3 giugno 2018

I mai estinti




Nello studio della genetica umana, vengono impiegati termini imprecisi, spesso contraddittori.

Della specie Homo Neanderthal, ad esempio, si dice che si sia estinto circa 40.000 anni fa.

Nell'immaginario collettivo, un secchio d'acqua gettato su di un braciere acceso "estingue" il fuoco, che scompare del tutto.

In realtà, il Neanderthal non è mai scomparso, ma i suoi caratteri ereditari erano regressivi rispetto all'Homo Sapiens, nella fusione delle due specie, hanno prevalso le caratteristiche genetiche di quest'ultimo. Non bisognerebbe mai confondere prevalenza ed incidenza con estinzione.

Tra le poche cose che sappiamo della vita, due imperativi ai quali la vita deve necessariamente rispondere, saltano subito all'occhioo
1) Vivi adattandoti all'ambiente. 2) Vivi adattando a te l'ambiente.

Ciò accade sia nel microscopico che nel macroscopico. Esistono microrganismi capaci di "vivere", ovvero rimanere attivi, anche nelle avverse ed estreme condizioni ambientali dello spazio. E' stato verificato con un esperimento, messo in atto dagli astronauti della Stazione Spaziale orbitante ISS. L'esperimento è andato a buon fine. La vita, come tale, è estremamente adattabile; è chiaro quindi come in un ambiente non ostile, possa adattarsi molto bene: sulla Terra lo ha fatto.

La diversificazione della varie tipologie umane, precedenti all'attuale Sapiens, si è realizzata in base all'ambiente di vita; clima, alimentazione, abitudini ecc. che hanno modificato i geni del DNA adattandoli alle necessità, ed adattando i soggetti all'ambiente. E' avvenuta una sorta di diversificazione genetica, necessaria per l'evoluzione della specie Homo.

A sua volta ogni tipologia di uomini primitivi, ha modificato l'ambiente adattandolo alle proprie necessità: allevava animali, inventava la coltivazione ecc. Lo fa ancora oggi costruendo dighe o abitazioni che rispondono a nuove necessità.

Quindi, appare inesatto dire che una certa tipologia di uomini primitivi si sia "estinta".

E' più semplicemente accaduto che per rispondere ai due imperativi della vita (citati prima), l'uomo, o meglio i predecessori dell'uomo attuale, si sia adattato all'ambiente ed al contempo abbia adattato l'ambiente ai suoi bisogni. La realizzazione di tale processo di trasformazione, è avvenuta per la naturale capacità di trasformazione dei nucleotidi del DNA.

Del resto, identico necessario processo di trasformazione dell'ambiente, viene messo in atto anche dal cancro, quando, durante la cancerogenesi, le cellule tumorali secernono sostanze capaci di trasformare le cellule sane vicine: particolari fattori di crescita e di mutazione, necessari allo sviluppo ed alla diffusione del tumore, intervengono in tale processo.

Nella realtà quotidiana, accade da sempre, quanto previsto dal buon Lavoisier: "nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma".

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