4 gennaio 2018

LA NOSTRA DOPPIA VITA





Forse per compensare il fatto che si vive soltanto una volta, tutti noi viviamo due vite sfalsate di poche ore: una di giorno ed una di notte dormendo e sognando.
Tutti gli animali durante la loro vita dormono e sognano, l'uomo non fa eccezione.
Ma a cosa serve sognare?
Da molto tempo ci interroghiamo sul significato e l'utilità dei sogni. In ambito psicologico ci dividiamo tra coloro che non danno alcuna importanza alla vita onirica e coloro che invece la tengono in gran considerazione.
Innanzi tutto sembra che dormire abbia un'effetto positivo sulla memoria, questo fenomeno chiamato "sleep effect" dipende da molti fattori, come per esempio la mancanza di interferenze dall'ambiente esterno durante il sonno (almeno la grande riduzione di interferenze). Inoltre sembra che vi sia una certa funzione riorganizzatrice che si svolge durante il sonno, secondo alcuni collegata ai sogni.
Secondo Robert Stickgold della Harvard Medical School di Boston la prima fase del sonno servirebbe a rafforzare e stabilizzare i ricordi. Invece il sonno REM (quello in cui sognamo in maniera vivida, ma tale coinvinzione sarebbe da provare) consentirebbe di confrontare le esperienze ed integrare quelle nuove con quelle gia immagazzinate.
Si pensa che il sogno REM consenta di sognare in maniera vivida, lo si pensa prechè quelli del sogno Rem sono sogni che si ricordano, mentre quelli fatti subito dopo essersi addormentati si dimenticano facilmente, tranne l'ultimo fatto subito prima del risveglio.
Sognare avrebbe un ruolo nell'integrazione in memoria delle esperienze.
Questo aspetto è molto importante e significativo specialmente per quei soggetti che sofforno di Disturbo Acuto da Stress o Disturbo Post Traumatico da Stress. In questi casi il sonno ed il sogno sono disturbati. Pari infatti che chi soffre di questi disturbi tenda ad avere sogni ripetitivi e angoscianti e a non addormentarsi per il timore di sognare nuovamente la stessa cosa.
Secondo questa prospettiva il sogno potrebbe essere visto come un contenuto dell'esperienza che si ripresenta alla memoria per essere integrato, trovare il suo spazio. Questa concezione è molto vicina al metodo di lavoro sui sogni adoperato in Terapia Integrata e nella Terapia della Gestalt, dove i sogni vengono considerati aspetti della personalità da integrare nell'esperienza del soggetto.
Molte delle tecniche utilizzate da queste forme di terapia consentono un lavoro di scoperta dell'individuo su se stesso, facilitando l'accesso a quei contenuti emotivi che si propongono nel sogno in maniera apparentemente confusa e disorganizzata.
Qualunque sia la motivazione dei sogni, essi rappresentano una seconda vita, più immaginata che realmente vissuta.
Ma qual'è la differenza tra sogni e realtà quotidiana?
Il nostro cervello non fa alcuna differenza, pur avendo coscienza che i sogni appartengano all'immaginario, il nostro cervello li considera talmente reali da annoverarli tra le esperienze realmente vissute; lo conferma il fatto che i "sensi", durante i sogni, hanno le identiche reazioni che avrebbero se fossimo stati svegli: proviamo infatti le stesse emozioni.
Effettivamente, il substrato neurale responsabile dei sogni può essere considerato un sotto-sistema di quello competente per la nostra vita in stato di veglia. Spesso include un'ambientazione sensoriale vivida, si sviluppa su una durata che va da pochi minuti a mezzora, ed è vissuto come reale.
Quella vissuta durante i sogni, quindi, possiamo considerarla a tutti gli effetti come una seconda vita "parallela": LA NOSTRA DOPPIA VITA !

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