19 luglio 2016
LA CRISI IN ITALIA, O LO SPAURACCHIO DELLA CRISI?
La grande recessione è una crisi
economica mondiale
iniziata nel 2007.
Il fallimento
di Lehman
Brothers fu il più grande
della storia degli Stati Uniti e fece precipitare nel panico le borse mondiali
con effetti devastanti sull'intero sistema economico-finanziario.
La crisi economica che ha investito l’Italia ha radici che
risalgono a diversi anni fa, molto prima del crack della Lehman Brothers:
l’aumento della diseguaglianza dei
redditi e della ricchezza, a cui si aggiunge la necessità di contenere la spesa
pubblica per ridurre il debito, hanno insieme tenuto bassa la domanda per i
beni e i servizi prodotti dalle imprese, tranne che per il ramo alimentare. Tra
i fattori anche la bassa competitività che caratterizza le nostre imprese, la
scarsa innovazione tecnologica ed un’inflazione ancora troppo alta; così come
l’agguerrita concorrenza dei nuovi paesi emergenti, resa più forte dalla
globalizzazione.
In un primo momento si evidenziarono i punti deboli dell’economia
italiana, di conseguenza fallirono molte imprese e furono persi molti posti di lavoro.
Successivamente, la situazione si è stabilizzata su di un
basso livello economico e crescita praticamente pari a zero. I governi,
succedutisi in Italia dopo l’inizio della crisi, sfruttarono tale congiuntura
per tartassare il ceto medio, i pensionati e le classi meno abbienti furono
quelle che hanno pagato più di tutti.
In TV, capita ancora di sentire membri
del Governo che affermano: “i “fondamentali” in Italia reggono bene ed
allontanano il pericolo di fare la fine della Grecia”. Tradotto in soldoni
significa: non vi abbiamo ancora spolpato fino all’osso e c’è ancora da
spolpare!
Nonostante tutto, la crisi in Italia, salvo il periodo
iniziale e la stagnazione del mercato immobiliare, non ha prodotto grandi
sconvolgimenti sul mercato interno e sull’economia reale delle famiglie, perché
intanto era crollato il prezzo del petrolio; la gente ha continuato a spendere
per cibarsi fuori da casa propria. Locali come bar, ristoranti, locali per apericena
e tavole calde, hanno continuato a lavorare come prima. Il reddito della classe
media si è assottigliato, ma questo non la ha messa in ginocchio ed i soldi per
mangiare fuori, o da dare ai propri ragazzi per uscire, non sono mai mancati; lo
provano i fatti.
Per concludere: la crisi c’è stata ed in parte continua
ad esserci; i Governi l’hanno sfruttata per aumentare le tasse, ma è stata
raccontata in modo piuttosto diverso da quella reale.
Serpeggia ancora sui media, più la paura della crisi che
le attuali conseguenze della crisi reale. In Italia, siamo quasi tutti un po’
più poveri, ma ben lontani dalla fame o dall’indigenza. I dati diffusi dall’ISTAT,
non tengono conto del lavoro in nero, che tiene in piedi il Paese e che per
molti italiani compensa i disagi prodotti dalla crisi.
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