4 ottobre 2015

Effetti collaterali dei farmaci.


Considerazioni a carattere personale e non medico.
Quelli che i foglietti acclusi ad ogni farmaco definiscono "effetti collaterali", sono veri e propri "effetti" che i farmaci esercitano su organi e parti del corpo che non rappresentano il loro obiettivo primario, anche se il loro effetto è differenziato, ovvero, più potente sull'obiettivo e molto meno su tutto il resto. E' indicativo il fatto che i foglietti illustrativi dei farmaci siano stati definiti "bugiardini" dalla saggezza popolare.
Tutto ciò che viene somministrato ad un individuo, sotto qualsiasi forma, agisce su tutto il corpo, anche se non lo fa con la stessa intensità su ogni sua parte; le pomate per uso topico, cioè esterno, non si sottraggono a questo affetto, una parte del principio attivo in esse contenuto, comporta un minimo assorbimento da parte dell'organismo, ma non è detto che ciò possa essere dannoso, però non è possibile affermare il contrario con assoluta certezza. Nell'uso di farmaci, penso che l'auto prescrizione rappresenta ancora oggi un fattore di rischio; dovrebbe essere in ogni caso un medico a prescrivere qualunque tipo di farmaco, soprattutto per quel che riguarda il dosaggio giornaliero.
Probabilmente la peggior forma di effetto collaterale è rappresentata dalla chemioterapia, che fino ai giorni nostri, assieme alle cellule tumorali distrugge molte altre cellule sane. In verità, sono stati approntati diversi tipi di chemioterapia "mirata", ovvero, che agisce su "obiettivi" specifici e non generalizzati.
Un esempio "estremo" di effetto collaterale è rappresentato dal siero antiofidico, è infatti più alta la mortalità per shock anafilattico da uso di siero antivipera (superiore al 3%), che non la mortalità da morso di vipera (1-2% in Italia). La scelta di ritirare il siero antivipera dalle farmacie (Decreto Ministeriale – del Ministero della Sanità – emesso in data 21 giugno 2001), rendendolo così somministrabile solo da personale medico in ambiente ospedaliero, appare oltre che sensata, indispensabile, poiché la somministrazione del siero in ambiente extra-ospedaliero potrebbe far incorrere il malcapitato in uno shock anafilattico senza che sussistano le condizioni necessarie per porre in atto un adeguato e tempestivo intervento medico.
Non molto tempo fa, nella bacheca di tutti gli ambulatori dei medici di base, è stata affissa una circolare ministeriale che sconsigliava assolutamente l'auto prescrizione di farmaci, mi pare anti infiammatori ed analgesici (alcuni di essi comparivano in elenco), per vari motivi, non ultimo gli effetti collaterali; anche se in quella circolare non veniva specificato, in caso di abuso, tali effetti indesiderati potrebbero diventare pesanti se non addirittura nefasti. 



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