5 dicembre 2013

- LA SPERANZA NON E' CERTEZZA -


I credenti sono convinti di essere i figli prediletti di Dio, alla fine della vita terrena darà loro quella eterna, in gloria o dannazione.
Il libero arbitrio lascia decidere loro, il premio o la punizione li ha decisi Lui.
Avrebbe potuto non concedere il libero arbitrio, creare l'uomo non come suo prediletto e farlo nascere già dannato? No, non aveva altra scelta, per definizione Dio è perfezione, se lo avesse fatto, sarebbe stato il pessimo creatore dell'umanità, ciò non sarebbe stato possibile.
Penso che Dio, se c'è, non è ne buono ne cattivo.
Non è certo che Dio esista, chi crede lo fa per fede, non per certezza.
La fede è una astrazione, un concetto universale ricavato dalla conoscenza sensibile, tutt'altro che certezza, quindi, la fede è una speranza.
Credere che la speranza sia una certezza, non ha senso.

Questo è ciò che penso, è la mia filosofia esistenziale di ateo, giusta o sbagliata che sia.
Mi rendo perfettamente conto, però, che la stragrande maggioranza degli uomini ha il disperato bisogno di credere in qualcosa o qualcuno che dia senso alla loro esistenza. Personalmente accetto la mia condizione quale è, non sento il bisogno di un "dopo", tanto meno mi chiedo, ragionandoci sopra, perché esisto, non saprei neppure da dove iniziare. Questo genere di presunzione non mi appartiene e per ovvi motivi, se tentassi di darmi spiegazioni logiche, sarei come una formica che tenta di spiegare l'universo, che tra l'altro non riesce neppure a vedere.

Esistono documenti scritti che attestano della vita di Gesù, nessuno dubita che sia realmente esistito, però i fatti della sua vita furono narrati e poi messi per iscritto a posteriori. Le lettere paoline, poi incluse nel Nuovo Testamento, furono scritte approssimativamente tra il 51 e il 63 da Paolo di Tarso, che non conobbe direttamente Gesù, rappresentano i documenti noti più antichi, ma contengono pochi dati biografici sulla figura storica di Gesù.
I quattro vangeli canonici sono quelli di: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. I primi tre, i cosiddetti sinottici, sono stati scritti nella seconda metà del I secolo e sono stati preceduti da una tradizione orale e da appunti scritti. Il testo di Giovanni ha invece una datazione più avanzata, a cavallo tra la fine del I e l'inizio del II secolo.
Secondo molti studiosi della materia, tanti altri documenti storici esistenti furono manipolati,  trascritti o tradotti interpretandoli.
La stessa Bibbia, sia il nuovo che il vecchio testamento, è un coacervo di notizie tramandate verbalmente e poi scritte in tempi diversi.
Le predicazioni di Gesù, hanno una straordinaria somiglianza al credo degli Esseni, molto ben documentato nei "rotoli del mar morto", oggi totalmente tradotti. Secondo alcuni, buona parte del periodo precedente alla sua comparsa pubblica, avvenuta a quasi trent'anni, Gesù lo visse tra gli Esseni, ne assorbì la religione, aggiungendovi anche di suo.
Nel corso della sua storia, l'umanità ha conosciuto altri geni in campi diversi, in quello religioso Gesù fu certamente un gigante.
La conclusione è che non si capisce il motivo per il quale l'esistenza di Dio e la stessa vita di Gesù, fondamentali per dare un senso all'esistenza umana, non siano chiare e semplici, ma avvolte da mistero e dubi, tanto da dover credere per fede. Esiste la possibilità che sia tutto vero e reale, ma anche un formidabile abbaglio. "La verità" nessuno la possiede, non essere possibilisti lo considero poco intelligente, questo non vuol necessariamente significare: essere agnostici.




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