2 ottobre 2021

NAGORNO KARABAKH

 

 

 



Dai monasteri dell’Armenia al Nagorno Karabakh, lo “Stato che non c’è”, fra fortificazioni, canyon, grotte e il Ponte del Diavolo, da dove scendono imponenti stalattiti.

Nagorno Karabakh (in armeno comunemente chiamato Artsakh) è una repubblica non riconosciuta, autodeterminatasi con un proprio governo armeno nel 1991, la decima provincia del Regno di Armenia, sviluppatasi dal 189 a.C al 387 d.C., divenuta in seguito una regione dell’Albania Caucasica fino al VII secolo, quando finì sotto il controllo arabo.

Dalla capitale Yerevan, uno dei più antichi insediamenti al mondo risalente al 782 a.C., con oltre 40 musei e gallerie d’arte, dopo un’ora e trenta di strada si arriva al Complesso monastico di Noravank  (“Monastero nuovo”, nella affascinante immagine), scavato su rocce rosse e risalente al VII-XIII-XIV secolo, considerato il pulpito dei vescovi Syunik. L’unica arteria di collegamento per il Nagorno Karabakh è la M 12 che da Goris (sud Armenia) raggiunge Berdzor (dogana) e da qui la capitale; una strada in ottime condizioni di manutenzione che sinuosamente si arrampica verso l’altopiano del Karabakh.

 

  


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