22 novembre 2019

L'INCONSCIO.


INCONSCIO

<< Le nevrosi includono tutte quelle categorie patologiche meno gravi rispetto alla psicosi e verso cui la differenza fondamentale riguarda il livello di contatto che l’individuo mantiene con la realtà.
I pazienti nevrotici percepiscono infatti la realtà correttamente, ma si sentono comunque spinti ad agire in modo incongruo rispetto ad essa, esibendo dei comportamenti caratterizzati da: ansia, fobia, ossessioni >>.
La precedente parte, ricompresa all’interno del virgolettato, definisce le nevrosi dal punto di vista degli studi psicologici, come se fossero una anomalia cerebrale. Secondo il mio modesto parere, si sta commettendo lo stesso grossolano errore che veniva commesso in passato nei confronti dei soggetti affetti da autismo: venivano considerati pazzi e talvolta rinchiusi nei manicomi. La psicologia ha praticamente catalogato e definito l’argomento, definendo nevrosi alcuni aspetti del comportamento umano,la nevrosi è una malattia cerebrale;  lo ha fatto con eccessiva superficialità. Vediamo perché.
Nella nostra mente le varie parti dell'inconscio (gli affetti, i pensieri, i desideri, le aspettative e le paure), interagiscono continuamente fra di loro configurando ciò che viene chiamato “conflitto inconscio”. In realtà non si tratta affatto di un conflitto; la stessa definizione di inconscio, preconizza la possibile esistenza di una seconda mente, quasi come se si trattasse di un secondo cervello strettamente legato al primo e conseguente ad esso.
Come funziona
Rispetto alla tesi, sostenuta da alcuni, che utilizziamo soltanto una piccola parte del nostro cervello, la ricerca scientifica risponde che noi utilizziamo per intero il nostro cervello. Come fa a saperlo? Lo sa la medicina mediante la strumentazione che rileva l’attività elettrica del cervello.  Questo però non basta, non a me.
E’ come se definissimo funzionante l’impianto elettrico di un appartamento, avendo visto accesa la luce dentro una stanza: non sappiamo che le altre luci sono momentaneamente spente, ma sono esse a determinare l’interezza dell’impianto elettrico; una stanza illuminata non basta a dire che l’intero impianto elettrico è in funzione: non è vero. La stessa identica cosa accade nel nostro cervello, rilevare l’attività elettrica di una sua parte, non significa affatto che quella parte sia totalmente in funzione. Del nostro cervello sappiamo poco e di come funziona sappiamo pochissimo .
Dunque, come funziona l’inconscio?
La psicologia individuale è quella che definisce la nostra natura. A volte nella vita commettiamo errori ed il nostro cervello sa bene che li abbiamo commessi. Se quegli errori si discostano dalla nostra natura (ipotizziamola buonista) ed il nostro cervello sa che abbiamo arrecato danno grave ad altri soggetti, attiva automaticamente l’inconscio, che provvede a riequilibrare il “sistema psicologico individuale” (potrebbe rientrare nel carattere), infliggendo al nostro organismo delle punizioni: ed ecco che si manifestano le patologie autoimmuni.
Le malattie autoimmuni derivano dal sistema immunitario che aggredisce se stesso: si autopunisce comandato dall’inconscio.
Non è mia intenzione definire qui, adesso, se e come sia possibile comunicare con il proprio inconscio. La tal cosa la sto ancora elaborando (oserei dire sperimentando) e non è detto che ritornerò su questo stesso tema.  Non ho alcuna voglia di venire definito folle, ovvero promosso da una visione travisata o deformata della realtà. I preconcetti sono molto pericolosi e ne vedo fin troppi in circolazione: se non accetti i canoni comuni ti definiscono pazzo.










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