20 novembre 2014

Il mondo va indietro e l'Italia è in testa.


Il desiderio di arricchimento continua a sconvolgere il mondo. Tutti desideriamo ciò che non abbiamo ma che gli altri hanno, c'è sempre qualcuno che ha più di noi. Nessuno si accontenta del giusto, vogliamo sempre di più ed è impossibile determinare cosa sia "il giusto" per noi. Raggiunto un obiettivo, che ritenevamo potesse essere soddisfacente, ne fissiamo uno più ambizioso, una volta raggiunto, continuiamo a desiderare altro. A volte sarebbe utile fermarsi per guardare in dietro e considerare da dove veniamo e cosa abbiamo avuto di positivo dalla vita, ma non è così per tutti, c'è
chi guarda al suo passato e lo vede migliore del presente. Il numero di scontenti cresce a dismisura e la vita sociale diventa sempre più difficile da gestire ed accettare.
Il disamore nasce dalle delusioni. Già da piccoli,in famiglia,si comincia col notare differenze di comportamento e di trattamento dei genitori verso i figli, con particolare predilezione del più piccolo. Si continua a scuola, con alcuni insegnanti maggiormente disposti verso gli alunni raccomandati. Crescendo, l'orizzonte si allarga, il merito viene spesso mortificato a favore delle raccomandazioni che, crescendo, assumono un peso sempre più determinante nel discriminare. Il primo impatto con la giustizia lascia quasi sempre a bocca amara, le controversie legali si risolvono spesso a favore dei prepotenti o di chi dispone di maggiori possibilità economiche. Le leggi sbagliate, anche se correttamente applicate, lasciano nel più totale sconforto. La parità di diritti dei cittadini, sancita dalla Costituzione,prima o poi,si constaterà che trattasi di parole prive di significato concreto.Il mondo del lavoro è una guerra aperta tra dipendente ed imprenditore, mentre il settore pubblico, serve spesso a far diventare intoccabili, spratutto i fannulloni.Chi ha la sfortuna di nascere in una famiglia povera di un quartiere degradato, acquisisce, in automatico, il marchio di diverso e dovrà faticare enormemente, nella speranza di mettersi al pari di quelli più fortunati per nascita. Più si cresce e più lo Stato assume l'aspetto di un'entità astratta, lontana dai propri bisogni e diritti, in alcuni pezzi di territorio lo Stato è praticamente assente. Il malaffare e la corruzione dilagano. In questo quadro desolante, alcuni finiscono per confondere l'autorità statale, non confortata da fatti, con quella delle organizzazioni dedite a delinquere, che troppo spesso prevalgono sul territorio e nelle stesse istituzioni. La sconfortante inadeguatezza della politica, il cui interesse è rivolto verso se stessa e non verso i cittadini che dovrebbe rappresentare e tutelare, è l'ultima delusione che porta confusione e disamore verso la politica.



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