3 novembre 2014

Paradossi dell'infinito e considerazioni conseguenti.


L'insieme, la totalità di "fatti e luoghi" rivelati dalla nostra esperienza, viene indicato:"universo", esso definisce il nostro particolare spazio-tempo e riguarda il "Big Bang", considerato come l'evento che ha dato origine al nostro spazio-tempo; la possibile esistenza di altri universi è stata definita dagli scienziati: "multiverso".
L'eternità è un concetto metafisico del tempo, la mancanza di un limite anteriore o posteriore al suo scorrere, comporterebbe la formulazione dell'ipotesi di una temporalità infinita, ovvero eterna.
Il modello prevalente della teoria del Big Bang, studia ed osserva lo spazio attorno all'uomo, nel macroscopico e nel microscopico, tali osservazioni sono limitate, verso l'esterno dalla dimensione stessa dello spazio, i cui confini, ove dovessero esistere, sono al di fuori delle capacità osservative della strumentazione umana, mentre quelle temporali, all'indietro, risalgono al massimo, all'istante iniziale del Big Bang, che si suppone sia stato l'origine del "tempo" (?).
Da quanto detto appare evidente un primo paradosso nella definizione di infinito: la ben delimitata osservazione dello spazio verso i confini esterni del nostro universo spazio-temporale, l'altrettanta impossibilità di riuscire ad osservare le particelle subatomiche che decadono in tempi sempre più piccoli, ben al di fuori delle misurazioni strumentali, l'osservazione del tempo a ritroso (non è affatto detto che l'origine dei tempi derivi dal Big Bang); tutto ciò consente una lettura dell'universo incredibilmente limitata: riesce ad ipotizzare soltanto l'origine dell'universo conosciuto. Lo stesso Big Bang potrebbe essere, detto con una metafora, l'osservazione sin dal nascere di un unico anello ad espansione progressiva, di una catena che si forma progressivamente e che ha dimensione infinita nei due "versi" dello scorrere del tempo.
È possibile concepire degli spazio-tempo disconnessi, esistenti ma incapaci di interagire l'uno con l'altro. Una metafora facilmente comprensibile mediante una immagine mentale, è un gruppo di bolle di sapone separate. Gli osservatori vivono su una "bolla" e non possono interagire con quelli eventualmente presenti sulle altre bolle di sapone, nemmeno in linea di principio. Secondo una terminologia comune, ciascuna "bolla" di spaziotempo è un universo. In linea di principio, gli altri universi disconnessi dal nostro possono avere differenti dimensionalità e topologie spazio-temporali, forme differenti di materia ed energia, oltre a leggi e costanti fisiche diverse da quelle conosciute, sebbene queste siano attualmente solo delle mere speculazioni, non si può escludere, che in linea di principio, possano essere "assimilabili" a quanto fin qui l'uomo conosce.
Ed eccoci al secondo paradosso: tutto ciò che fin qui è stato osservato nel nostro universo, interagisce: galassie, ammassi, super ammassi e particelle, persino le più infinitesime, interagiscono; non ci è dato sapere se esista la capacità di interagire degli universi del multiverso, tutte le teorie fin qui formulate, pare non tengano nel dovuto conto questa concreta osservazione . Tale interagibilità potrebbe dare una spiegazione plausibile della già osservata accelerazione dell'espansione dell'universo percepito.
Terzo paradosso: supposto che lo spazio ed il tempo siano infiniti, cioè eterni, disquisire di modelli e teorie possibili, appare fine a se stesso. Accettando il concetto di infinito, lo spazio, il tempo, la materia e l'energia tendono all'infinito, infinite sono quindi le possibili interazioni ed i possibili modi di manifestarsi; nonostante, l'uomo sta affannosamente cercando una improbabile, per non dire impossibile, teoria unificante, chiamata "teoria del tutto".
L'ignoranza porta a formulare ipotesi, la riproduzione di fenomeni osservati porta conoscenza, l'impossibilità a riprodurre fenomeni al di fuori delle capacità umane, rappresenta e definisce un primo limite invalicabile per l'umanità. Il secondo limite riguarda la caratteristica dimensionale: rispetto allo spazio-tempo infinito, la dimensione fisica dell'uomo e la sua esistenza dall'origine, appaiono assolutamente irrilevanti.
Una alternativa al mondo là fuori ed agli universi possibili, che porterebbe alla possibile crisi della ragione, è rappresentata dall'introspezione dell'animo umano, possibile strada maestra per comprendere l'universo partendo dall'indagine della complessità della psiche umana.

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