5 febbraio 2021

LA VIA DELLA SETA (prima e seconda parte)

 LA VIA DELLA SETA

(prima parte)

E’ il lunghissimo percorso lungo l'antica Via della Seta, un viaggio tra storia e leggenda dalle province del Gansu e del Qinghai allo Xinjiang e quindi il Kirghizistan.

La Via della Seta è la più antica rotta commerciale via terra, per secoli ha collegato Oriente e Occidente promuovendo gli scambi commerciali e culturali. Insieme alla seta, alle spezie, alla frutta e alle piante esotiche, alla polvere nera (polvere da sparo) ... i mercanti occidentali di ritorno dal viaggio lungo la Via della Seta importavano idee, tecnologie, usi e costumi orientali dello sconfinato Impero dominato dai discendenti di Gengis Khan.

I primi ad avventurarsi lungo La via della seta furono i mercanti veneziani, in particolare la famiglia Polo, due fratelli ed il figlio di uno dei due: Marco.

Marco Polo 

La cupidigia del mercante veneziano Niccolò Polo, lo convinse a proporre uno scambio al sovrano regnante: Kublai Khan, lasciargli in custodia il figlio Marco in cambio di una piastra dorata che lo autorizzava a commerciare lungo la via della seta. Kublai Khan accettò lo scambio. Marco visse per diversi anni alla corte di Kublai Khan ed al suo ritorno a Venezia scrisse il libro IL MILIONE. In realtà non fu lui a scriverlo, Il libro fu scritto da Rustichello da Pisa, che trascrisse sotto dettatura le memorie rievocate da Marco Polo. Il Milione è un libro storico, racconta nei minimi dettagli, anche con illustrazioni originali, un mondo molto diverso dall’Occidente di allora: le usanze, i costumi e le religioni dei mongoli che per molti anni, e fino ai giorni nostri, hanno affascinato i lettori.

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Immagini

Gengis Khan, il pastore diventato sovrano e l’Impero Mongolo.

https://cronistoria.altervista.org/.../Gengis-Khan...

https://upload.wikimedia.org/.../1200px-Mongol_Empire...

LA VIA DELLA SETA

(seconda parte)

Il Milione è il resoconto dei viaggi in Asia di Marco Polo, intrapresi assieme al padre Niccolò Polo e allo zio paterno Matteo Polo, mercanti e viaggiatori veneziani, tra il 1271 e il 1295, e le sue esperienze alla corte di Kublai Khan, il più grande sovrano orientale dell'epoca, del quale Marco fu al servizio per quasi 17 anni.

Considerato un capolavoro della letteratura di viaggio, Il Milione è anche un'enciclopedia geografica, che riunisce in volume le conoscenze essenziali disponibili alla fine del XIII secolo sull'Asia, e un trattato storico-geografico.

La cupidigia del mercante veneziano Niccolò Polo, lo convinse a proporre uno scambio al sovrano regnante: Kublai Khan, lasciargli in custodia il figlio Marco in cambio di una piastra dorata che lo autorizzava a commerciare lungo la via della seta. Kublai Khan accettò lo scambio. Marco visse per 17 anni alla corte di Kublai Khan ed al suo ritorno a Venezia scrisse il libro IL MILIONE. In realtà non fu lui a scriverlo, Il libro fu scritto da Rustichello da Pisa, che trascrisse sotto dettatura le memorie rievocate da Marco Polo. Il Milione è un libro storico, racconta nei minimi dettagli, anche con illustrazioni originali, un mondo molto diverso dall’Occidente di allora: le usanze, i costumi e le religioni dei mongoli che per molti anni, e fino ai giorni nostri, hanno affascinato i lettori.

Nel 1260 Niccolò Polo, grande commerciante e padre di Marco, e il fratello Matteo partirono verso l'Oriente con l'intento di raggiungere l'impero Mongolico e ivi innestare rapporti commerciali e culturali con l'Europa sulla base di un sacco pieno di pietre preziose, fornite dalle grandi famiglie di mecenati veneziani, e una serie di lettere scritte di pugno papale. Dopo aver combattuto contro una serie di imprevisti, i tre arrivarono alla corte di Kublai Khan Imperatore della Cina e Signore dei Tartari. Questi si dimostrò molto ospitale e tollerante nei confronti degli europei, curioso di saperne di più circa gli usi e i costumi del Vecchio Continente. Al momento di partire consegnò a Niccolò le Tavole dei comandamenti, una sorta di lasciapassare valido su ogni parte del suo esteso regno. Poi, sensibile alla questione cristiana, gli fece promettere di consegnare i suoi omaggi al Papa e di inviargli, appena possibile, un contingente di cento evangelizzatori che convertissero il subcontinente di sua proprietà. Questa parte del libro appare poco verosimile, anche se realmente il messo papale, che in uno dei tanti viaggi si accodò a Niccolò, sembra che abbia contagiato le credenze religiose tartare.

Nel frattempo a Venezia la madre di Marco era morta e lui, costretto dalle circostanze, imparò l'arte del commercio risiedendo presso dei parenti mercanti. Così nel 1271, quando Niccolò decise che i tempi erano maturi per affrontare un secondo viaggio; Marco ebbe l'età e le abilità per unirsi al genitore.

Innanzitutto bisognava recarsi in Terrasanta, dove procurarsi un po' di olio sacro e radunare una comitiva di uomini savi da trapiantare in Cina, e là avrebbero svolto la mansione di proclamare il messaggio cristiano, secondo i desideri del Khan. Il viaggio proseguì per le terre del Medio Oriente, poi risalendo per l'Iran, il Kurdistan nella città di Tabriz - qui Marco si meravigliò per la bellezza dei bazar e per le molte pietre preziose - fino a Yazd, dove li aspettava una nave per raggiungere l'India via mare. Le condizioni dell'imbarcazione spinsero i Polo a proseguire il viaggio per terra. Decisero quindi di intraprendere la faticosa traversata di Dasht-e-Lut, fino al cuore dell'Afghanistan, e da qui giù per la Valle del Panjshir. Solo a quel punto imboccarono la Via della Seta che li avrebbe portati nella culla della Cina.

Cominciarono a questo punto i diciassette anni che il giovane Marco Polo trascorse su territorio cinese, durante i quali ebbe modo di conoscere la corte del Khan, la religione buddhista (che descrive come idolatra), i delicati ingranaggi del loro sistema burocratico e finanziario dall'interno – fu infatti funzionario statale – nonché la fiducia che la dinastia Khan riponeva negli stranieri in luogo di un più chiuso e autarchico nazionalismo, le tradizioni della popolazione dei Dai e di quelle altre stanziate sul Fiume Giallo (una delle quali fu pure governatore). Ma ciò che affascinò più di ogni altra cosa il nostro esploratore fu rimaneggiare quella cultura materiale fatta di ninnoli, vestiti di seta, monete, rotoli di carta e altri oggetti esotici, che dovettero sembrargli provenire addirittura da un altro pianeta. Nonostante l’apparente rigidità morale dei mongoli, Marco conobbe (in senso biblico) molte belle donne dagli occhi a mandorla, lui invece lo chiamavano: latino dagli occhi tondi. Dedicò una certa attenzione, secondo quanto scrisse, anche a materie grezze come la polvere nera (polvere da sparo) e idrocarburi sconosciuti quali il petrolio, il carbone e l'amianto.

Nel 1290 i Polo decisero che i tempi della loro permanenza in Cina erano compiuti. Nel viaggio di ritorno furono intercettati dai genovesi che avevano da poco sconfitto i veneziani e che portarono Marco in carcere, dandogli l'opportunità più unica che rara di mettere insieme le sue memorie in un'opera, Il Milione per l'appunto, che presto riscosse un successo di pubblico impareggiabile.

Tre curiosità sul Milione di Marco Polo

Una serie di curiosità circondano la fama dell'opera, ed è proprio con queste curiosità che concludo il post e il riassunto della trama del Milione di Marco Polo:

1)    Era noto che Cristoforo Colombo, nel corso del viaggio che poi si rivelerà la scoperta delle Americhe, annotava pedissequamente sulla sua copia personale del Milione una serie di impressioni su quella che a suo parere era la stessa India di Marco Polo, con lo scopo di aggiornare le informazioni sulla regione. Come sanno ormai anche i muri, Colombo era convinto di star percorrendo il giro opposto del globo per raggiungere la stessa meta che secoli prima aveva arditamente raggiunto il nostro autore. Chissà con quale sbigottimento e incredula meraviglia depennava e correggeva le informazioni su flora e fauna riportate nel manoscritto medievale! Eppure sembrava uno in gamba questo Polo...

2)    La cartografia europea cambiò radicalmente sulla base delle direttive geografiche date nel Milione, tanto che tra la Chronologia Magna di Paolino Veneto e il mappamondo di Fra Mauro intercorse una differenza abissale!

3)    Il Milione è stato il punto di partenza per il romanziere Italo Calvino, che nella stesura delle Città Invisibili ha immaginato un dialogo onirico di centinaia di pagine tra Marco Polo e Kubilai Khan. Il secondo interroga l'esploratore sulle città sorte nel suo vasto impero e il primo gli risponde illustrandogli una rosa di città immaginarie.

Immagine

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