6 dicembre 2016

LA COSTITUZIONE ITALIANA ANDREBBE PROFONDAMENTE RIVISTA.

Questo post è stato pubblicato sulla pagina del gruppo facebook "TELOINFORMO".

Il dibattito politico ed il recente referendum costituzionale ha nel tempo consolidato un assioma, sempre più saldo e sempre meno obiettivo: che la nostra Costituzione fosse la migliore del mondo. A mio giudizio non è così.

Partorita al termine di una brutale esperienza dittatoriale, la Costituzione riunì in sé stessa varie anime tramite innumerevoli compromessi, con un unico fondamentale obiettivo: evitare che esperienze come quelle fasciste si potessero mai ripetere nella nostra nazione. I tempi però sono cambiati e le attuali esigenze richiederebbero vari aggiustamenti ed almeno un intervento radicale: due soli partiti, destra e sinistra (spiegherò più avanti la ratio).

La prima parte avrebbe bisogno di un corposo intervento. Sicuramente la seconda parte deve essere ritoccata, deve essere quantomeno aggiornato il quadro di organizzazione del nostro Stato, ma in tema di diritti il cammino tracciato, pur molto abbozzato rispetto ad altre realtà europee, ha comunque compiuto passi da gigante cui la Costituzione non può più far fronte, se non con arditi slanci interpretativi. Dovremo smetterla di ancorare, in definitiva, lo sviluppo del complesso di diritti ad un’interpretazione estensiva degli artt. 2-3 Cost.
Penso all’art. 9 della Costituzione, insufficiente e che necessita, a mio avviso, un contenuto leggermente più esaustivo; penso alla necessità di inserire una norma chiara ed univoca all’interno dei Principi Fondamentali che regoli finalmente l’inserimento dell’Italia nell’Unione Europea; penso ad una tutela della libertà sessuale che sia scandita nero su bianco all’interno della Costituzione, anch’essa all’interno dei Principi Fondamentali; penso alla necessità di definire finalmente il diritto alla riservatezza; penso al definitivo chiarimento (laico) sul concetto di eutanasia e sull'obiezione di coscienza. Ancora, è ineludibile scandire a chiari toni un diritto alla rete (vedi RODOTA’); è opportuno intervenire in materia sindacale e porre finalmente la parola fine alle continue controversie; sarebbe doveroso intervenire sulla nozione di famiglia, ancorata ad una visione ormai vecchia, scardinata e non inclusiva; sarebbe opportuno riaffermare con forza il diritto di critica nel quadro di libertà di manifestazione del pensiero; sarebbe altresì imperativo mettere fine al cosiddetto "cambio di casacca": chi venisse eletto in un partito, movimento politico o gruppo, non deve potersene allontanare fino alla fine della legislatura.

Infine, la libertà di pluralismo nell'offerta elettorale, ha prodotto la polverizzazione del voto, con reale impossibilità di determinare maggioranze significative ed il conseguente ricorso al premio di maggioranza finalizzato alla governabilità: un pannicello caldo che si oppone al concetto stesso di democrazia. Fermo restando quasi tutto il resto, se fossero previsti dalla Costituzione due soli raggruppamenti: destra e sinistra, verrebbe garantito sia il principio di alternanza che la governabilità; la litigiosità si realizzerebbe all'interno dei due raggruppamenti, ma senza ripercussioni all'esterno di essi. Non è blasfemia politica, altre costituzioni lo prevedono e funzionano meglio di quella nostra.

Sono tutti interventi che richiederebbero un enorme sforzo giuridico ed una ampia cultura, ma credo che i tempi siano maturi.





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