23 ottobre 2018

ZUCCHINE CENTENARIE.


Il chayote (Sechium edule) è una specie della famiglie delle Cucurbitacee, originaria del Sud America e coltivata nei paesi dell'area costiera del continente e nelle isole. Il maggior esportatore di Chayote è la Costa Rica.

È conosciuto anche in Italia, dove è chiamato zucchina centenaria, zucchina spinosa, patata spinosa, melanzana spinosa, melanzana americana, lingua di lupo, in realtà è corretto chiamarlo con il suo nome italianizzato dal nome scientifico Sechium edule (quindi sechio) oppure col nome spagnolo chayote, di origine azteco (chayutli). A Rutigliano, in provincia di Bari, sono note come musc. In alcune zone della Calabria sono chiamate "Masciùsc".

Il Chayote contiene vitamina C e diversi amminoacidi, acqua e sali minerali; ha effetti diuretici, previene l'arteriosclerosi e l'ipertensione. Favorisce lo scioglimento dei calcoli renali.

La morte loro è fritte in olio di oliva o di semi. Possono benissimo sostituire la zucchina napoletana. Con le centenarie fritte condisco tagliatelle o pappardelle.

Il massimo
il massimo è aggiungere alle centenarie già fritte, mezzo bicchiere di acqua di cottura della pasta (cotta al dente), abbastanza olio di oliva crudo e mescolare il tutto molto bene. L'insuperabile, invece, è spolverare il piatto pronto con la ricotta di pecora infornata (catanese) e grattugiata col grattugino Moulinex o similare.

Mancando la ricotta, può andar bene anche il parmigiano, ma la differenza è notevole.







vole.

20 ottobre 2018

Ricetta di sugo al forno per 1/2 chilo di pasta.


4 pomodori - 6 cipolle rosse - 3 carote - Tagliati a pezzetti molto piccoli - 2 vaschette di pancetta dolce e 2 di spek a listelli - 1 tazzina di olio extrav. - sale - spolverata di pepe nero macinato e poco timo - 1/4 di vino bianco.

Mettere il tutto dentro una teglia da forno in terracotta. Cuocere in forno (preriscaldato) per 15 minuti a 180° e successivamente per almeno 1,5 ore a 150°. Non sarebbe male di tanto in tanto dare una rimescolata. A fine cottura il sugo dovrà risultare piuttosto asciutto.

Condirci le pappardelle all'uovo o normali (cotte al dente) assieme a mezzo bicchiere di acqua di cottura della pasta, mescolando bene e .... buon appetito.

Variante
50 gr. di funghi porcini secchi (esclusivamente boletus edulis), da ammollare in acqua calda per alcuni minuti buttando via l'acqua di ammollo (passare tra le dita i funghi in ammollo per togliere eventuali tracce di terriccio); unire assieme al resto dentro la teglia e poi cuocere come già descritto.


17 ottobre 2018

Lo sbadiglio: perchè?

Lo sbadiglio è contagioso. Un comportamento in parte inspiegabile.

Sebbene tutti, ma proprio tutti sbadiglino, sulle cause di questo riflesso non ci sono teorie condivise. Quello che è certo è che sbadigliare è contagioso... ed anche piacevole.

La ricerca del Duke Center for Human Genome Variation, uno degli studi più completi sul tema "sbadigli" mai compiuti finora, è stata pubblicata su PLOS ONE. Il tema dello sbadiglio è solo apparentemente banale: solo negli uomini e negli scimpanzé si osserva quello "contagioso", ed il perché lo sia rimane ancora un mistero.

Mentre i primi sbadigli spontanei iniziano già nell'utero (si è potuto osservare nelle ecografie fatte al feto), quelli contagiosi cominciano solo nella prima infanzia ed alcune persone, come chi soffre di autismo - disturbo inerente alla sfera sociale - sbadiglia di riflesso ben più raramente. Il motivo è forse dovuto al fatto che i neuroni specchio dei soggetti autistici risultano bloccati?

Appare utile, per decifrare in parte la contagiosità degli sbadigli, dividerli in due categorie: quelli privati, fatti cioè in assenza di altri, ovvero quando si è da soli, e gli sbadigli fatti in presenza di altri.

I primi sono dovuti a stati d'animo oppure a bisogni espressi attraverso gesti incontrollati: noia, sonno, fame ecc. e potrebbero far parte del bagaglio genetico di ciascuno di noi, del quale siamo inconsapevoli. I secondi invece, appartengono alla necessità di condividere con gli altri quanto ci appartiene. E lo sbadiglio in risposta potrebbe voler dire: io ti capisco e ti ho risposto copiando il tuo stesso gesto.

Questo però non spiega il motivo che non si sbadiglia per qualsiasi altro stato d'animo o bisogno rispetto a quelli in parte già citati.

Per concludere, formulo un'ultima ipotesi: lo sbadiglio potrebbe essere il riflesso condizionato di ciò che è rimasto di una precedente fase di apprendimento che avviene in tenera età. La fase che attiene alla attivazione dei neuroni specchio nel cervello, che portano i bimbi a "scimmiottare" gli adulti.
E questa ultima mia ipotesi è confortata dal fatto che gli autistici sbadigliano meno.



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