14 agosto 2009

SCUOLA E SOCIETA'

March 5th, 2009
Negli scorsi decenni si è detto che il livello culturale degli studenti Italiani era di molto superiore a quello di altri paesi, di conseguenza, sono stati modificati, usando la “manica larga”, i criteri di valutazione. Con la globalizzazione e l’ingresso nella Comunità Europea si è evidenziata la carenza, per i giovani laureati, del dottorato di ricerca, già adottato da altri; ne è conseguita la laurea breve ed il proliferare di nuovi corsi di laurea, in maggioranza inutili. Alcune università hanno creato sedi decentrate in altre città, talvolta con un solo iscritto. Tutti quelli che avrebbero dovuto essere rimedi, si sono rivelati peggiori del male.
Oggi la scuola, con l’istruzione che si protrae sempre più nel tempo, assume l’importante ruolo di supplenza nell’educazione dei giovani, anche a causa della meno incisiva presenza dalla famiglia. Più che verso una società matriarcale, il modello evolve verso una famiglia ridimensionata, con un membro poco presente a causa del divorzio, nel quale l’istruzione potrebbe svolgere un ruolo nuovo, e necessario, di supplenza. Attraverso la scuola, la società è sempre più presente nella formazione dei giovani, ma è incapace di integrarli per tutte le sue contraddizioni. La scuola, ancora troppo bloccata sull’istruzione, si sostituisce soltanto in minima parte nella formazione sociale dei giovani e nel ruolo educativo primario fin qui svolto dalla famiglia. Occorrerebbe un grande passo in avanti, superando il ruolo nuovo di parziale supplenza alla famiglia, nel favorire i giovani anche per l’accesso al mondo del lavoro. Meno famiglia e più società sembra essere il nuovo traguardo cui tende la trasformazione sociale in corso. Fino ad ora c’è stato qualche timido tentativo, più a parole che nei fatti, di rivalutare il ruolo sociale della scola in questa società che non riesce a dare risposte adeguate al cambiamento. Questo avviene perchè da sempre le soluzioni, ai problemi posti dall’evoluzione, stanno di un passo dietro ai cambiamenti. Dovranno essere le nuove classi dirigenti a porre nel giusto ordine le priorità, il futuro ruolo direttivo spetterà ai giovani che parteciperanno direttamente al compimento della trasformazione sociale in atto, non a chi ha già partecipato dimostrando poca saggezza.

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