19 marzo 2014

- EURO E FUTURO - GIOIA E DOLORE -


Analizzando gli accadimenti degli ultimi decenni, il quadro generale appare sufficientemente chiaro.
Tutti coloro che ricordano gli anni dell'inflazione galoppante in Italia, sanno che l'Euro ci ha momentaneamente tratti d'impaccio. Ma ogni cosa ha il suo prezzo ed il tasso di conversione fu molto sfavorevole all'Italia, la disperata condizione nella quale si trovava il paese, persuase i politici di allora ad abbozzare.
L'ISTAT diffondeva bugie  spacciandole per verità, cercando di tenere l'opinione pubblica tranquilla. Venivano rilevati i prezzi di un "paniere" di prodotti, opportunamente, non di prima necessità . Il mancato controllo da parte degli organismi di stato sui prezzi praticati, crearono da una parte l'oscuramento della realtà e dall'altra enormi speculazioni sul mercato nazionale al consumo.
La politica di scaricare sul debito pubblico tutte le incapacità di gestire la cosa pubblica, iniziata dalla DC e proseguita da tutti i successivi governi, ha allargato la forbice delle disuguaglianze incrementando l'arricchimento di pochi a scapito della maggioranza dei cittadini italiani ed il numero dei poveri.
Oggi i nodi sono venuti al pettine, incrementati dalla crisi internazionale e dall'ingordigia incontrollata delle banche, tutte.
In mancanza di uno sbocco analogo alla trovata dell'Euro, il futuro appare incerto e le soluzioni indicate, appaiono simili a "pannicelli caldi", perchè produrrebbero esclusivamente blandi effetti momentanei. Nessuno è in grado di proporre un progetto di ripresa a lungo respiro, l'unica capacità della politica consiste nella falsa dichiarazione di vedere una luce in fondo al tunnel, qualcuno afferma che quella luce è un treno ad alta velocità in arrivo, come dargli torto?
Altri dichiarano che l'uscita dell'Italia dall'Euro servirebbe a tirarla fuori dai guai. Tuttavia, osservando attentamente i risultati prodotti dalla politica, non solo italiana ma mondiale, compreso le solenni cantonate prese da illustri economisti di fama mondiale, nessuno se la sente di giocarsi tutto sul terno all'otto: "usciamo dall'Euro".  C'è il rischio altissimo di non poter più tornale indietro. 

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