14 gennaio 2009

CHI DEPRIME IL S.I.



Nella foto si osserva il linfocita T, del SI (Sistema Immunitario), come appare al microscopio elettronico a scansione, dopo essere stato opportunamente colorato.


Nell'immaginario collettivo, spesso il tumore viene considerato malattia terrificante ad eziologia sconosciuta, che il medico cura con la chemioterapia che, se non riesce ad uccide il tumore, può succedere che uccida il malato. Ma le cose non stanno esattamente così. Chi ha donato qualche euro alla ricerca, è giusto sappia di non aver solo contribuito ad arricchire le aziende farmaceutiche, le più impegnate nella ricerca ma le sole a produrre i farmaci antitumorali in vendita, ma anche ai risultati costanti che, seppure lenti, aprono costantemente nuovi spiragli verso grandi orizzonti.
Tutti noi veniamo continuamente in contatto con sostanze necessarie alla vita, e contemporaneamente con veleni, batteri, virus e quanto altro, tutto mischiato assieme.
Il
SI (Sistema Immunitario) si trova in tutto l'organismo, è dislocato nella pelle, la nostra barriera verso l’esterno e nelle mucose, la nostra barriera verso l’interno. La parola “sistema” sottolinea che tutte le varie componenti si comportano come un unico insieme. Il sistema immunitario è indistricabilmente correlato con gli altri sistemi, in particolar modo con sistema nervoso ed endocrino. Gli scienziati tendono a considerarlo come un sofisticato organo di senso, rivolto verso l’interno. Il sistema, nel suo insieme, effettua una continua azione di monitoraggio e pattugliamento, alla ricerca di situazioni e sostanze dannose endogene (prodotte all’interno dell’organismo) come il cancro, o esogene (di provenienza esterna) come batteri e virus. Questo particolare "senso" interno è modulato dallo stato generale, dal sistema endocrino, da quello neurologico e da tutti gli altri sensi. I linfociti, che costituiscono una classe di globuli bianchi (o leucociti), sono la cellula chiave del sistema immunitario.
I problemi che nascono da uno squilibrio del sistema immunitario sono di due tipi, che possono coesistere anche se sembrano antitetici, l'immunodepressione, cioè mancato riconoscimento di un antigene e/o insufficiente reazione, oppure iper attivazione, che da luogo ad allergie ed intolleranze, fino alle malattie autoimmuni.
Le malattie autoimmuni sono un nemico ancora peggiore del cancro, anche se meno eclatante. Queste si manifestano quando il sistema immunitario diviene troppo attivo ed aggredisce il nostro stesso organismo. Lo stesso meccanismo è alla base delle allergie e delle intolleranze.
Nella vita di un essere umano moderno, si hanno in media due proliferazioni cancerose distrutte dal sistema immunitario senza che ne siamo consapevoli. Vengono scoperte solo quando i patologi fanno l’autopsia.
Lo stress gioca un ruolo
determinante nei meccanismi immunitari, nella resistenza alle patologie, nei fenomeni allergici e di autoimmunità. Quando reagiamo ad un virus come ad un buon pasto o ad un bell’incontro d’amore piuttosto che ad un collega opprimente, nel nostro organismo s'instaura sempre uno stesso processo biochimico. Dal cervello e precisamente dall’ipotalamo, parte un ormone, l’ACTH, che stimola l’ipofisi che a sua volta stimola la corteccia surrenale a produrre, in quantità variabile a seconda del caso, il cortisolo, un cortisone naturale molto potente, oltre all’adrenalina ed altri ormoni. Questo gruppo di ormoni interagisce strettamente con tutte le funzioni, e modifica il comportamento di tutto l'organismo, dal sistema immunitario al sistema nervoso, cervello compreso.
L’ormone dello stress, il cortisolo, è un potente regolatore di molte funzioni vitali, o meglio un attributore di priorità, ne incrementa alcune deprimendone altre. Provoca un aumento del battito cardiaco e della pressione arteriosa, l’attivazione ed il potenziamento del sistema muscolo scheletrico, l’aumento della performance intellettuale e, contemporaneamente, il rallentamento della digestione, della sessualità e in vari modi dell’attività immunitaria, in particolare toglie dalla circolazione i linfociti, questa concomitante azione depressiva è chiamata "distress". Per avere un’idea della sua effettiva potenza basta pensare che una sola iniezione di cortisone (che è molto più debole del cortisolo) riduce del 90% i monociti circolanti, ed i linfociti circolanti sono ridotti del 70. In altre parole, il nostro organismo è simile all'impianto elettrico di casa, quando c'è un sovraccarico stacca l'interruttore automatico, per ripristinare la corrente stacchiamo quindi l'apparecchio che assorbe di più, mettiamo sia lo scada bagno; ebbene, il nostro organismo sotto attacco, nel caso di una malattia pericolosa per la vita, per difendersi ha bisogno di molta energia (che non ha), non potendo staccare l'automatico, moriremmo, stacca il sistema che assorbe più di altri: il sistema immunitario, che equivale allo scalda bagno di casa e qui cominciano i guai seri. Il sistema immunitario umano, presiede ad una serie di funzioni particolarissime, che attengono "anche" alla corretta e continua duplicazione delle cellule, alla riparazione del DNA danneggiato e ad altre funzioni essenziali. Staccando momentaneamente il sistema immunitario, restiamo esposti a possibili anomalie nella replicazione cellulare (cellule mal riprodotte, raddoppiate o addirittura soppresse e, detto in soldoni: al tumore).  
La ricerca scientifica continua a battere ogni possibile strada che possa portare alla vittoria finale sul tumore. La ricerca oncologica odierna punta molto sulla "teoria evolutiva" delle mutazioni del DNA i cui cardini sono la deriva genetica, che provoca le mutazioni, e la selezione naturale, che induce la sopravvivenza di un elemento rispetto a un altro, esse non sono attive da sole: bisogna che ambedue siano presenti simultaneamente perché il processo evolutivo abbia luogo, ovvero le loro caratteristiche genetiche sono favorevoli a un determinato ambiente nel quale si riproducono più facilmente. Tutto ciò che è vivo risponde, innanzitutto ed in tutti i modi possibili, al primo imperativo della vita: vivi!. Il tumore modifica a suo favore l’intero ambiente che lo circonda, sfruttando pressoché tutti i sistemi dell’organismo. Le cellule cancerose interagiscono in modo continuo con l’ambiente esterno, vi si adattano o cercano di modificarlo a proprio vantaggio, per esempio costringendo le cellule circostanti a rilasciare fattori di crescita o stimolando la creazione di nuovi vasi sanguigni (vascolarizzazione). Per cui sono entrate in sperimentazione clinica una nuova classe di farmaci il cui obiettivo non è più tanto l'uccisione della cellula tumorale, ma la sua riparazione o inattivazione. Alcuni non sono più off-label ma già in prontuario, tutti costano diverse centinaia di euro e vengono utilizzati generalmente dopo i cicli di chemioterapia.
Non sono solo le mutazioni a carico del DNA ad avviare il processo tumorale, ma anche le alterazioni dei suoi sistemi di regolazione di pertinenza dell'eugenetica. In ogni momento si verificano migliaia di mutazioni spontanee del DNA, dove intervengono proteine prodotte da geni che, se alterati, possono avere ripercussioni negative su tutto il sistema di replicazione cellulare, fino alla perdita di controllo e alla proliferazione tumorale che, per l'inefficienza dei processi di riparazione del DNA, portano al cancro. Su queste anomalie è possibile intervenire con molecole che sono attualmente in studio, e con alcuni farmaci conosciuti e usati da anni, dei quali si è scoperto solo di recente la funzione di regolazione dei fenomeni epigenetici.
In buona sostanza possiamo affermare la nostra meravigliosa complessità, ma siamo ben lungi dall'essere perfetti, infatti rinnoviamo costantemente la materia che ci costituisce mediante la replicazione cellulare e molto raramente il processo presenta anomalie, ma succede. Analogamente al sistema di lettura del lettore cd dell'auto, il cui circuito di correzione degli errori non riesce a compensare il sobbalzo prodotto da una buca sulla strada ed il pezzo salta, così il nostro sistema immunitario non può proteggerci al 100% distruggendo la totalità delle cellule mal replicate o deviate per mutazioni multiple, ovvero quelle tumorali. In effetti sapevamo già che tutto ciò che è umano, compreso l'uomo, è imperfetto.

Concludendo, sappiamo che le cellule tumorali si formano a causa di mutazioni anomale dovute alla loro imperfetta replicazione, che queste sono ottimi competitor delle cellule sane sulle quali talvolta prevalgono, che il sistema immunitario (se non depresso) le annienta e che quando non lo fa scopriamo il tumore. Tutto questo è molto probabile che continui fino al giorno in cui verrà scoperto il modo di intervenire nel processo di formazione del distress (attivato dal cortisolo) che deprime fortemente il sistema immunitario. 

Non si esclude che lo stesso linfocia T possa un giorno venire modificato per essere usato come cellula killer contro il tumore (questa però è una mia ipotesi e come tale è strettamente personale). 


Commenti:
Complimenti per il blog
 
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