4 dicembre 2008

Ieri li chiamavano ladri oggi speculatori



I soggetti che promuovuono e suggeriscono l'investimento del risparmio, esperti di economia e finanza, studiano come metterlo a pigreco mezzi dopo che tutti devono necessariamente fidarsi di loro

Chi spaccia consapevolmente moneta falsa è un falsario, incorre in sanzioni penali e viene condannato. Chi vende consapevolmente titoli che portano sicuramente alla perdita del capitale è uno speculatore e la fa franca. Arricchirsi subdolamente a spese degli altri è universalmente consentito purchè lo si faccia mediante speculazioni borsistiche, non si discute neppure se questo fatto è morale, ma si chiede che vengano dettate, non meglio definite, regole. Mi riferisco a "Bond Argentini", titoli Lehman Brothers e derivati (che consentono di scaricare su "terzi" rischi connessi alla vendita di una o più merci, azioni, denaro o valute; con i derivati si può moltiplicare l’investimento, effetto chiamato “leva finanziaria”, per questo i derivati consentono di realizzare grandi speculazioni ma anche di accollarsi ingenti rischi). I derivati non sono altro che una versione, riveduta e corretta, della famosissima "catena di Sant'Antonio", ad ulteriore conferma che essendo veramente difficile inventare qualcosa di nuovo, conviene sfruttare al meglio ciò che già esiste. Ai "furbetti del quartierino" (definizione tipicamente italiana di coloro che eufemisticamente vengono definiti speculatori) si contrappongono i cosiddetti "speculatori borsistici internazionali" che hanno allargato all'intero pianeta i confini della "catena di Sant'Antonio", però in America almeno qualcuno lo arrestano. Così il 2008 sarà ricordato come l'anno di inizio della prima recessione mondiale, e mentre ogni governo propone le sue ricette anticrisi, quello italiao, dopo aver proposto pannicelli caldi, studia come far sembrare il pelo una trave. Nella attuale confusione e generale scarsità di idee, una casalinga ha fatto l'unica proposta intelligente: " non far pagare contributi a chi assume un cass'integrato". Più ci penso e più mi sembra geniale. La proposta estenderebbe immediatamente la cassa integrazione ad altrettanti soggetti quanto quelli assunti. E' vero che lo Stato perderebbe così i contributi versati dal datore di lavoro (che assume un cass'integrato) ma acquisirebbe quelli della nuova busta paga. Verrebbe incentivata la richiesta di nuovi posti di lavoro, verrebbe estesa la cassa integrazione e, quel che più conta, a costo bassissimo per le quasi sempre vuote casse erariali. Alle prossime voterò la casalinga.


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