5 maggio 2008

DONNE E MASCHILISMO - QUI COMANDO IO -

uomo e donna, uguali ma diversi


Che maschio e femmina siano stati diversamente dotati dalla natura si evidenzia dalla maggiore forza fisica del maschio e dalla sua capacità di fecondare molte donne contemporaneamente, generando molta prole con donne diverse. La femmina invece può generare un figlio da un solo maschio alla volta. I nove mesi di gestazione le riservano la parte più importante ma successiva alla fecondazione e maggiormente onerosa, che proseguirà poi con l’allattamento, prerogativa esclusiva non meno del sentimento protettivo dell'istinto materno. Dai tempi delle caverne, la forza fisica da una parte e la gestazione e l’allattamento dall’altra, hanno determinato i diversi ruoli assunti nell’ambito della coppia. La forza fisica bruta ha consentito, in quasi tutto il regno animale, la prevalenza del maschio più forte vocato al dominio, ed è stata determinante nella organizzazione sociale umana sia di piccoli gruppi che di interi popoli.
La femmina dispone di due diversi orgasmi: clitorideo e vaginale mentre il maschio solo di uno, la tal cosa potrebbe avere generato invidia ed è ancora lei l’unico dei due ad essere genitore assolutamente certo, quest'ultimo fatto ha prodotto insicurezza nel maschio che, per difendersi, ha etichettato Eva "tentatrice". Lei, diversamente dalmaschio, non necessita dell’orgasmo al fine di procreare e può essere inseminata anche contro la sua volontà e persino artificialmente, l’orgasmo maschile invece, essendo condizionato dall’erezione, deve necessariamente essere un atto voluto; altra diversità a sfavore del maschio. Tali diversità, assieme alla maggiore forza fisica dell'uomo ed al concetto femminino dell'impurità dovuta al prendere-sporcandosi contrapposto al dare-penetrando, ha dato origine al maschilismo, ovvero la convinzione del maschio di essere superiore all’altro sesso. Ad Eva toccò l'ingrato onere della verginità e della fedeltà, mentre Adamo divenne cacciatore universale, anche di donne, giungendo persino all'assurdo di possederle prima per poi pretenderle vergini al matrimonio.
La condizione subordinata è stata accettata dalle donne passivamente per millenni, condizionate parimenti dall’istinto materno e dalla cultura dominante del primato della forza fisica maschile. L’atavica convinzione di superiorità del maschio recentemente ha vacillato, sia a causa delle tecniche di procreazione assistita o inseminazione artificiale, che del riscatto femminile, tendente fatalmente a dimostrare la capacità di svolgere sempre più attività prima svolte dal maschio, restituendo progressivamente alle donne il ruolo sociale paritario che l’uomo aveva sempre negato loro.
Alla luce delle precedenti considerazioni, il cosiddetto maschilismo non è altro che una forma di discriminazione e di prevaricazione generata da scarsa cultura ed istintiva pretesa di dominare tutti e tutto ciò che sta al di fuori della propria persona, questo atteggiamento singolare, tipicamente maschile, non concede sconti poichè, diversamente dall'altro sesso, non può essere mitigato dall'istinto materno.
L'emancipazione femminile degli ultimi anni, ha fatto sperimentare il ruolo di selvaggina ai maschi prima cacciatori, mentre l'accesso a qualunque responsabilità e posizione in ambito sociale ha dimostrato le almeno pari capacità delle donne. Il preciso ruolo che prima ognuno rivestiva nell'ambito familiare non è più fisso ma spesso intercambiabile, ed i divorzi hanno riconfigurato il modello storico della famiglia che dai tre soggetti originali è passata ai due attuali, bastano madre e figlio. Anche se in futuro sarà sempre più evidente l'inadeguatezza del vecchio modello di famiglia, per dimostrata prescindibilità dai membri maggiori, appare sufficientemente dimostrato che le pretese differenze tra i due sessi, anche in ambito familiare, risiedano più nella forma che nella sostanza e che la forza fisica più che l'istinto materno, vadano considerate peculiarità e non diversità.
Eppure il seme del maschilismo è nella mente umana per colpa di molte religioni, infatti Dio, forse anche tu che mi leggi, viene immaginato al maschile. Il creatore non dovrebbe avere sesso, non esiste "il sesso di Dio". In teologia la creazione è l'atto con cui Dio o più divinità o esseri celesti hanno dato origine alle cose dal nulla; la Creazione per antonomasia è la creazione dell'universo. L'antropomorfismo immagina Dio sessuato perchè l'uomo è incapace di immaginare realmente la
creazione, essa infatti è termine di pura fantasia, non esiste nell'universo conosciuto (infatti vi si osserva solo trasformazione). Per questo dubito che abbia senso logico parlare di creatore. Ha senso invece parlare di maschilismo, ispirato da motivazioni teologiche niente affatto casuali. La famiglia classica ed il maschio dominante sono durate invariate per svariati millenni prima di trasformarsi; oggi la famiglia si è molto trasformata ed il maschio da dominante sta rischiando di trasformarsi in dominato. Non c'è stato il tempo necessario perchè il maschio potesse adattarsi alla perdita del dominio, intanto vedeva la donna subentragli in quelle che furono posizioni sociali sue esclusive. Molti soggetti maschili con minore spirito di adattamento, elasticità mentale e forse anche minore intelligenza, rifiutano di accettare i cambiamenti ed i femminicidi sono divenuti tragedie con frequenza quotidiana. Mia e di ness'unaltro, farai ciò che voglio e che ti dico perchè io ti possiedo, sono i pensieri insani che attraversano la mente di coloro che, purtroppo, ancora oggi uccidono donne. Nel fenomeno del maschilismo la natura ha avuto un innegabile ruolo, ma tante religioni non sono state da meno.

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necessita di verificare:)
 
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