2 febbraio 2016

La nonna Antonia Puleo.

Una mia ava dal lato materno, tale Antonia Puleo, era figlia di una facoltosa famiglia di Giardini (Giardini Naxos si trova vicino Taormina). Era cresciuta in collegio dalle suore ed aveva sposato un suo "socialmente pari", anche lui nativo di Giardini, grande giocatore di carte e nulla di più. Quel matrimonio, come tanti a quel tempo, era stato deciso delle due famiglie, di lei e di lui. Prima che il marito sperperasse al gioco l’intero patrimonio avuto da lei in dote, prese gli ultimi soldi rimasti e, a dorso di cavallo e camminando sul bagnasciuga per non lasciare tracce, giunse in un paesino in riva al mare a 22 Km. ad Ovest di Messina: Acqualadrone, dove si fermò e dove sono nato molte decine di anni dopo. Tenuto conto che Giardini dista circa 60 Km da Messina, aveva messo una bella distanza tra lei ed il marito. Non era riuscita ad andare oltre, sia per la stanchezza che per il fatto di aspettare un bambino.  
Lì comprò una casa che adibì a locanda, ospitava con vitto ed alloggio i pescatori della costa ad Est del villaggio, costretti dal mare in tempesta a tirare in secco le barche in quel luogo. Pescavano lì, provenendo anche da lontano, sopra una secca al largo del villaggio che era molto pescosa, detta "mulari" per via del notevole fondale da cui emergono giganteschi scogli simili ai molari umani.
Non si sa come, il marito venne a sapere dove si trovava la moglie fuggita di nascosto a lui, seppe che aveva comprato una casa ad Acqualadroni e si giocò a carte pure la casa che lei aveva comprato; a quel tempo non esisteva la divisione dei beni, quindi il marito poteva disporre anche dei beni della moglie.
Una mattina di una fredda giornata d’inverno, un uomo a cavallo bussò alla porta di Antonia, era lì per reclamare la sua vincita a carte, la casa che aveva vinto al marito di Antonia, la casa dove lei abitava e che aveva dibito a locanda.
In preda alla disperazione, Antonia, col pancione perchè aspettava un bambino dal marito, infatti era già incinta prima di fuggire, si gettò per terra piangendo e chiedendo pietà per se e per il nascituro. L’uomo, che evidentemente non era cattivo, mosso da pietà, disse alla donna: sei una donna molto coraggiosa, alzati e vivi in pace, perché io adesso andrò via, non tornerò e non pretenderò nulla da te.
Antonia era voluta bene e rispettata da tutti, crebbe suo figlio educandolo a dovere. Il figlio Antonio, diventato grande sposò Nunzia (della quale non ricordo il cognome), si guadagnò il rispetto di tutto il villaggio e fu chiamato “padrantoni”. Costui armò una grande barca e divenne pescatore provetto, fu il padre della mia bisnonna materna. Quando maritò una figlia, la mia bisnonna, prima del matrimonio redasse un elenco dei beni datele in dote e la fece firmare al futuro genero; beni che, per ogni evenienza, sarebbero appartenuti comunque alla figlia, ma in seguito non ci fu bisogno di quell'elenco, quello fu infatti un buon matrimonio felice.
Ancora oggi, quando vado nel piccolo cimitero del luogo (a Castanea), metto un fiore sulla tomba di nonna Antonia Puleo, che sono riuscito a rintracciare dopo lunghe peripezie e grazie alla collaborazione del custode del cimitero, è stato difficile ma ci sono riuscito.

Nella foto: Taormina vista da Giardini Naxos. Foto di Pancrazio La Spina.



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