22 aprile 2008

ORIGINE DELL'UOMO

l'essere "uomo" è una singolarità ?

L'immagine a lato è della nebulosa dell'aquila, dove sono in via di formazione stelle e pianeti. E' composta da varie riprese del telescopio spaziale Hubble, fatte con strumenti capaci di dare analoga visione a quella dell'occhio umano ma con capacità, di dettaglio o di insieme, infinitamente maggiori. Osservando la foto ingrandita restiamo affascinati nell'immaginare come quella porzione di spazio sia coinvolta nelle azioni forti generate da materia ed energia che plasmano stelle, pianeti e lune.
La materia è formata da atomi che unendosi tra loro formano le molecole, che aggregandosi formano le sostanze. L'uomo e composto della stessa materia dell'universo e ne conosce la composizione atomica attraverso la tavola periodica di tutti gli elementi o "tavola di Mendeleev"
http://it.wikipedia.org/wiki/Tavola_periodica. Sappiamo che la grande varietà di atomi di cui la materia è composta pervade tutto l’universo poichè è presente, estremamente rarefatta, anche nello spazio interstellare sotto forma di gas e polvere. http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761569862/Materia_interstellare.html . Nel corso di milioni di anni, parte di questi gas e polveri sottili dispersi negli spazi intersiderali, si sono aggregati a formare stelle, come avviene nella costellazione di Orione http://members.aon.at/astrofotografie/galerie/deepsky/he_m42.htm La diffusione di atomi nell'universo deriva dalle immani esplosioni delle nove e supernove, che sono tipi di stelle e loro sistemi planetari giunti alla fine dell'esistenza, nelle quali tutta la materia che le compone viene disgregata e proiettata nello spazio a grande velocità. Con le stelle che si formano dalla materia di quelle esplose, si realizza un circolo chiuso che soddisfa la regola universale della “continua trasformazione” alle quale risponde l’intero universo conosciuto. Non è difficile immaginare che in tempi lunghissimi e col ricrearsi delle stesse condizioni ambientali che hanno consentito la precedente aggregazione a cascata della materia, gli stessi elementi possano riconfigurarsi o evolvere in modelli, anche di vita, più o meno speculari ai precedenti e che questi processi, mediante la descritta "trasformazione", possano alternativamente ripetersi all'infinito.
Il fenomeno della eventuale diffusione della vita nello spazio è spiegato dalla teoria della “panspermia” che indica le comete ed i loro impatti sugli astri, come responsabili del trasporto e della diffusione degli elementi fondamentali alla formazione della vita, ovvero le molecole organiche denominate "mattoni della vita". La teoria non si interessa di origini ma soltanto di diffusione della vita ed è applicabile unicamente all'interno delle galassie perchè non si conoscono comete che si spostano da una all'altra.
Altra possibilità, ritenuta causa di diffusione della vita nelle galassie, è rappresentata dalla cattura di un nuovo pianeta, con annessione a preesistente sistema planetario, da parte delle potenti forze gravitazionali di una stella. Fatto reso possibile, nell'universo in movimento, dall’intersecarsi di intere galassie che entrando in collisione, anche parziale, potrebbero far “perdere” qualche componente esterno ai sistemi planetari che gravitano attorno alle stelle che le compongono, ad opera di altre il cui passaggio le porterebbe molto vicine al pianeta esterno (ad esempio a Plutone rispetto al Sole). Avverrebbe in pratica, in grande scala, qualcosa di molto simile alla perdita o acquisizione di elettroni da parte degli atomi, ad opera di forze esterne all’atomo ed in grado di interagire con quelle interne alla struttura atomica nucleo-elettrone, secondo il modello proposto da Ruthenford
http://www.arrigoamadori.com/lezioni/Sintesi/TeoriaAtomica.htm e successivo a quello di Bohr http://it.wikipedia.org/wiki/Modello_atomico_di_Bohr
Sappiamo che al verificarsi di precise condizioni ambientali di luce, gravità, temperatura, umidità, carica elettrica etc. la combinazione di alcuni elementi produce degli aminoacidi, ovvero "i mattoni fondamentali della vita" che possono evolvere in forme molto diverse tra loro, ivi compresa l’anomalia uomo.
Alle due ipotesi citate e cioè che l'uomo si sia formato sulla terra e sia quindi una singolarità esclusiva, o che sia venuto dallo spazio, se ne è aggiunta di recente una terza. Quest'ultima ipotizza un incrocio tra un discendente dell'omo erectus, di origine terrestre, e visitatori venuti dallo spazio. Questa nuova teoria, che al primo impatto può sembrare la meno attendibile, ha dalla sua importanti indizi storici confortati da antichissimi documenti anche religiosi. Miti, leggende, storia e religioni pagane o monoteistiche, hanno in comune esseri immortali venuti dal cielo, potentissimi e capaci di innumerevoli prodigi. Le notizie più antiche li indicano di sesso diverso e capaci di generare prole anche incrociandosi con uomini e donne terrestri. Tutti hanno potere di vita e di morte e possono gratificare gli uomini con premi durante la vita o immortalità dopo la morte fisica.
Non è in alcun modo dimostrabile che il nostro pianeta, assieme al sistema planetario e stellare cui appartiene, sia isolato dall’infinito sistema cosmico, anzi ne è parte integrante e come tale è sottoposto alla stessa legge di “continua trasformazione” che vige nell’universo e che, a ben vedere, è l’unica legge universale conosciuta dall’uomo.
Unicamente per completezza di informazione va segnalato che, in un ipotetico parallelo tra micro e macroscopico, le troppo numerose singolarità del cosmo, ed anche la vita umana è considerata tale, hanno quasi messo in crisi il modello astronomico della sequenza principale
http://it.wikipedia.org/wiki/Sequenza_principale con la conseguenza di dover considerare le singolarità, in antitesi allo stesso significato del termine, quasi una costante. La teologia ritiene l'uomo una singolarità, una eccezione, non sarebbe quindi ipotizzabile la sua diffusa presenza nel cosmo. Tuttavia non è affatto facile dimostrare che la vita umana sia un fatto isolato ed unico del nostro pianeta poichè l'uomo ha conoscenze estremamente limitate dell'universo infinito. La teoria che l'universo non abbia mai fine è quella più accreditata nel mondo scientifico. Posto quindi che l'universo sia infinito, in esso tutto tenderà all'infinito, anche la vita in tutte le sue forme, compreso l'uomo. Di conseguenza non ha molto senso indagare per stabilirne l'origine della vita, questo sarà un problema che non vedrà mai soluzione. Sappiamo che Ex nihilo nihil fit "dal nulla non proviene nulla", quindi la vita non può provenire che da qualcosa diverso dal nulla.

Etichette:


Commenti:
Wow! Grazie! Ho sempre voluto scrivere nel mio sito qualcosa di simile. Posso prendere parte del tuo post sul mio blog?
 
Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]





<< Home page

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

Iscriviti a Post [Atom]