3 settembre 2022
PROFILAZIONE.
Wikipedia: Per profilazione dell'utente si intende correntemente l'insieme di attività di raccolta ed elaborazione dei dati inerenti agli utenti di servizi per suddividere l'utenza in gruppi di comportamento.
La definizione proposta da
Wikipedia, anche se riferita all’utenza, appare superficiale e poco aderente
alla realtà.
A cosa serve la profilazione degli utenti?
In ambito commerciale, la profilazione dell'utente è
uno strumento del cosiddetto marketing mirato, che fa ampio uso di questa e
altre tecniche per ottenere accurate analisi dei potenziali clienti, operando
spesso al limite del legalmente consentito, quando non oltre.
In realtà la mastodontica raccolta
di dati riferiti ad un soggetto non si limita soltanto al marketing mirato, ma
sconfina pesantemente nel determinare gusti personali, aspirazioni, tendenze
sociali e politiche di chiunque.
Quali sono i possibili rischi della
profilazione per l'utente?
Il rischio della
profilazione è che possa arrecare danni alle persone fisiche, al
contrario in ambito commerciale il rischio è quello della “price
discrimination”. Ciò significa creare disuguaglianza sociale o discriminare le
minoranze.
La profilazione online: risorsa o rischio?
L’universo digitale in cui
ognuno di noi è immerso genera importanti conseguenze su diversi livelli della
nostra esistenza e dello stare in società. La tecnologia si è oggi
completamente fusa con il mondo offline producendo influenze sulla realtà che
si ripropongono attraverso un meccanismo di feedback sul mondo della rete.
Dominio delle piattaforme, Internet è un enorme magazzino di dati relativi ad
ogni individuo, dati che vengono impiegati per scopi di varia natura e secondo
modalità più o meno trasparenti.
Una delle più diffuse
applicazioni del dato è la personalizzazione dell’esperienza degli utenti in
rete, le cui implicazioni per brand e consumatori sono di duplice natura. Esistono
svariate App per la profilazione dell’utente, spesso mascherata da profilazione
social come strumento di marketing. Numerose ricerche, infatti, testimoniano
l’efficienza della profilazione sul web in termini di praticità e fluidità di
navigazione dell’utente, che senza l’impiego del dato troverebbe l’esplorazione
della rete un’impresa particolarmente ardua. Parallelamente, altrettante sono
le voci di denuncia circa le modalità di utilizzo dei dati, accusati di
contribuire alla costruzione di una realtà filtrata con profonde conseguenze,
non solo l’esperienza online degli individui bensì anche sulla loro complessiva
esperienza di vita.
Circa gli aspetti tecnologico,
storico e strutturale sottostanti l’impiego dei cookie, l’obiettivo è quello
della profilazione dell’utente, al quale vengono riservate le teorie e le
implicazioni di quello che è un processo ormai accessibile a qualsiasi realtà
presente sul web.
Garante della privacy
Il Garante deve fornire “consulenza, a norma del diritto degli Stati membri, al parlamento
nazionale, al governo e ad altri organismi e istituzioni in merito alle misure
legislative e amministrative relative alla protezione dei diritti e delle
libertà delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali”.
In realtà i compiti del garante
vengono totalmente bypassati dall’essere costretti a dare il proprio consenso accettando
particolari condizioni, e quasi sempre cookie, per poter accedere a pagine o
siti Internet. La mancata accettazione di ben precise richieste, di società che
operano on-line sul web, (molto spesso illegali) impedisce l’accesso alle loro
pagine o sito Internet.
L’utilizzo di Internet, ma
anche del pc, telefonino, televisore, carte di credito e bancomat, navigatore
ecc. , rende l’utilizzatore esposto alla profilazione, ovvero alla lettura da
parte di terzi delle sue abitudini, tendenze e gusti personali come fosse un
libro aperto e, purtroppo, l’unico modo per sottrarsi sarebbe non utilizzarli,
il che è praticamente impossibile.
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