260 Niccolò Polo, grande commerciante e padre di Marco, e il
fratello Matteo partirono verso l'Oriente con l'intento di raggiungere l'impero
Mongolico e ivi innestare rapporti commerciali e culturali con l'Europa sulla
base di un sacco pieno di pietre preziose, fornite dalle grandi famiglie di
mecenati veneziani, e una serie di lettere scritte di pugno papale. Dopo aver
combattuto contro una serie di imprevisti, i tre arrivarono alla corte di
Kublai Khan Imperatore della Cina e Signore dei Tartari. Questi si dimostrò
molto ospitale e tollerante nei confronti degli europei, curioso di saperne di
più circa gli usi e i costumi del Vecchio Continente. Al momento di partire consegnò
a Niccolò le Tavole dei comandamenti, una sorta di lasciapassare valido su ogni
parte del suo esteso regno. Poi, sensibile alla questione cristiana, gli fece
promettere di consegnare i suoi omaggi al Papa e di inviargli, appena
possibile, un contingente di cento evangelizzatori che convertissero il
subcontinente di sua proprietà. Questa parte del libro appare poco verosimile,
anche se realmente il messo papale, che in uno dei tanti viaggi si accodò a
Niccolò, sembra che abbia contagiato le credenze religiose tartare. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Nel frattempo a Venezia la madre di Marco era morta e lui, costretto
dalle circostanze, imparò l'arte del commercio risiedendo presso dei parenti
mercanti. Così nel 1271, quando Niccolò decise che i tempi erano maturi per
affrontare un secondo viaggio; Marco
ebbe l'età e le abilità per unirsi al genitore.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Innanzitutto bisognava recarsi in Terrasanta, dove procurarsi un po' di
olio sacro e radunare una comitiva di uomini savi da trapiantare in Cina, e là
avrebbero svolto la mansione di proclamare il messaggio cristiano, secondo i
desideri del Khan. Il viaggio proseguì per le terre del Medio Oriente, poi
risalendo per l'Iran, il Kurdistan nella città di Tabriz - qui Marco si
meravigliò per la bellezza dei bazar e per le molte pietre preziose - fino a
Yazd, dove li aspettava una nave per raggiungere l'India via mare. Le
condizioni dell'imbarcazione spinsero i Polo a proseguire il viaggio per terra.
Decisero quindi di intraprendere la faticosa traversata di Dasht-e-Lut, fino al
cuore dell'Afghanistan, e da qui giù per la Valle del Panjshir. Solo a quel
punto imboccarono la Via della Seta che li avrebbe portati nella culla della
Cina.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Cominciarono a questo punto i diciassette anni che il<b> </b>giovane Marco Polo<b> </b>trascorse
su territorio cinese, durante i quali ebbe modo di conoscere la corte del Khan,
la religione buddhista (che descrive come idolatra), i delicati ingranaggi del
loro sistema burocratico e finanziario dall'interno – fu infatti funzionario
statale – nonché la fiducia che la dinastia Khan riponeva negli stranieri in
luogo di un più chiuso e autarchico nazionalismo, le tradizioni della
popolazione dei Dai e di quelle altre stanziate sul Fiume Giallo (una delle
quali fu pure governatore). Ma ciò che affascinò più di ogni altra cosa il
nostro esploratore fu rimaneggiare quella cultura materiale fatta di ninnoli,
vestiti di seta, monete, rotoli di carta e altri oggetti esotici, che dovettero
sembrargli provenire addirittura da un altro pianeta. Nonostante l’apparente
rigidità morale dei mongoli, Marco conobbe (in senso biblico) molte belle donne
dagli occhi a mandorla, lui invece lo chiamavano: latino dagli occhi tondi. Dedicò
una certa attenzione, secondo quanto scrisse, anche a materie grezze come la
polvere nera (polvere da sparo) e idrocarburi sconosciuti quali il petrolio, il
carbone e l'amianto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Nel 1290 i Polo decisero che i tempi della loro permanenza in Cina erano
compiuti. Nel viaggio di ritorno furono intercettati dai genovesi che avevano
da poco sconfitto i veneziani e che portarono Marco in carcere, dandogli
l'opportunità più unica che rara di mettere insieme le sue memorie in un'opera, Il Milione<i> </i>per l'appunto, che presto riscosse un
successo di pubblico impareggiabile.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 0cm;"><b><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Tre curiosità sul Milione di Marco Polo<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">Una serie di curiosità circondano la fama
dell'opera</span><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;">, ed è proprio con queste
curiosità che concludo il post e
il riassunto della trama del Milione<i> </i>di
Marco Polo:<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 3pt 36pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 12pt;">1)<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><!--[endif]--><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 12pt;">Era noto che Cristoforo
Colombo, nel corso del viaggio che poi si rivelerà la scoperta delle Americhe,
annotava pedissequamente sulla sua copia personale del Milione<i> </i>una serie di
impressioni su quella che a suo parere era la stessa India di Marco Polo, con
lo scopo di aggiornare le informazioni sulla regione. Come sanno ormai anche i
muri, Colombo era convinto di star percorrendo il giro opposto del globo per
raggiungere la stessa meta che secoli prima aveva arditamente raggiunto il
nostro autore. Chissà con quale sbigottimento e incredula meraviglia depennava
e correggeva le informazioni su flora e fauna riportate nel manoscritto
medievale! Eppure sembrava uno in gamba questo Polo...<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 3pt 36pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 12pt;">2)<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><!--[endif]--><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 12pt;">La cartografia europea
cambiò radicalmente sulla base delle direttive geografiche date nel Milione, tanto che tra la Chronologia Magna<i> </i>di
Paolino Veneto e il mappamondo di Fra Mauro intercorse una differenza abissale!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoListParagraphCxSpLast" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 3pt 36pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><!--[if !supportLists]--><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 12pt;">3)<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><!--[endif]--><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 12pt;">Il Milione </span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 12pt;">è stato il punto
di partenza per il romanziere Italo Calvino</span><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 12pt;">,<b> </b>che nella stesura
delle Città
Invisibili<b><i> </i></b>ha immaginato un dialogo onirico di
centinaia di pagine tra Marco Polo e Kubilai Khan. Il secondo interroga
l'esploratore sulle città sorte nel suo vasto impero e il primo gli risponde
illustrandogli una rosa di città immaginarie.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoListParagraphCxSpLast" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 3.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; margin: 0cm 0cm 3pt 36pt; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;"><span face="Arial, sans-serif" style="font-size: 12pt;">Immagine</span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;"><a href="https://visit.marketing-italia.eu/uploads/visitvenezia/uploads_articoli/paragrafo/20200306141039Marco-Polo.jpg">https://visit.marketing-italia.eu/uploads/visitvenezia/uploads_articoli/paragrafo/20200306141039Marco-Polo.jpg</a>
<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face="Arial, sans-serif" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; color: #202122; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face=""Arial","sans-serif"" style="color: #1c1e21; font-size: 12pt; line-height: 115%;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><br /></p>
<span color="var(--secondary-text)" style="animation-name: none; font-size: 0.8125rem; max-width: 100%; min-width: 0px; overflow-wrap: break-word; transition-property: none; word-break: break-word;">
<p class="MsoNormal" style="background: white;"><span face=""Segoe UI","sans-serif"" style="color: #1c1e21; font-size: 7pt; line-height: 115%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="color: #1c1e21; font-family: "inherit","serif"; font-size: 7pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Segoe UI";"><br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--><span style="align-items: inherit; align-self: inherit; animation-name: none; display: inherit; flex-direction: inherit; flex: inherit; height: inherit; max-height: inherit; max-width: inherit; min-height: inherit; min-width: inherit; place-content: inherit; transition-property: none; width: inherit;"></span><span face=""Arial","sans-serif"" style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"></span><o:p></o:p></span></p></span>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-35034584323808678762020-11-09T22:23:00.000+01:002020-11-09T22:23:09.154+01:00Fiasconaro: l’eccellenza di panettone e pandoro prodotti in Sicilia a Castelbuono (Pa).<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0T3PjCJT7XjoqOCK9ezt1tVRpRHcyfuKOW7BSi-W2XLNRwygV8n4NdrRbiJlQ3pRF3-Kb8YxiargYOftAKOfxEdMFhb22DXrfgcnLwgpooh0RpyioMKP9EuFR6xOZMVTZs7dbePGT7O63/s275/download+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0T3PjCJT7XjoqOCK9ezt1tVRpRHcyfuKOW7BSi-W2XLNRwygV8n4NdrRbiJlQ3pRF3-Kb8YxiargYOftAKOfxEdMFhb22DXrfgcnLwgpooh0RpyioMKP9EuFR6xOZMVTZs7dbePGT7O63/s0/download+%25283%2529.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMx1TWmx0p5FcH4-kXrHxsPIHwJya_0cbM6i5XxT_yeeAsyvy9DeDFVL-AH3GvLmWhBsftux7xNdT2f6KfAssvJ4lBiiyWgov4ZcL3sHMP37QciDvxvBV9_XrxuZrANPDKr5P2fIXm6Jcg/s900/WhatsApp-Image-2019-05-11-at-11.05.55-900x390.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="900" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMx1TWmx0p5FcH4-kXrHxsPIHwJya_0cbM6i5XxT_yeeAsyvy9DeDFVL-AH3GvLmWhBsftux7xNdT2f6KfAssvJ4lBiiyWgov4ZcL3sHMP37QciDvxvBV9_XrxuZrANPDKr5P2fIXm6Jcg/s320/WhatsApp-Image-2019-05-11-at-11.05.55-900x390.jpeg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI-2tbcg6LjA0R4FdSGDWR3LIOAe9Rg81Aq8-JvI5jCcaqhFJbgt7rZ9FfLBGkmt0nY6SSFDGMhaeza1eWQYvlNr5V5Nqwbk9GHsCOpH6QKA9URB5p-JkbMAmF3k0vL5mV1lMRyqZsQqCJ/s940/DSC2834-2-940x390.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="390" data-original-width="940" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI-2tbcg6LjA0R4FdSGDWR3LIOAe9Rg81Aq8-JvI5jCcaqhFJbgt7rZ9FfLBGkmt0nY6SSFDGMhaeza1eWQYvlNr5V5Nqwbk9GHsCOpH6QKA9URB5p-JkbMAmF3k0vL5mV1lMRyqZsQqCJ/s320/DSC2834-2-940x390.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia8k2vALD_2IGphM-nUpyForXCa0iUARA4GRZHYzj7O0gAR5SqIrRvH3YEbjjpQ0UJ1bfEOZ49xFw8Od2t2JVAy2R177xhhjSE1LPHGW-i9fou3latjJGpauZBYI0vZ-1ecrIcj92-LNVm/s457/171f30786177866ff03631bdde596bed.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="349" data-original-width="457" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia8k2vALD_2IGphM-nUpyForXCa0iUARA4GRZHYzj7O0gAR5SqIrRvH3YEbjjpQ0UJ1bfEOZ49xFw8Od2t2JVAy2R177xhhjSE1LPHGW-i9fou3latjJGpauZBYI0vZ-1ecrIcj92-LNVm/s320/171f30786177866ff03631bdde596bed.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvVi9zqYe6pDQqWDtWXQ6giTA3fhyphenhyphen06e_ZH5LU8Yw2Ojv9GCP_CYHSs5deh6tXaDJlG2BzBkWjZKVeTQneB9LhNFIE3oJ2mhizYFOANwgMKHmg77u6HyIbf5x5a0TUd63t6Hb5GmmueAoT/s297/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="170" data-original-width="297" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvVi9zqYe6pDQqWDtWXQ6giTA3fhyphenhyphen06e_ZH5LU8Yw2Ojv9GCP_CYHSs5deh6tXaDJlG2BzBkWjZKVeTQneB9LhNFIE3oJ2mhizYFOANwgMKHmg77u6HyIbf5x5a0TUd63t6Hb5GmmueAoT/s0/images.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOAX5SYvUY10AA8QKq1dQf3b7oUoXuySZCto52STZnNoQyl49GMFeW5thHqZS1RMxTqrA2BTrMVcyn75sXgCP23pupC__hHuTHNcYp9QVbtAGqsegHwBIzLuB5nkSKzUhbt1PTqDI7hkEP/s300/fiasconaro_martino_bw.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOAX5SYvUY10AA8QKq1dQf3b7oUoXuySZCto52STZnNoQyl49GMFeW5thHqZS1RMxTqrA2BTrMVcyn75sXgCP23pupC__hHuTHNcYp9QVbtAGqsegHwBIzLuB5nkSKzUhbt1PTqDI7hkEP/s0/fiasconaro_martino_bw.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzyel0WNnU42Hqe1tLeVw2ffAliR3sdOWGTrs7TK8WLijWVXhMFoCUuhyphenhyphennx8ITiLkrRBIOZLHUKAGTNY9C25WuKnpxe5WN1OOoQTNz7Y9Y2bQINgVTdYMh-05hqNTeQPJQ4Sbwl6hCYoco/s300/fiasconaro_nicola_bw.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzyel0WNnU42Hqe1tLeVw2ffAliR3sdOWGTrs7TK8WLijWVXhMFoCUuhyphenhyphennx8ITiLkrRBIOZLHUKAGTNY9C25WuKnpxe5WN1OOoQTNz7Y9Y2bQINgVTdYMh-05hqNTeQPJQ4Sbwl6hCYoco/s0/fiasconaro_nicola_bw.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaAm_KKYzvS6JG7glqaSg8gVP0aLcm8FuDLPiz3KhualAxZOyd5RMu96pBo8OGB0Q5KOk888zH4ju9FH83ElWeaKTNARYpDTGo-RFoadEtwfySvi6vVB2_1icqzAsXROMLwDaOfIQv9St1/s300/fiasconaro_fausto_bw.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaAm_KKYzvS6JG7glqaSg8gVP0aLcm8FuDLPiz3KhualAxZOyd5RMu96pBo8OGB0Q5KOk888zH4ju9FH83ElWeaKTNARYpDTGo-RFoadEtwfySvi6vVB2_1icqzAsXROMLwDaOfIQv9St1/s0/fiasconaro_fausto_bw.jpg" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: "Microsoft Sans Serif";">Il
30 maggio 2020 L'imprenditore di Castelbuono Nicola <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Fiasconaro</span> è stato nominato <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Cavaliere del Lavoro</span> dal
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">É
stato un incontro speciale quello di dicembre 2019 fra Papa Francesco e il
Maestro Pasticciere Nicola Fiasconaro, accompagnato da due rappresentanti del
Consorzio Manna Madonita di Castelbuono (PA), nato grazie al sostegno della
Fondazione Con il Sud, ente non profit privato che promuove lo sviluppo del Sud
Italia. In dono al pontefice una cesta contenente la manna prodotta nel
comprensorio locale palermitano e il goloso Oro di Manna di Fiasconaro, il
panettone artigianale con crema di manna da spalmare, ricoperto di glassa
bianca e colata di mannetti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">La
manna, nutrimento di memoria biblica, noto come cibo piovuto dal cielo per
sfamare il popolo di Israele nel deserto, questa preziosa resina dal sapore
dolciastro viene estratta ancora oggi con tecniche antichissime dalla corteccia
dei frassini madoniti. La manna viene coltivata su una superficie di 60 ettari
nei boschi fra Castelbuono e Pollina, in provincia di Palermo. Il Pontefice ha
ascoltato con attenzione la storia di questo prodotto, ricco di proprietà
benefiche e valido sostituto dello zucchero, raccolto nella stagione estiva
direttamente dalla pianta intaccata, sotto forma di suggestive stalattiti
bianche. "La manna è una risorsa vitale per il rilancio del comprensorio
madonita e non solo", ha commentato Nicola Fiasconaro. "La nostra
azienda sostiene da sempre il Consorzio Madonita nel progetto di rilancio di
questo tipico prodotto, ancora poco noto e con un enorme potenziale di crescita
sul mercato".<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">Acquistavo da Fiasconaro biscotti e paste tutte le volte che mi trovavo a Castelbuono per motivi di lavoro. Allora non avrei immaginato che sarebbero riusciti a produrre panettone e pandoro di altissimo livello, piuttosto cari ma con eccellente qualità degli ingredienti impiegati, la qualità si paga, la insuperabile bontà dei prodotti Fiasconaro è gratis.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 21.4667px;">Non si può dire che Fausto Fiasconaro manchi di fantasia, ha escogitato il modo di far degustare e vendere il pandoro in estate nella sua affollata pasticceria a Castelbuono. Credetemi che non avevo alcun secondo fine quando, appena entrati nella sua pasticceria, mentre era seduto alla cassa, gli ho detto che sarei stato onorato di stringergli la mano per aver portato nel mondo i colori della Sicilia e fatto conoscere le straordinarie capacità dell’arte pasticcera palermitana. Dopo essere rimasto per un istante a bocca aperta, si è ripreso chiedendo se quella accanto a me fosse mia moglie e quelli al mio lato due miei parenti. Si, gli risposi, è mia moglie e questa coppia sono miei amici. Dopo averli calorosamente salutati, si rivolse quindi agli impiegati dicendo: questi signori sono miei ospiti, servitegli tutto quanto desiderano e fategli gustare i nostri cavalli di battaglia. Così accadde e non me lo aspettavo. E’ stato un vero signore. Gli restituisco la cortesia pubblicando questo post.</span></p>
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; mso-line-height-alt: 15.6pt; mso-outline-level: 2; text-align: center; vertical-align: baseline;"><span style="font-family: "inherit","serif"; font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sessant’anni</span><span style="font-family: "PT Sans","serif"; font-size: 18.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> tra tradizione e innovazione</span><span style="font-family: "PT Sans","serif"; font-size: 15.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-style: italic; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">Era
l’anno 1953 quando Mario Fiasconaro, papà di Fausto, Martino e Nicola
Fiasconaro inizia la propria avventura di gelatiere e pasticciere.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">Allora
non c’erano i frigoriferi. Il gelato si faceva con la neve, che veniva
conservata per la preparazione dei gelati.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">Poi
è arrivata la prima esperienza con la pasticceria, cassatine, cannoli,
“sfincioni” con crema di ricotta fino alle “montagne” di profiteroles, divenute
in breve un autentico cavallo di battaglia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">Sotto
la guida e gli insegnamenti di papà Mario, crescevano intanto Fausto, Martino e
Nicola, che hanno fatto in fretta ad impadronirsi dell’arte di famiglia,
contribuendo in modo decisivo al definitivo lancio dell’azienda a livello
nazionale ed internazionale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">I
tre fratelli Fausto, Martino e Nicola, poco più che bambini, dando una mano nel
tempo libero, cominciarono ad imparare il mestiere. Oggi i Fratelli Fiasconaro
sono a capo dell’azienda che porta il loro nome: Fausto è responsabile
showroom, Martino è a capo dell’amministrazione, Nicola è pluripremiato primo
pasticcere ed ha ricevuto il titolo di Cittadino Onorario dall’Amministrazione
Comunale di Avola per il ruolo svolto in questi anni di ambasciatore delle
dolci eccellenze siciliane nel mondo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">Fiasconaro
è un’azienda moderna e in continua espansione: grazie al lavoro d’equipe di
professionisti capaci ed appassionati, al forte spirito imprenditoriale e ad un
istinto straordinario, si è guadagnata un posto di rilievo nel settore,
affermandosi sul mercato nazionale ed internazionale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">L’esperienza
accumulata negli anni tra i laboratori artigianali e le pasticcerie, prima in
Italia poi all’estero, e la conoscenza delle tecniche di lavorazione più
avanzate hanno reso i Fiasconaro pionieri nel settore della pasticceria
artigianale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">L’amore
per i sapori della terra, il rispetto per i tempi della natura e una fede
incrollabile nella tradizione non li hanno mai fatti cedere alle lusinghe della
produzione industriale su vasta scala.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">Fiasconaro,
pluripremiata azienda dolciaria siciliana, è stata protagonista della seconda
serata del DiVino Festival a Castelbuono con l’assegnazione del premio
internazionale Gusto divino/premio don Mario Fiasconaro, che vede tutti gli
anni salire sul palcoscenico della manifestazione illustri ospiti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-weight: bold;">Nicola Fiasconaro, pasticcere siciliano (base a
Castelbuono sulle Madonie) ormai conosciuto in tutto il mondo, è un vulcano di
idee. Le sue creazioni spaziano fra qualità e fantasia. Si incrociano spesso
con appuntamenti non solo gastronomici ma anche culturali. L’ultima performance
l’ha giocata in casa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><i><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">Il
maestro pasticcere siciliano ha realizzato una scultura di cioccolato decorata
con le copertine dei dischi di Francesco Guccini, ospite a Palermo del
Conservatorio Scarlatti.<o:p></o:p></span></i></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-12900380400610803562020-10-30T10:46:00.001+01:002020-10-30T13:34:41.475+01:00IL POST<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_xD1DqRQzWpJIs5IoMpNhJGBrzrkUJE8SR8Vf-1k4p8VZJM5HIIj5QA-farmG4UFI_21_iFk06sTHsrTagFU592b2Xr6Ajp7rKKRH7KKqhKUhp58Una-JS9AufCmhXQ1eH3fz5dEblcUT/s350/virus.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="220" data-original-width="350" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_xD1DqRQzWpJIs5IoMpNhJGBrzrkUJE8SR8Vf-1k4p8VZJM5HIIj5QA-farmG4UFI_21_iFk06sTHsrTagFU592b2Xr6Ajp7rKKRH7KKqhKUhp58Una-JS9AufCmhXQ1eH3fz5dEblcUT/s320/virus.jpg" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Einstein: “Due sole cose sono infinite, l’Universo
e la stupidità umana”.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Einstein
aveva ragione: nel 2020 c’è stata la conferma. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Prima
del primo lockdown in Italia, i soliti imbecilli sostenevano che l’Italia non
se lo potesse permettere: sarebbe stato un totale disastro. Aziende,
imprenditori e loro dipendenti hanno dovuto sopportate un costo altissimo, ma
il paventato disastro totale in realtà NON C’E’ STATO.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Sempre
i soliti imbecilli continuano ad affermare che un secondo lockdown sarebbe
insostenibile: hanno torto adesso come lo hanno avuto in precedenza.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Piaccia
o no il virus è mutato. E’ aumentata la contagiosità del virus, i positivi asintomatici,
rispetto a prima hanno carica batterica enorme. Aumenta il numero dei decessi,
la terapia antivirus e quella intensiva sono di fatto molto meno efficaci: il
virus si adegua. E’ più bassa l’età dei malati gravi: mentre prima sembrava che
colpisse soltanto gli anziani, oggi il virus colpisce anche i relativamente
giovani, questo nonostante che il loro sistema immunitario funzioni meglio
rispetto a quello degli anziani (il virus si adegua).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Il
Prof. Conte ha imparato bene a fare il politico: invece della impopolarità, ha
scelto di mantenere la lauta poltrona. Il primo lockdown ha realmente
funzionato, decretarne per tempo il secondo, sarebbe stato impopolare, ma il
risultato avrebbe reso Conte inattaccabile. Nonostante molti lo giudicano
adeguato, rispetto al bene comune ha scelto quello personale. Che abbia o meno
le palle per decretare per tempo un secondo lockdown è del tutto secondario: secondo
me le ha ma non gli conviene mostrarle.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">NON E’ SALVANDO L’ECONOMIA CHE SALVEREMO LA
PELLE. E’ LAPALISSIANO: MEGLIO POVERI MA VIVI CHE MANTENERE L’ATTUALE
BENESSERE, MA MORTI.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Sarà
confortante per alcuni ma non per me che tutto il Mondo si trovi nelle peste e
che tutti abbiano o abbiamo commesso gli stessi errori. Troppo spesso in TV
sentiamo dire: “anche negli altri Stati …”. Giustificazione degli stupidi che
assolvono altri stupidi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-38501454174939431852020-09-28T11:56:00.001+02:002020-09-28T12:24:59.356+02:00I SOGNI ED IL VISSUTO<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><br /></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Il cuore non smette mai di battere ed è l’ultimo
organo a fermarsi, si muore infatti per arresto cardiaco, tutti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Dopo il cuore è il cervello l’organo che non
si ferma mai. Parzializza la sua attività per brevi periodi di tempo, tra un
sogno e l’altro.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Il cervello è continuamente in attività,
anche durante il sonno non smette mai di funzionare: sogna! Mantiene al minimo l’attività
dei 5 sensi, ma è pronto a riattivarli nel caso occorresse. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Cosa accade
durante i sogni</span></b><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Per registrare un video deve esserci: un
luogo, oggetti, soggetti, sentori, suoni o parole. La fantasia è quasi
sconfinata, ma il cervello, durante i sogni non è in grado di inventare nulla: Rielabora
a suo piacimento il vissuto. Luoghi, oggetti, soggetti, suoni, sentori o
parole, nei sogni possono apparire sconosciuti, sono invece le precedenti
registrazioni fatte dal cervello durante il vissuto, che la memoria non aveva
dimenticato, ma messo da parte per riutilizzarli nei sogni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Il
sogno assomiglia ad un frullato vegetale: si riconosce l’ortaggio dal
colore dei pezzettini, che non riproducono l’ortaggio originale, sono
semplicemente conseguenti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Analogamente al frullato, i sogni frullano il
vissuto, che nei sogni non appare mai nella sua forma originale, è semplicemente
conseguente.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Sognamo per vivere o viviamo per sognare? Se
e quando lo scopriremo, avremo scoperto uno dei grandi misteri della vita.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzBsjADPQNxmpE0_0B6sWxEIg0EMCQE339XCpi2rdheebYKO-q6BVbc85ECslFRawEE5iU1z24WgB1BSEp5kISGkUPPMeUHff_2NfDq8_LafEefCj_pTmAL7Ub5QVULCh39qffnHaq3_Sq/s600/Sogni-600x480.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="480" data-original-width="600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzBsjADPQNxmpE0_0B6sWxEIg0EMCQE339XCpi2rdheebYKO-q6BVbc85ECslFRawEE5iU1z24WgB1BSEp5kISGkUPPMeUHff_2NfDq8_LafEefCj_pTmAL7Ub5QVULCh39qffnHaq3_Sq/s320/Sogni-600x480.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwUP2M2wlJQGbIzkDaKeIfjjF4sxhHeAkRyVXUYBZSIyjb1G2-g2AThGfyQ4x8FaXs6IgsZofM1O7WlGL6iidHwT1FkrXPHvmpJu56mxGQKzb3NWijtGdqlntWaon6nu74obd4eCZeitsh/s315/images+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="160" data-original-width="315" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwUP2M2wlJQGbIzkDaKeIfjjF4sxhHeAkRyVXUYBZSIyjb1G2-g2AThGfyQ4x8FaXs6IgsZofM1O7WlGL6iidHwT1FkrXPHvmpJu56mxGQKzb3NWijtGdqlntWaon6nu74obd4eCZeitsh/s0/images+%25282%2529.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghOqHE2sZFYGEbChIqijPxLJOPOOCNUOdEBY2EA7EhAzKvSa77gBowJQ8f6rNxakp4cH_ERIyUuHvTO7GnrIS7SWPMsoEj6xE9x_57qfyHJHYkOh_imaXiUL_kGfa-qWRjlgCTcmq7TZ_D/s275/download+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghOqHE2sZFYGEbChIqijPxLJOPOOCNUOdEBY2EA7EhAzKvSa77gBowJQ8f6rNxakp4cH_ERIyUuHvTO7GnrIS7SWPMsoEj6xE9x_57qfyHJHYkOh_imaXiUL_kGfa-qWRjlgCTcmq7TZ_D/s0/download+%25282%2529.jpg" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDaWd7a2O85kEviemfxMlbXidhqY5z1dFSr2HBdb8U4rYgnEaJzYYBxm-F3ZnTr7hJUI2ako919aXDhnirJn-0iMJ6VPskEBHOelHyzltTwUc2GVjTkUzKZswHWwimbjNGSqCrkUT0HrSY/s275/download+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDaWd7a2O85kEviemfxMlbXidhqY5z1dFSr2HBdb8U4rYgnEaJzYYBxm-F3ZnTr7hJUI2ako919aXDhnirJn-0iMJ6VPskEBHOelHyzltTwUc2GVjTkUzKZswHWwimbjNGSqCrkUT0HrSY/s0/download+%25281%2529.jpg" /></a></div><br /><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;"><br /></span><p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;"> <o:p></o:p></span></p>
<p><span style="font-size: 14pt;"> </span> </p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-931588502606024542020-09-14T09:21:00.000+02:002020-09-14T09:21:03.884+02:00Fascia di Kuiper, nube di Oort e disco diffuso<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4txPpXKgul64W0n5CT-79uMLy0f7noMFKKtcWAaR07-uZCifiFUmPz2DuEMXN_nUyVJWaEyACO4_q34CzahAUAFIZ3EYcxix_InRHvkv_Zp2itEBFK6hPR0tYLLoCZu8oTOV9Fajt9Qfc/s340/oort.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="191" data-original-width="340" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4txPpXKgul64W0n5CT-79uMLy0f7noMFKKtcWAaR07-uZCifiFUmPz2DuEMXN_nUyVJWaEyACO4_q34CzahAUAFIZ3EYcxix_InRHvkv_Zp2itEBFK6hPR0tYLLoCZu8oTOV9Fajt9Qfc/s320/oort.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZOMnAs5sJ62YfGyq-Hf-SBrEYw3YelLIRbtJyxD9XO7GxbLS2mcXq5PaxH5c_kW40RjFfFJWx0W2LIcVZq5FvIIZz9vhzmaS_K3-3GOk8MULOT8fd1MeeiEZAazErz2wDKO3aTOH6lJaC/s460/150418749-06354d6a-bfdd-41a0-b345-fd52c11e54ba.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="312" data-original-width="460" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZOMnAs5sJ62YfGyq-Hf-SBrEYw3YelLIRbtJyxD9XO7GxbLS2mcXq5PaxH5c_kW40RjFfFJWx0W2LIcVZq5FvIIZz9vhzmaS_K3-3GOk8MULOT8fd1MeeiEZAazErz2wDKO3aTOH6lJaC/s320/150418749-06354d6a-bfdd-41a0-b345-fd52c11e54ba.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhy6VUDxFJSJKIFWP1vUIRcQKaC2Af4HEF-mNULzfvzJBfvAX6o8odE_KzFjW-VAy7iLGrHMlnqSsPPkOd6sXgGS1H9Aa1PkARxCqyfCLG-ONq-RHH3d2aE3o9gP5Kc1Qia8PaUPzYAGyCT/s512/unnamed+%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="416" data-original-width="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhy6VUDxFJSJKIFWP1vUIRcQKaC2Af4HEF-mNULzfvzJBfvAX6o8odE_KzFjW-VAy7iLGrHMlnqSsPPkOd6sXgGS1H9Aa1PkARxCqyfCLG-ONq-RHH3d2aE3o9gP5Kc1Qia8PaUPzYAGyCT/s320/unnamed+%25285%2529.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Fascia di Kuiper, nube di Oort e disco diffuso<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">La
Via Lattea è la galassia a cui appartiene il nostro sistema solare; è la
galassia per eccellenza, poiché il nome deriva dal greco galaxias, latteo,
utilizzato in epoca greca per designarla.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;">Raggio: </span><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">52.850 anni
luce<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;">Età: </span><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">1,351
× 10^10 anni<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;">Stelle: </span><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">250 miliardi
± 150 miliardi<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;">Dimensione apparente (V): </span><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">360°<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;">Tipo: </span><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Galassia
a spirale barrata<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Ci
troviamo ai confini di un sistema solare sconosciuto, composto da otto pianeti
caratterizzati da orbite ellittiche attorno a una nana gialla: quattro solidi a
densità elevata e dimensioni contenute, quattro prevalentemente gassosi e di
dimensioni maggiori; uno di questi possibile stella mancata. Sono presenti
inoltre alcuni pianeti nani.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Quando
si parla di distanze spaziali molto grandi, come quelle che intercorrono tra i
pianeti del nostro sistema solare, non possiamo ragionare in termini di Km né,
più in generale, in termini di unità appartenenti al cosiddetto Sistema
Internazionale (più brevemente indicato come SI). Queste risulterebbero troppo
piccole e, conseguentemente, inadatte a tal genere di misurazioni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Eppure,
vista la sempre maggiore importanza dell'argomento, attualmente il SI accetta
come valide accanto alle proprie anche unità di misura che ufficialmente non
gli appartengono, non soltanto al fine di permettere la comprensione di
determinate tematiche anche a un pubblico vasto, tematiche che altrimenti
potrebbero risultare ostiche per non dire incomprensibili, ma anche perché
talvolta esse risultano più precise.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">E'
questo il caso dell'Unità Astronomica (più brevemente indicata come UA) ovvero
l'unità maggiormente utilizzata per la misurazione delle succitate distanze
interplanetarie.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Vale
la seguente relazione 1 UA = 1,49597870691(6)×10<sup>11</sup> m.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Dunque:
1 Unità Astronomica [UA] = 149.597.870,7 Chilometri [km].<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Con
una certa approssimazione, giusto per rendere l'idea con immediatezza, potremmo
quindi dire che 1 UA corrisponde a circa 150 milioni di chilometri: un'unità di
misura spaziale incredibilmente grande (per percorrere una UA alla velocità di
100 km/h si impiegherebbero più di 170 anni)!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Ma
solo questa ci potrà permettere di dimensionare adeguatamente il nostro sistema
solare in quanto essa corrisponde all'incirca alla distanza media tra la Terra
e il Sole.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Prima
di farlo sarà comunque necessario presentarne gli attori ovvero i pianeti che
orbitano attorno al Sole, stella di cui anticiperemo una breve descrizione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Si
tratta di una nana gialla, avente quindi dimensioni relativamente piccole
rispetto alla media delle stelle presenti nella nostra galassia; non è invece
una stella giovane - misurandosi l'età rispetto alla sua data di nascita - in
quanto esiste da almeno 4,5 miliardi di anni ed è perciò giunta più o meno a
metà della sua vita. Si trova in una fase di stabilità sia dal punto di vista
termico sia gravitazionale, stabilità che di riflesso si trasmette all'intero
sistema solare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Le
conoscenze attuali hanno permesso di determinare l'esistenza certa di otto
pianeti orbitanti attorno al Sole: Mercurio, Venere, la Terra, Marte, Giove,
Saturno, Urano e Nettuno. Anche il maggiore di questi, Giove, risulta avere
dimensioni estremamente piccole rispetto al Sole, sia per massa sia per
diametro. Il Sole ha infatti un diametro medio pari a 1,39095×10<sup>9</sup>m
ovvero circa 1.400.000 Km mentre il diametro equatoriale di Giove risulta di
42.984 Km, essendovi perciò tra i due diametri un rapporto di 32 a 1.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Tutti
gli altri corpi celesti orbitanti attorno alla nostra stella madre (e ve ne
sono moltissimi) non sono tuttavia classificabili come pianeti. Di fatto si
tratta di satelliti (come la nostra Luna), comete, asteroidi e di quei corpi
che non raggiungono lo status di pianeta pur assomigliandovi notevolmente: i
cosiddetti 'pianeti nani' o 'oggetti transnettuniani' o 'plutoidi'.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Questa
denominazione è entrata in vigore una decina di anni fa e in apparenza sembra
suggerire che i pianeti nani non siano altro che pianeti molto piccoli.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">In realtà non è così.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Si
pensi per esempio al più noto di loro: Plutone; il suo diametro medio è di
quasi 2.400 km.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Se
lo paragoniamo al diametro di Mercurio, il più piccolo dei pianeti del sistema
solare, esso risulterà circa la metà, rapporto di scala non molto diverso da
quello esistente tra lo stesso Mercurio e la Terra o Venere, pianeti i cui
diametri sono compresi tra i 12.000 e i 13.000 km.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Dunque
il criterio dimensionale non è quello che distingue un pianeta da un plutoide.
Ne consegue che questi ultimi non devono essere necessariamente più piccoli dei
primi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Ma allora qual è la definizione di corpo
transnettuniano?<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Premettiamo
che una definizione definitiva non esiste; tuttavia l'Unione Astronomica
Internazionale ha stabilito che <i>un pianeta nano è un corpo celeste di
tipo planetario orbitante attorno a una stella e caratterizzato da una massa
sufficiente a conferirgli una forma quasi sferica, ma che non è stato in grado
di "ripulire" la propria fascia orbitale da altri oggetti di
dimensioni confrontabili: per quest'ultima caratteristica non rientra nella
denominazione di pianeta</i>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Il
concetto di 'ripulitura' non risulta essere un concetto assoluto in quanto
nessun corpo del sistema solare è stato in grado di ripulire completamente la
propria fascia orbitale da altri oggetti di dimensioni confrontabili.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Nonostante
ciò, almeno per ora, la succitata definizione, seppur soggetta a una certa
approssimazione, è stata accettata da tutti gli scienziati.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Da
quanto si è detto è facile intuire come le ultime due decadi siano state
fondamentali per l'individuazione e lo studio di questi misteriosi corpi
celesti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Plutone infatti non è solo.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Assieme
a lui, in quella che è stata definita fascia di Edgeworth-Kuiper (dal nome dei
due astronomi Kenneth Edgeworth e Gerard Kuiper) o più brevemente fascia di
Kuiper, troviamo oltre 1000 oggetti (<i>Kuiper belt objects</i>, o KBO), ma si
pensa ve ne possano essere almeno 100.000, tutti aventi diametro massimo
maggiore di 100 Km.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">I
più noti sono:<o:p></o:p></span></p>
<ul type="disc">
<li class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Issione</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">, scoperto nel 2001 e avente diametro
compreso tra i 1.000 e i 1.200 km;<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Varuna</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">, scoperto nel 2002 e avente diametro
compreso tra i 600 e gli 800 km;<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Quaoar</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">, scoperto nel 2002 e avente diametro
compreso tra i 1.200 e i 1.400 km;<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Orcus</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">, scoperto nel 2004 e avente diametro di
circa 1.500 km;<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Haumea</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">, scoperta nel 2005 e avente diametro di
circa 1.500 km. Quest'oggetto è caratterizzato da una curiosa forma allungata
che lo rende simile a un pallone da rugby, forma dovuta alla sua rotazione
estremamente rapida (circa 4 ore contro le 24 terrestri);<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Makemake</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">, scoperto nel 2005 e avente diametro
compreso tra i 1.800 e i 2.000 km.<o:p></o:p></span></li>
</ul>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Tutti
i pianeti nani della fascia di Kuiper si trovano a una distanza dal Sole
compresa tra le 30 e le 55 UA ma la massima concentrazione si ha tra le 42 UA e
le 48 UA.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Inoltre,
a differenza dei pianeti veri e propri i cui piani orbitali, a eccezione di
Mercurio, hanno scarsissima inclinazione rispetto a quello dell'eclittica, la
maggior parte dei planetoidi della fascia di Kuiper percorrono orbite
significativamente inclinate. Per es. l'orbita del sistema plutoniano, composto
da Plutone e i suoi tre satelliti, giace su un piano inclinato di 17 gradi
rispetto all'eclittica.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Tali
caratteristiche fanno assomigliare questa regione di spazio più a un solido
toroidale (un solido avente pressappoco la forma di un comune salvagente) che
non a una cintura.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Attraverso
indagini spettroscopiche è stato possibile determinare gli spettri dei corpi
attualmente noti al fine di conoscere i materiali di cui sono costituiti. Si è
così scoperto che hanno una composizione analoga a quella delle comete ovvero
ghiaccio e roccia, ma a differenza di queste ultime, godendo di un relativo
equilibrio gravitazionale, non vanno perdendo parte della propria massa e
quindi non hanno una coda.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Dunque
una prima ipotesi sul fatto che le comete non potessero essere altro che corpi
appartenenti alla fascia di Kuiper successivamente destabilizzati dalla forza
gravitazionale del Sole è stata scartata. Da dove proverrebbero allora?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Se
consideriamo valido il concetto di 'regione d'origine', gli scienziati hanno
ipotizzato l'esistenza di una seconda regione di spazio ancora più esterna della
fascia di Kuiper, ma anch'essa popolata da corpi celesti transnettuniani e
l'hanno chiamata Nube di Oort.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Una
conferma strumentale della sua esistenza non è mai stata prodotta in quanto i
suoi oggetti si troverebbero troppo lontani dalla Terra per poter essere
osservati anche coi più moderni telescopi. Tuttavia la logica ci suggerisce che
se le comete fossero tutte nate durante la fase di formazione del nostro
sistema solare, visto e considerata la loro breve vita, attualmente non ne
dovrebbe più esistere nessuna.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Perciò
da qualche regione dello spazio devono per forza provenire.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Gli
scienziati l'hanno immaginata simile a una sfera cava, al centro della quale si
trovano il sole e, via via che ci si allontana, gli otto pianeti per giungere
infine ai plutoidi della fascia di Kuiper.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Ma
le ipotesi si sono spinte oltre! Come averla chiamata 'nube' non è stato
casuale, bensì dovuto al fatto che quest'area remota è stata considerata il
residuo della nebulosa da cui più di quattro miliardi di anni fa prese vita l'intero
sistema solare, così si è anche ipotizzato che altre stelle potessero avere una
loro nube di Oort; e l'estensione di queste regioni di spazio sarebbe tale da
riuscire a generare accidentali commistioni tra i loro corpi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">In
altre parole attorno al nostro Sole potrebbero gravitare comete provenienti da
altri sistemi solari nonché planetoidi nati ad anni luce dalla Terra.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Non
ci dobbiamo dunque meravigliare quando leggiamo che l'estensione della nube si
suppone compresa tra le 50.000 e le 200.000 UA, incontrandosi i suoi primi
corpi a una distanza di almeno 2.000 UA dalla nostra stella.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Quest'ultima
considerazione suggerisce però che si conosca qualcosa di più riguardo gli
oggetti che la popolano, se non altro quelli più vicini al Sole. Infatti ne
sono stati individuati alcuni, come:<o:p></o:p></span></p>
<ul type="disc">
<li class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Sedna</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">, nel 2003, avente un diametro massimo
compreso tra i 1.100 e i 1.800 Km e un afelio posto a circa 975 UA dalla
nostra stella; il perielio è invece molto più vicino, a circa 76 UA. Al
momento della sua scoperta essa si trovava in fase di avvicinamento al
perielio e molto vicina a esso, più o meno a 90 UA dal Sole; questo il
motivo principale per cui è stato possibile individuarla. Si è inoltre
stimato che nel momento di massima lontananza la sua temperatura
superficiale scenda sino a 23 gradi Kelvin che corrispondo più o meno a
-250 gradi nella scala Celsius!<o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.0pt;"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Eris</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">, nel 2005, avente diametro di poco
superiore a 2.300 km (quindi secondo solo a quello di Plutone, ma di massa
superiore a quest'ultimo di almeno il 25%) che risulta essere l'oggetto
transnettuniano di massa maggiore fino a oggi scoperto nonché uno dei più
remoti, avendo il suo afelio a circa 97 UA dal Sole e un perielio a 35 UA,
nonché un'inclinazione del piano orbitale rispetto all'eclittica di ben 44
gradi.<o:p></o:p></span></li>
</ul>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Queste
ultime misure spaziali, in particolar modo l'ultima, paiono però in contrasto
con quanto si è detto poc'anzi: 97 UA sono ben lontane dalle 2.000 UA cui si
riferisce l'ipotetico inizio della nube di Oort.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Come giustificare tutto ciò?<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Il
problema è che troppo frettolosamente si è stabilita l'esistenza di due regioni
dello spazio ben distinte, ma successivamente ci si è accorti che la realtà
potrebbe essere diversa, essendovi una certa gradualità nel passare dall'una
all'altra.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">A
tale gradualità è stato quindi dato un nome e una definizione: <i>si parla
di disco diffuso (meno frequentemente detto disco sparso, dall'inglese
'scattered disc') in riferimento a una regione periferica del sistema solare
ricca di planetoidi ghiacciati noti come oggetti del disco diffuso (scattered
disc objects), particolare categoria di oggetti transnettuniani. La parte più
interna del disco diffuso sfuma gradualmente nella fascia di Edgeworth-Kuiper,
ma la sua estensione è assai maggiore, e raggiunge anche regioni di spazio situate
notevolmente al di sopra e al di sotto dell'eclittica</i>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">I
corpi di questa regione dello spazio hanno orbite molto più eccentriche che
descrivono piani molto più inclinati (anche più di 45 gradi) rispetto
all'eclittica. Sembra inoltre che abbiano la tendenza ad allontanarsi dal
centro del sistema solare ovvero a migrare verso la nube di Oort, comportamento
verosimilmente indotto dall'azione del campo gravitazionale di Nettuno.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Difficile
risulta l'indagine del disco diffuso; infatti la facilità di individuazione dei
suoi corpi è inversamente proporzionale alla loro distanza dal Sole nonché
direttamente proporzionale alla loro capacità di rifletterne la luce. Eris è
stato scoperto nonostante fosse prossimo al suo afelio a causa della notevole
luminosità, seconda soltanto a quella del satellite Encelado, uno dei più
importanti satelliti di Saturno.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Ma
altri corpi potrebbero avere scarsa luminosità, orbite decisamente inclinate
rispetto all'eclittica e non essere rilevabili nonostante le possibili maggiori
dimensioni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Né
sarebbe così scontato escluderne la presenza sulla base delle sole
considerazioni di tipo gravitazionale.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Non
a caso recentemente perfino l'ipotesi dell'esistenza di un ipotetico pianeta X
(che a dispetto del nome risulterebbe il nono), avente massa pari a dieci volte
quella della terra e orbitante attorno al nostro Sole oltre la fascia di
Kuiper, è tornata nuovamente sotto i riflettori del mondo scientifico.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">In
conclusione forse in un futuro nemmeno tanto remoto si scoprirà che la
struttura del nostro sistema solare risulta essere alquanto più complessa ed
estesa di quanto si credeva e ciò potrà un giorno contribuire all'esplorazione
dello spazio siderale rendendo più prossima la data del primo viaggio
interstellare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"> <o:p></o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-9834756202666698812020-09-14T00:48:00.001+02:002020-09-14T00:48:18.021+02:00<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja5ddZAgpZp7b54Ju29naSa-6j3aRfiAmcns-ibkSDYQ5HsH3Ku7T5VblDbiI8Uj1GdXK4aaLYd13qZSMjy62S5g0ReV_GqIZsvtX0rdnwWS7pdA6n1oKWADGLomcU7PNPTBmt82LFxxHT/s1920/corona_virus_sfondo_fisso.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1920" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEja5ddZAgpZp7b54Ju29naSa-6j3aRfiAmcns-ibkSDYQ5HsH3Ku7T5VblDbiI8Uj1GdXK4aaLYd13qZSMjy62S5g0ReV_GqIZsvtX0rdnwWS7pdA6n1oKWADGLomcU7PNPTBmt82LFxxHT/s320/corona_virus_sfondo_fisso.png" width="320" /></a></div><br /> <p></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">I soggetti dimessi dalla terapia
intensiva per Covid-19 sono vivi, ma in quali pessime condizioni si ritrovano?
Se ne parla poco per non spaventare l’opinione pubblica: errore fatale! Se
tutti conoscessero la verità il comportamento generale sarebbe ben diverso da
quello attuale: superficialità generale nell’adottare le poche misure
preventive salvavita!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Si è puntato fin troppo su indossare la
mascherina e troppo poco sul distanziamento, che dovrebbe essere di almeno due
metri, come molti studi scientifici hanno evidenziato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">È ora di parlare
della sindrome post-covid<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;">Non sempre chi
è considerato guarito dalla covid ne ha superato i postumi: su questi effetti a
lungo termine ci sono ancora pochi studi e fin troppa reticenza nel diffonderli.
<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;">Proprio perché
la COViD-19 è una malattia nuova, non esistono ancora studi sugli effetti a
lungo termine nei guariti all'infezione: nella fase dell'emergenza ci si è
concentrati sul salvare la vita dei pazienti, e i primi a guarire, in Cina, sono
usciti dagli ospedali solo pochi mesi fa. Tuttavia, un buon numero di persone
sopravvissute a forme non necessariamente gravi di covid continua ad avvertire
strascichi della malattia per settimane, addirittura mesi. Tanto che molti
scienziati ritengono che la "sindrome post-covid" sia da considerarsi
una famiglia di disturbi da seguire nel tempo, con fini di ricerca e
riabilitativi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">SFINIMENTO.</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;"> Tra le possibili
(ma non obbligate) conseguenze a lungo termine della covid ci sono una
riduzione della funzionalità polmonare, lesioni al cuore, problemi neurologici
e cognitivi e in generale un senso di spossatezza che sembra non
passare mai. Questo è forse il sintomo più comune che lamenta chi è apparentemente
uscito dalla malattia: i sintomi di un persistente affaticamento con dolori
muscolari, difficoltà nel sonno, nella capacità di concentrazione e nella
memoria erano già stati accusati dai sopravvissuti alla SARS, e
sempre più spesso sono riportati da ex pazienti covid.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">La sindrome
da stanchezza post-virale può dipendere dalla reazione immunitaria ai residui
del coronavirus nell'organismo, ma potrebbe essere legata anche </span><span style="font-size: 16pt; line-height: 115%;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration: none; widows: 2; word-spacing: 0px;">alla diffusione di microcoaguli</span></span><span style="background: white; color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"> che riducono l'afflusso di sangue ossigenato nel corpo.
Da questo problema vascolare potrebbero dipendere anche i mal di testa e
l'affanno riportati da molti guariti. Il senso di fatica potrebbe anche essere
una conseguenza </span></span><span style="color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-themecolor: text1;"><span style="background: white; color: black; mso-themecolor: text1; text-decoration: none; text-underline: none;">dell'attacco
del virus alle cellule che rivestono le pareti dell'intestino</span></span><span style="background: white; color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">, che si infettano
e si infiammano: il virus persiste infatti a lungo nelle feci anche dopo essere
scomparso dai tamponi nasali, e finché l'equilibrio batterico intestinale non è
ripristinato possono prevalere stanchezza, mancanza di appetito, perdita di peso.</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><strong><span style="background: white; color: black; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial; text-transform: uppercase;">PROBLEMI AL CUORE.</span></strong><span style="background: white; color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"> Il
coronavirus SARS-CoV-2 </span></span><span style="background: white; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">può attaccare il muscolo cardiaco<span style="color: black;">,
e nei sopravvissuti a questo aspetto della malattia sembra poter causare danni
cardiaci a lungo termine, oltre a inasprire i disturbi al cuore preesistenti.
L'infezione da covid è stata collegata alla miocardite, una condizione che
comporta un'infiammazione che indebolisce il cuore e crea tessuto cicatriziale,
ostacolando la corretta circolazione del sangue ossigenato. I pazienti che
hanno subito danni al cuore dalla COViD-19 potrebbero essere più a rischio di
eventi acuti come infarti e ictus, e dovrebbero pertanto limitare fumo e alcol
in via preventiva.</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><strong><span style="background: white; color: black; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial; text-transform: uppercase;">IMPATTI NEUROCOGNITIVI.</span></strong><span style="background: white; color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"> Sempre più
ricerche evidenziano sintomi neurologici nei pazienti ricoverati per covid,
come mal di testa, vertigini, perdita di coscienza, disturbi della vista,
perdita dell'olfatto e del gusto, dolore cronico. Alcune complicazioni a lungo
termine della covid potrebbero includere disturbi dell'attenzione, della
concentrazione e della memoria, nonché possibili disfunzioni dei nervi
periferici che raggiungono le dita, le braccia, le gambe. Complicanze
neurologiche quali formicolii, perdita di sensibilità, disturbi dell'equilibrio
e della coordinazione, sono stati accusati anche in rare occasioni da pazienti
guariti dalla SARS o dalla MERS, le altre due gravi infezioni da coronavirus.</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="background: white; color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">Non è però
semplice distinguere le conseguenze della covid da quelle di un ricovero in
terapia intensiva. Nei pazienti guariti da forme gravi dell'infezione, alcuni
sintomi neurologici come il delirio (ossia uno stato di confusione mentale che
porta a sentire o a vedere cose che non esistono) potrebbero essere legati alla
permanenza in terapia intensiva (sia ai motivi per cui ci si è finiti, sia ai
trattamenti salvavita ricevuti). Un paziente su cinque tra chi è reduce da </span><em style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">sindrome
da distress respiratorio acuto</span></em><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; float: none; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;">, una forma di insufficienza respiratoria che si riscontra
anche nelle forme più gravi di covid, </span><span style="background: white; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">sperimenta problemi cognitivi<span style="color: black;"> a lungo termine dovuti alla mancanza di corretta
ossigenazione, all'infezione subita o ai trattamenti ricevuti. Molti di questi
pazienti soffrono anche di disturbi da stress post-traumatico per l'esperienza
legata alla malattia.</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;">LESIONI POLMONARI.</span></b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;"> I danni
polmonari del virus SARS-CoV-2 possono lasciare sui tessuti cicatrici perenni,
con conseguente difficoltà a tornare alla vita di tutti i giorni. Gli stessi
problemi sono stati accusati da parte dei guariti da SARS e MERS, ma a
differenza di queste precedenti infezioni, la covid attacca in genere entrambi
i polmoni, e non uno soltanto. Soprattutto i più anziani e chi soffre di
patologie pregresse potrebbero accusare, anche dopo la guarigione, i sintomi
della "fame d'aria" al primo cenno di attività fisica intensa.
Nell'era post-covid occorrerà affinare le capacità di valutare e seguire nel
tempo questi disturbi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;"> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;">Tutto questo
ci dice che la COViD-19 è una malattia multiorgano che può avere effetti
duraturi su molti sistemi del corpo umano. La buona notizia è che <b>ci si
aspetta</b> che questi danni guariscano, con il tempo, nella maggior parte dei
pazienti. <b>Ci si aspetta</b> è solamente una speranza, se così non fosse: la
vita dei guariti sarebbe un inferno!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3968631929601000732.post-51749883423238684012020-08-13T10:41:00.001+02:002020-08-13T10:41:46.012+02:00IL ROSTRO ROMANO DI ACQUALADRONI.<p> </p><p class="MsoNormal"><span style="color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-themecolor: text1;"><o:p> </o:p></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbSzjtpXGpA1bjZzq3S3WJIHlJrj-0wTK42pBtmXPvGPhbq5dzch0oQQgmRCuwnh91_-MQ-uGgh5n0210DPXNM4mqaRvlzIqCiSjv-xgu5O9pxcFwT4s_FdGwdo4UUZhJZ2QqqTeNzFF9B/s300/117714987_1481913295332501_4623450995465156189_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbSzjtpXGpA1bjZzq3S3WJIHlJrj-0wTK42pBtmXPvGPhbq5dzch0oQQgmRCuwnh91_-MQ-uGgh5n0210DPXNM4mqaRvlzIqCiSjv-xgu5O9pxcFwT4s_FdGwdo4UUZhJZ2QqqTeNzFF9B/s0/117714987_1481913295332501_4623450995465156189_n.jpg" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsWj6OsniQoHgFtgdEtGGn5p3s0d5AKUZmwAv7OnkNbLtjUPd_bQ4tStE-t1JRmUlnwZjhwT3NbmaBkekUxcX_V2o2a0TG3ogrf3A2fbhtnnq9MgSxBF_OtFcZ5zuThbdojI6292-RSk2h/s902/1429158659702.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="479" data-original-width="902" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsWj6OsniQoHgFtgdEtGGn5p3s0d5AKUZmwAv7OnkNbLtjUPd_bQ4tStE-t1JRmUlnwZjhwT3NbmaBkekUxcX_V2o2a0TG3ogrf3A2fbhtnnq9MgSxBF_OtFcZ5zuThbdojI6292-RSk2h/s640/1429158659702.jpg" width="640" /></a></div><br /><p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-left: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-themecolor: text1;">IL ROSTRO
ROMANO DI ACQUALADRONI<o:p></o:p></span></b></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Alla fine dell’estate del 2008, a poco meno di 300 metri
dalla battigia della spiaggia di <strong style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">Acqualadroni</span></strong>, sulla
costa tirrenica messinese, fu recuperato dalla Guardia Costiera e dalla
Soprintendenza del Mare, <strong style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">un rostro romano</span></strong> <span style="box-sizing: border-box;">a circa 7- 8 m di profondità</span><span style="box-sizing: border-box; line-height: inherit;">.</span><o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Fu una
delle più importanti scoperte archeologiche per la città di </span><span style="color: black; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt; mso-themecolor: text1;"><a href="https://www.guideturistichemessina.it/messina/" style="box-sizing: border-box;"><span style="color: black; mso-themecolor: text1; text-decoration: none; text-underline: none;">Messina </span></a></span><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">ed oggi il rostro lo
si può ammirare tra i reperti archeologici esposti al <a href="https://www.youtube.com/watch?v=1vYZaKJ_d80" style="box-sizing: border-box;"><strong style="box-sizing: border-box;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; text-decoration: none; text-underline: none;">Museo Regionale</span></strong></a> della
città.<o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Le parti lignee, non si sono conservate,
tranne quelle inserite nel rostro, mentre sono stati localizzati piccoli lingotti
di piombo a circa 15 m a Nord del rostro.<o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">La zona
di Acqualadroni era già conosciuta. Infatti nel 1991 fu scoperto un relitto,
probabilmente da ricondursi alla battaglia del 36 a. C., detta del <strong style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">Nauloco</span></strong>,
combattuta tra Ottaviano ed il suo generale Agrippa contro Sesto Pompeo.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<h4 style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: -1.0cm; margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: normal;">Ma cos’è un rostro e a cosa serviva?<o:p></o:p></span></h4>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Il
rostro (dal latino <em style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">rostrum</span></em>) è un pesante
oggetto da sfondamento che veniva montato sulla prua delle navi antiche per
affondare le navi nemiche. Con questo strumento le navi, a velocità
sostenuta, speronavano le fiancate delle navi nemiche creando delle falle e
provocando un rapido affondamento. N<span style="box-sizing: border-box;">ell’antichità
i</span><span style="box-sizing: border-box; line-height: inherit;"> rostri
sono attestati, oltre che nelle rappresentazioni monetali e nelle ceramiche
raffiguranti navi da guerra, anche nei grandi monumenti commemorativi del Foro
Romano, di Ostia, di Cirene. <o:p></o:p></span></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;"> </span><o:p></o:p></p>
<h4 style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: -1.0cm; margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: normal;">Descrizione del rostro di Acqualadroni<o:p></o:p></span></h4>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Il rostro romano in bronzo di Acqualadroni
è costituito da tre fendenti laminari orizzontali rinforzati da un
possente fendente verticale.<o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Il rostro è in ottimo stato di
conservazione, tranne alcune concrezioni nella parte superiore; esso misura 1,33
m di lunghezza, 0,59 m di larghezza, 0,90 di altezza e pesa circa 250/300 Kg.<o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">A differenza degli altri rostri romani
rinvenuti nelle Egadi, decorati da astragali, dee alate, elmi piumati o
elementi floreali, il nostro è decorato lateralmente da tre spade per
lato, appartenenti a due tipologie diverse, che dividendosi formano un
tridente.<o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Per quanto riguarda le spade, si tratta dIl <em style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">Kopis </span></em>è
un’arma a lama curva con un solo fendente; il pomello della spada è
decorato con una testa di aquila o di grifone. Il <em style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">Kopis</span></em> è molto
frequente nelle armate greche. <o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">L’altro tipo di spada, il <em style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">Xiphos</span></em>, è un’arma
caratteristica dell’oplite, utilizzata anche questa nel V sec. a. C.,
caratterizzata da un’elsa (impugnatura) dentellata nella parte rivolta verso la
lama, a forma di corna di ariete; il pomello superiore è decorato da una doppia
appendice conica.<o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<h4 style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: -1.0cm; margin-top: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; font-style: normal; line-height: 115%; mso-bidi-font-style: italic; mso-bidi-font-weight: normal;">Datazione del rostro romano di Acqualadroni<o:p></o:p></span></h4>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">La
datazione del rostro è ancora c<span style="box-sizing: border-box;">ontroversa,
perchè e</span>sistono numerose ipotesi. Forse <span style="box-sizing: border-box; line-height: inherit;">il rostro apparteneva ad una delle navi delle flotte della
prima o della seconda guerra punica</span><span style="box-sizing: border-box; line-height: inherit;">, o una delle battaglie intermedie, o ancora alla
battaglia del Nauloco.</span><o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; line-height: inherit;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Il rostro, dunque, può essere datato in un
arco cronologico che va dal III sec. a.C. al I sec. a. C., apparteneva ad una
nave danneggiata in battaglia che è andata alla deriva, fino a raggiungere i
banchi di sabbia di Acqualadroni, dove è stata deliberatamente fatta arenare
per consentire all’equipaggio ed ai soldati che trasportava di salvarsi.</span>
A quel tempo la spiaggia arrivava 300 metri al largo rispetto all’attuale
battigia. Lo conferma il racconto dei miei nonni e quello raccontato loro dai
loro nonni. La poderosa e rapida erosione della spiaggia di Acqualadroni è un
fatto piuttosto recente, risale a qualche centinaio di anni.<o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; line-height: inherit;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">L’unica certezza è che si tratta di un
modello di nave di matrice ellenistica, sia per il metallo impiegato, sia per
le decorazioni.</span><o:p></o:p></span></p>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background: white; box-sizing: border-box; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="box-sizing: border-box; line-height: inherit;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Il rostro, dopo il ritrovamento, ha subito
numerose analisi chimiche ed un lungo processo di restauro.</span><o:p></o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="color: #333333; font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 16.0pt; letter-spacing: .15pt;">Il ritrovamento del
rostro, ha regalato al villaggio Acqualadroni gli onori della cronaca locale e
nazionale. <o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="color: black; font-size: 16.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-themecolor: text1;"><o:p> </o:p></span></p>Andrea Arenahttp://www.blogger.com/profile/12054294210359761218noreply@blogger.com0